Da venti-trent’anni ci vivono, alcuni ci sono nati. Altri hanno cresciuto lì i figli e i nipoti. Hanno visto avanzare il cemento e i palazzi, le strade, l’asfalto e il bitume. Hanno assistito alla nascita di qualche scuola e mai un solo servizio pubblico, una qualsiasi presenza delle istituzioni. Da quartiere satellite lo hanno visto trasformarsi in una gigantesca città nella città. Lasciata al suo destino, chiusa in sé stessa, separata da tutto il resto.
Eppure gli abitanti sono lì, si incontrano, discutono, propongono soluzioni per il loro quartiere. Per Librino. E’ questo il senso più profondo dell’assemblea promossa da “Librino Attivo”, ospitata Mercoledi 19 ottobre nella bella sala dei Briganti di Librino. Un’assemblea partecipata, dove i cittadini hanno affrontato tre grandi emergenze: trasporti, raccolta differenziata, parco urbano.
Donne e uomini che conoscono palmo a palmo quel territorio, in grado di indicare senza alcuno sforzo i punti di maggiore criticità e di mostrare vie d’uscita. Portatori di un senso di cittadinanza, di una dignità e compostezza da far arrossire gli avvocati, i notai, i colletti bianchi della Catania bene. È questo sentimento di comunità il valore più grande di Librino. Un valore che resiste, nonostante tutto, malgrado tutto.
La riprova è nella straordinaria esistenza di associazioni, di un volontariato vigile e vicino alla sofferenza quotidiana che, come ha sottolineato Giusy Milazzo, “non ha eguali in nessuna altra parte della città”. Una risorsa immensa che le donne e gli uomini di Librino hanno saputo costruire, accudire e coltivare. Giorno dopo giorno.
E che oggi, in una Catania alle prese con la crisi più grave degli ultimi decenni, può costituire una possibilità per l’intera città. Per il semplice motivo che affrontare i problemi di Librino, con i suoi 70 mila abitanti, significa affrontare i problemi della città tutta. È quanto emerso con forza dall’assemblea: per la prima volta, nonostante problemi di ogni sorta, dopo decenni si è aperta una finestra, una possibilità.
Viviamo un tempo strano, ha detto Filippo Gravagno nella sua breve introduzione, con tanti soldi disponibili e comuni che non sanno cosa fare”. Una contraddizione che apre una nuova e inedita possibilità di partecipazione, di soluzioni condivise dal basso, ha affermato Leandro Perrotta, presidente di Librino Attivo, “per finanziare progetti diversi da quelli del passato”.
Gli ha fatto eco Filippo Fagone: “Occorre costruire progetti nuovi, non più all’insegna del cemento ma della vivibilità, progetti fatti di attenzione verso le persone e alle loro esigenze”. Ma per fare ciò occorre la massima vigilanza e partecipazione dei cittadini. E’ quanto ha sottolineato Maurizio Palermo del Coordinamento Iniziative e Monitoraggio Pnrr : “Il progetto parco di Librino, finanziato con 17 milioni del Pnrr, rischia di essere una scatola vuota e bisogna capire cosa c’è dentro. Per vederci chiaro e orientare al meglio le scelte che verranno”.
Rannisi si è soffermato sul Parco Urbano Acquicella – Monte Po, una infrastruttura di civiltà su cui sono stati concentrati 15 milioni del Pnrr: “Attraverso il parco possiamo trasformare una zona degradata che oggi divide la città in una grande area che la unisce”. Rannisi, autentica ‘anima’ del futuro Parco, ha anche sottolineato come “il lavoro comune di tante associazioni, il loro non fermarsi dinanzi alle tante difficoltà incontrate possa rappresentare un modello di partecipazione e di iniziativa per le future scommesse di Librino”.
Scommesse che gli abitanti di Librino hanno ben chiare: Mariolina Blanco cha ha posto il tema della metropolitana, Ada Lo Bianco che ha denunciato, con dati alla mano, lo stato indecente dei trasporti nel quartiere e “i salti mortali che gli studenti devono fare per raggiungere le scuole poste a tre chilometri di distanza, al corso Indipendenza”. Il signor Castori ha sollevato la questione delle fognature carenti di qualsiasi manutenzione con tombini scoperti che rappresentano un autentico pericolo”. Altri interventi hanno avuto il merito di denunciare in maniera dettagliata sia la “strafottenza” di una parte dei cittadini ma soprattutto le ben più corpose e gravi responsabilità dell’amministrazione comunale.
Particolarmente dettagliata la denuncia dell’assenza di manutenzione degli immobili (con il Comune che ha rinunciato alle risorse disponibili non partecipando ad un bando nazionale), dei marciapiedi, delle strade, delle spine verdi, l’insostenibile lentezza con cui procedono i lavori per la realizzazione del parco Castagnola. C’è spazio anche per la denuncia di Paolo Maglia, ispettore di polizia, residente in un palazzo assegnato ad agenti delle forze dell’ordine, a rischio di sfratto per via di una intricata e finora irrisolta questione burocratica tra la Regione e la ditta costruttrice.
Piero Mancuso, fondatore dei briganti di Librino, rileva invece il paradosso delle eccellenze di Librino: “Abbiamo scuole d’avanguardia come la Musco e la Pestalozzi. Istituti che ogni giorno accolgono centinaia di ragazzi che vengono da fuori Librino ma lo fanno a fatica e con difficoltà per l’assenza di un autobus. E lo stesso vale per il campo da Rugby, un impianto che con i fondi Pnrr potrebbe diventare una vera e propria cittadella dello sport aperta a tutta la città”.
Da dove partire, o meglio, ripartire? I cittadini che si sono incontrati lo hanno detto chiaramente. Occorre innanzitutto continuare nel solco del lavoro di squadra tracciato da Librino attivo, da Leandro Perrotta, Fabio Scuto e Sara Fagone che in tutti questi anni, anche dentro il dramma del Covid, hanno tessuto rapporti e relazione con gli abitanti, hanno combattuto contro il silenzio e l’indifferenza delle istituzioni, hanno organizzato, insieme alle associazioni sportive del quartiere, iniziative in grado di coinvolgere bambini, scuole e cittadini, come ad esempio “Librino in movimento”,
La seconda esigenza che l’assemblea ha fatto emergere con estrema chiarezza è che occorre unire le forze per costruire una vera e propria “Vertenza Librino”, per mettere mano ad un piano organico di interventi condiviso con la cittadinanza. La partita non riguarda solo Librino ma la città. Perché se riparte Librino riparte Catania. Con questa consapevolezza gli abitanti di Librino hanno rivolto un appello al commissario straordinario del Comune di Catania, Federico Portoghese, affinché si rechi lì di persona e si renda conto direttamente dello stato di cose. Perché sia il primo a prendere atto che Librino può rappresentare, se lo si vuole, una grande speranza per Catania.
Ma non c’era alcun rappresentante del comune? E come e chi vigila sui progetti , se ne esistono, del Pnrr?
Bravi, bravissimi tutti!
Non mollate : siete davvero un grande esempio.
Elvira Iovino