Parlare di mafia e legalità con adolescenti o pre-adolescenti molto concentrati su se stessi, come è tipico di quell’età, non è facilissimo. Bisogna trovare il linguaggio giusto per coinvolgerli, scegliere gli argomenti concreti che possano agganciare la loro attenzione e accompagnarli nella riflessione.
Così i volontari dell’associazione Antimafia e Legalità si sono impegnati anche quest’anno a condurre una serie di incontri nelle scuole, non per ottemperare ad un rituale doveroso ma perché ritengono che valga la pena di scommettere sui giovani, potenziali attori di un autentico cambiamento.
Un linguaggio semplice e diretto, quello utilizzato con gli studenti, come ci dice Laura Basile, volontaria in prima linea dell’associazione, oltre che vicepresidente. Un linguaggio non solo verbale ma anche visivo, visto che negli incontri con i giovani vengono spesso proiettati film che trattano tematiche sociali, dal bullismo alla tossicodipendenza alla criminalità organizzata, molti dei quali prodotti da Antonio Chiaramonte di Cinemaset.
Le associazioni Cinemaset e Antimafia e Legalità hanno, infatti, firmato un Protocollo d’Intesa con il MIUR, “impegnandosi ad attivare una progettazione congiunta sui temi dell’educazione alla legalità e al contrasto alla criminalità organizzata”, allo scopo di “diffondere la cultura antimafia e favorire la partecipazione democratica in una prospettiva di sviluppo sociale”. E di recente è stato firmato anche un protocollo con il Comune e con la Città Metropolitana di Catania.
A dare l’impronta all’associazione è soprattutto il suo presidente, Enzo Guarnera, avvocato penalista, difensore di vittime di mafia, di testimoni e collaboratori di giustizia, e da anni sotto scorta.
Il pessismismo che permea la sua analisi della società non lo ha indotto a desistere dall’impegno, ma lo ha convinto della necessità di formare soprattutto le giovani generazioni che rappresentano una speranza di cambiamento.
Non solo. “L’antimafia deve uscire dai salotti e dai proclami, bisogna farla crescere sul territorio” dice Guarnera.
Ecco perché, allo scopo di sensibilizzare gli operatori economici sui temi dell’estorsione, dell’usura e della corruzione, e soprattutto per indurli a trovare il coraggio di denunciare, l’associazione ha annunciato ieri, nel corso della Conferenza Stampa tenuta nella Sala Giunta del Comune, che nei giorni 18 e 28 novembre, avranno luogo due Passeggiate della Legalità nelle principali vie del commercio cittadino.
Guarnera ha più volte, anche di recente, affrontato questi temi scottanti.
Ha denunciato il progressivo disimpegno, da parte delle istituzioni, nella gestione dei testimoni e collaboratori di giustizia, quasi “una volontà di scoraggiare il fenomeno della collaborazione” per evitare che emergano rivelazioni pericolose per chi gestisce il potere. Ha parlato di una mafia che, riducendo l’uso esplicito della violenza e praticando attività formalmente legali, cerca di mimetizzarsi all’interno della società, e di una mafia pronta ad elargire sostegno economico, a tassi usurai, sfruttando la pandemia e la crisi economica.
Ma, già dieci anni fa, aveva denunciato come la mafia utilizzasse la grande liquidità ottenuta con le estorsioni per fare prestiti usurai ad interessi spropositati, e soprattutto aveva rivelato l’inquietante costume diffuso in molte famiglie ‘normali’: affidare il proprio denato a noti mafiosi, piuttosto che depositarlo in banca, per ricavarne interessi molto più alti di quelli bancari.
Un costume, questo, che denota il diffondersi di un individualismo senza scrupoli, di un degrado dei valori morali che si può contrastare soltanto con un’attività di formazione che si proponga di cambiare la mentalità.
Le passeggiate della legalità hanno lo scopo di ridare fiducia a chi l’ha persa, fare conoscere meglio i provvedimenti di legge a sostegno di chi denuncia, far sentire meno soli coloro che devono affrontare le minacce estorsive, ma solo un’attività di educazione, soprattutto dei più giovani, potrà dare, nel lungo periodo, frutti duraturi.
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