Rete dei numeri pari, proposte in cerca di interlocutori

Povertà educativa, lavoro, emergenza abitativa, servizi sociali territoriali sono i temi su cui si è concentrata l’attenzione dei partecipanti al secondo incontro della Rete dei numeri pari, che si è svolto martedì 10 gennaio nei locali della caffetteria Pane quotidiano.

Non una nuova assemblea dedicata all’analisi delle criticità, già emerse con evidenza nell’incontro precedente, ma un confronto per individuare le priorità su cui portare avanti una azione condivisa.

Poche chiacchiere, insomma, e l’intento di individuare interventi concreti sulle questioni più scottanti del territorio, da proporre all’amministrazione, allora rappresentata dal commissario Portoghese.

Quattro gruppi di lavoro, quindi, attorno a quattro tavoli, secondo il metodo del workcafè, sfruttando la disposizione del locale e le indicazioni dei promotori, Salvo Cacciola e Dora Torrisi. In conclusione, dopo alcuni scambi tra i componenti dei gruppi e una fase conclusiva di intergruppo, la decisione di mettere insieme, in un documento da presentare al commissario, le proposte emerse sui singoli temi.

La revoca dell’incarico a Portoghese e la conseguente situazione di vuoto istituzionale, che non può dirsi superata dalla nomina di un nuovo commissario mentre pende il ricorso presentato dallo stesso Portoghese, ha creato un clima di incertezza in tutta la città.

Gli aderenti alla Rete dei numeri pari ritengono, tuttavia, che non sia opportuno interrompere il percorso intrapreso e che le richieste individuate vadano comunque comunicate alla città, in attesa che venga individuato l’interlocutore istituzionale a cui devono essere presentate.

Spesso lamentiamo, a ragione, la scarsa partecipazione dei cittadini alla gestione della cosa pubblica, ma è ancora più grave che manchi del tutto una figura che assuma le funzioni e le responsabilità amministrative, lasciando la città completamente allo sbando.

In attesa che l’interlocuzione con il commissario, chiunque venga incaricato di ricoprire questa carica, torni ad essere possibile, le associazioni stanno lavorando alla elaborazione del documento finale, in cui troverà posto una sintesi del lavoro compiuto dai quattro ‘tavoli’, ognuno dei quali ha messo nero su bianco gli interventi che ritiene necessari.

Molto precisi quelli individuati dal gruppo che ha lavorato sui Servizi Sociali. In attesa di effettuare una ricognizione della situazione di questo complesso settore, che comprende ambiti diversi, è apparsa prioritaria e urgente la richiesta di riaprire i centri sociali di Librino e di san Giovanni Galermo, due realtà periferiche particolarmente bisognose di interventi di welfare. La mancanza di risorse economiche e la cronica carenza di personale ha comportato, negli ultimi anni, la chiusura di ben 13 centri sociali sui 17 che avrebbero dovuto presidiare il territorio comunale. Ecco perché oggi ne sopravvivono soltanto quattro, a San Cristoforo, Picanello, Barriera del Bosco e Monte Po.

La recente assunzione di sessanta assistenti sociali, a tempo determinato, dovrebbe consentire la riapertura dei centri, a cominciare da quelli dove la necessità è maggiore, soddisfacendo così la richiesta avanzata. Nel campo della salute si è valutata anche l’opportunità di proporre un potenziamento della attività di prevenzione, in collaborazione l’azienda Sanitaria Provinciale. La Rete intende impegnarsi comunque a vigilare sulla attività dell’assessorato, cruciali in un momento particolarmente drammatico di disagio sociale, e sul buon uso dei fondi europei disponibili.

Sul tema particolarmente sensibile della emergenza abitativa, il gruppo ha individuato una decina di interventi prioritari, il primo dei quali è un censimento del patrimonio abitativo, premessa necessaria per passare all’intervento successivo, la riqualificazione delle abitazioni pubbliche da mettere a disposizione delle necessità abitative più urgenti. Riqualificazione potrebbe essere la parola chiave degli interventi richiesti: riqualificare il patrimonio dello IACP, del Comune, quello lasciato in eredità ad Enti come ospedali o istituti, ma anche i beni confiscati alle mafie e i quartieri fatiscenti e privi di servizi e spazi pubblici. E’ stato ricordato anche il patrimonio della Chiesa, spesso dismesso, e che potrebbe essere messo a disposizione delle famiglie in difficoltà con la scrittura di un protocollo con il Comune.

La costituzione di “un’agenzia casa”, fornita din un portfolio alloggi da assegnare anche in coausing, a livello comunale, potrebbe rispondere alla necessità di mettere insieme domanda e offerta. Altri interventi necessari: la graduazione degli sfratti, la risposta alle esigenze abitative degli studenti fuori sede, un calmiere degli affitti e la realizzazione di nuovi alloggi di edilizia pubblica popolare.

Sul tema del lavoro, che riguarda anche azioni a livello nazionale che ridiano dignità al lavoratore, dal salario minimo alla revisione dei contratti, è stato individuato come primo obiettivo il ripristino della legalità e il rispetto delle regole. E’ indispensabile, infatti, contrastare le forme di abusivismo che danneggiano coloro che, per svolgere un’attività, sostengono oneri e costi. Il miglioramento della formazione professionale, con l’adeguamento dell’offerta formativa alle esigenze attuali, e il sostegno all’artigianato di qualità, anche offrendo spazi espositivi gratuiti o a costi ridotti, è stato considerato un intervento indispensabile, insieme all’orientamento, un ‘vero’ orientamento, per gli studenti delle scuole. Indicazioni per opportunità lavorative legate all’attività di riciclo potrebbero servire anche ad incentivare l’economia circolare.

Quanto al tema della povertà educativa, uno dei più drammatici nel nostro territorio, la carta vincente può essere quella delle comunità educanti, che creino dei patti di collaborazione tra scuole, associazioni, parrocchie, per arricchire l’offerta formativa delle scuole e sostenerle nello sforzo di contrastare l’abbandono scolastico con il sostegno finanziario dell’aministrazione che deve utilizzare i fondi europei attualmente disponibili per progetti di lunga durata. Fondamentale l’utilizzo di questi fondi anche per garantire la sicurezza delle strutture scolastiche e per fornire le scuole di mezzi di trasporto per gli studenti. I minori stranieri e la popolazione carceraria sono stati individuati come destinatari di ulteriori interventi da chiedere all’amministrazione.

Tirando le somme di questo confronto, emerge un contributo significativo che viene dal basso, dalla cittadinanza attiva e dal Terzo settore, con idee e proposte che guardano ai nodi strutturali della città e al suo futuro. E in quanto tali possono trasformarsi in un autentico programma per quelle forze politiche che, in vista delle elezioni, vogliono davvero cambiare le sorti di una città che sta attraversando una delle sue ore più buie.

Argo

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  • Solo dalla lettura di questo articolo ho preso atto dell’esistenza del gruppo “La Rete dei numeri pari”.
    Se ne avessi avuto notizia prima sarei stata lieta di partecipare agli incontri.
    Mi sembra una bellissima iniziativa.
    Non ho idea di quali ne siano le componenti, a meno dei due nomi dei promotori e/o organizzatori che l’articolo stesso riporta..
    Mi auguro che la loro azione prosegua.
    Mi piacerebbe riceverne notizie.

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