22 idee progettuali ammesse alla votazione e una proroga al 21 novembre per consentire al maggior numero di persone di votare le proposte di ‘Democrazia partecipata’, come ha dichiarato il commissario Portoghese.
Per ‘Democrazia partecipata’, denominazione impegnativa che allude ad una corresponsabilità dei cittadini nella gestione della cosa pubblica, in effetti si intende – in questo caso – qualcosa di più modesto e limitato, il coinvolgimento dei cittadini nella scelta di un intervento da effettuare sul territorio del Comune con fondi appositamente stanziati dalla Regione (per Catania sono 200mila euro), come previsto dalla legge regionale n.5 del 2014.
Quest’anno le proposte sono state avanzate non dall’Amministrazione, ma da cittadini, associazioni, comitati, che stanno mobilitando amici, parenti e conoscenti per ottenere i voti necessari a promuovere la propria proposta.
In un certo senso questo passa parola ha supplito allo scarso impegno dell’Amministrazione nel pubblicizzare una iniziativa che ha coinvolto, in questi anni, un numero ridotto di cittadini.
Anche la presentazione delle idee progettuali sta di fatto avvenendo per iniziativa dei singoli proponenti, in ambiti ristretti di amici e attraverso i social e la stampa locale, anche perché sarebbe arduo fare una scelta solo sulla base delle poche righe dedicate alle singole proposte sul sito del Comune.
E qualcosa di più si potrebbe fare anche per rendere più facile la partecipazione al voto, che si può esprimere solo on line sul sito del Comune dopo essersi accreditati con il sistema di identità digitale, lo Spid, oppure recandosi di persona all’ufficio delle relazioni con il pubblico (URP) in piazza Duomo.
Due sistemi non proprio facilissimi per chi, avendo una certa età, ha poca o nessuna competenza informatica e spesso poche possibilità di spostamento veloce ed autonomo, in una città con servizi pubblici carenti come la nostra.
Lo hanno sottolineato, con la loro provocatoria iniziativa, gli ortolani di Librino che si sono recati in gruppo all’URP per votare la proposta progettuale presentata dall’associazione Librino Attivo, “Un polmone verde per la città, i giardini verticali di Librino”.
Riqualificando l’area di viale San Teodoro, dotandola di verde, bagni pubblici, aree attrezzate per lo sport e la socializzazione, si vuole non solo migliorare il quartiere ma anche far sopravvivere l’esperienza degli orti sociali avviati dal Comune al tempo della sindacatura Bianco.
Questi orti hanno permesso a un gruppo di anziani di attivarsi e fare qualcosa di utile per sé e per le proprie famiglie. Qualcosa, però, nel progetto, non ha funzionato, soprattutto per ciò che concerne la gestione e la manutenzione, con il rischio – così continuando – che l’esperienza si chiuda e vengano perduti i soldi pubblici investiti per avviarla.
Come spesso accade sul nostro territorio, la mancanza di manutenzione lascia deteriorare luoghi, strutture, iniziative in cui si è investito denaro pubblico, talora ‘tanto per spendere’ oppure per motivi elettorali e clientelari, senza credere nella reale utilità dell’intervento e dei suoi obiettivi.
Proprio per un progetto di ‘Democrazia partecipata’ sono stati spesi, un paio di anni fa, duecentoquaranta mila euro per acquistare e piantumare duemila nuovi alberelli che avrebbero dovuto rendere più verde la nostra città ma sono morti quasi tutti per mancanza di cura.
Forse questo progetto di coinvolgimento dei cittadini ha qualcosa che non va e andrebbe quanto meno rivisto.
Induce a riflettere anche il fatto che molte amministrazioni comunali siciliane non abbiano speso le somme a loro assegnate, che adesso dovranno restituire alla regione. Si tratta di somme abbastanza contenute rispetto ai bilanci comunali, ma la vicenda è significativa sia del poco appeal della iniziativa sia dello scarso impegno delle amministrazioni locali nell’utilizzo delle risorse disponibili.
In realtà la proroga è stata solo sulla carta, perche il sito del Comune non permette più di votare. Verificheremo oggi se si potrà votare all’U. R. P in piazza Duomo
In effetti la proroga non era stata recepita dall’ufficio addetto e la possibilità di votare on line era stata interdetta. L’intervento dei cittadini ha fatto sì che venisse ripristinata