Di Francesco Giuffrida, studioso di canto popolare e sociale, i lettori di Argo hanno letto riflessioni, interventi, testi di canzoni. Oggi lo intervistiamo in quanto fondatore e componente del Coro Scatenato, che vuole allargare il numero dei suoi componenti e coinvolgere soprattutto i più giovani. Il Coro Scatenato ha come logo una ragazza con le braccia in alto che spezza le catene e, da qualche tempo, ha deciso di aggiungere al proprio nome quello della cantante Helin Bölek del Grup Yorum, morta dopo un drammatico sciopero della fame contro il despota turco Erdoğan.
Come nasce e quali sono state le finalità del Coro?
Il Coro nasce alla fine del 2017 grazie a un gruppetto di compagni che volevano commemorare degnamente il centesimo anniversario della Rivoluzione d’Ottobre; per motivi vari – principalmente il poco tempo a disposizione e il numero esiguo di partecipanti – non si riuscì a realizzare lo spettacolo desiderato. Ma già nei primi mesi del 2018 l’embrione del Coro Scatenato si unì a un altro gruppetto di persone, ansiose anch’esse di cantare e diffondere il canto popolare e sociale: il Coro era diventato una realtà con una dozzina di partecipanti, che in alcune occasioni sono arrivati al numero di venti.
Il Coro Scatenato si poneva come compito prioritario fare conoscere al più vasto pubblico possibile il canto sociale e politico – italiano in primo luogo – e il canto popolare, tutti e tre correttamente inseriti nel loro contesto di nascita, di propagazione, di diffusione. Ogni canto veniva considerato come una tessera di un mosaico che bisognava conoscere nel suo insieme per apprezzare ogni singola tessera.
Quali gli intrecci con la società civile catanese/siciliana?
Il Coro è stato ed è disponibile per qualunque iniziativa democratica, progressista, antifascista, pacifista, per un battaglia culturale decisamente dalla parte degli sfruttati e degli oppressi. Abbiamo cantato nei cortei e nelle manifestazioni dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, per Emergency, per la rete Restiamo Umani, per varie organizzazioni di militanti femministe, a sostegno dei migranti, per varie organizzazioni di Sinistra radicale, sia a Catania che in altre provincie della Sicilia.
Stiamo per aprire un canale su You Tube per allargare ulteriormente il nostro pubblico e fare conoscere la vastità e la bellezza dei canti popolari e di lotta operaia.
Il Coro ha cambiato nome, cambiano anche le prospettive?
Più che cambiare nome il nostro Coro ha voluto aggiungere al suo essere ‘scatenato’ il nome di Helin Bölek, morta dopo quasi un anno di sciopero della fame contro la violentissima repressione del despota Erdoğan; Helin era infatti una cantante del Grup Yorum, un ensemble turco in lotta contro il governo fascista per ottenere la piena libertà di espressione e di movimento. È stato un gesto dettato dal sentimento di solidarietà che ogni corista sente per chi lotta e paga in prima persona; particolarmente per Helin e le altre vittime del Grup Yorum proprio perché usiamo gli stessi mezzi espressivi.
Perché giovani, ma anche diversamente giovani, dovrebbero partecipare e impegnarsi?
Come si può vedere dal volantino che stiamo distribuendo in giro in questo periodo, il Coro invita chi ne avesse voglia a cantare e a suonare con noi; non solo per amore del canto, ma soprattutto per contrastare quella che abbiamo definito sub-cultura dominante. Il canto sociale, il canto politico, il canto popolare non sono solamente belli; essi sono fortemente legati alla Storia; e fare conoscere la nostra Storia, la Storia degli sfruttati, delle donne, di tutti gli oppressi attraverso le espressioni popolari nel tempo è una sfida esaltante. Vorremmo avere tanti giovani con noi, anche se capiamo come questo sia molto difficile. Ma non disperiamo: nel Coro la corista più giovane non ha ancora 30 anni e il più anziano ne ha 80!
Venite a cantare e a suonare, c’è posto per tutti.