Abbiamo tutti dei luoghi del cuore, o almeno luoghi che vorremmo vedere apprezzati e valorizzati per la loro bellezza e unicità. Quando alcuni di questi luoghi sono considerati degni di essere protetti e valorizzati a vantaggio di una intera città, può nascere un progetto, come quello del Parco Monte Po- Vallone Acquicella, pensato per offrire a Catania quelle infratture verdi e quella ricucitura tra quartieri di cui ha estremo bisogno.
Cosa accade se qualcuno di coloro che hanno condiviso un progetto come questo trova, all’interno del perimetro del Parco proposto, una porzione di terreno, che era libera fino a qualche giorno prima, invasa da lastre di cemento-amianto, infissi di legno con vetrate e altro materiale derivante da demolizione di murature?
Certamente costui proverà indignazione, rammarico, ma avrà anche volontà di reagire, di intervenire perchè la situazione non degeneri ulteriormente.
E’ accaduto così a Giambattista Condorelli, ingegnere attivamente impegnato in associazioni di valorizzazione e difesa del territorio, dal Cai a Sicilia Antica. Gli è sembrato abbastanza probabile che lo scempio avrebbe avuto seguito ed è intervenuto per cercare di bloccarlo. Innanzi tutto con una denuncia ai carabinieri, che la trasmetteranno alla Procura, che, a sua volta, la inoltrerà al Nucleo Operativo Ecologico (NOE) degli stessi Carabinieri
Oltre a notare il materiale abbandonato, Condorelli ha osservato che era stato realizzato un pianoro, fino a poco tempo prima inesistente, da cui sarebbe possibile, con un camion con cassone ribaltabile, scaricare agevolmente altri rifiuti dello stesso tipo di quelli già abbandonati (quasi certamente provenienti dalla ristrutturazione di edifici) o di altro tipo
Che si trattasse di un intervento recente (oltre che deliberato, perchè realizzato con l’aiuto di un mezzo meccanico), è stato confermato dal confronto con l’immagine di quella stessa area registrata da Google Earth, in cui mancano sia il pianoro che i rifiuti scaricati nei pressi.
Tutto il gruppo dei promotori del progetto di Parco è stato avvertito della preoccupante scoperta e ha concordato sulla opportunità di inviare, alle autorità competenti, una richiesta formale di sollecito intervento affinché i rifiuti vengano rimossi e i responsabili individuati e sanzionati.
Tra i destinatari della missiva ci sono, innanzi tutto il Comune, che dalle mappe in possesso del Comitato sembra essere proprietario del tratto di terreno interessato dalla discarica, e poi la Regione e la Citta Metropolitana.
Dell’Ente municipale sono stati interessati, oltre al Sindaco (anche nella qualità di autorità sanitaria), gli assessorati all’ambiente e all’urbanistica con le rispettive direzioni, della Regione è stato coivolto il Corpo Forestale, mentre la Città Metrolitana è interessata come ente a cui fanno capo i Piani Urbani Integrati, al cui interno, per quanto riguarda Catania, è stato inserito il progetto di Parco suburbano Monte Po – Vallone Acquicella.
La richiesta di intervento immediato nasce da alcune preoccupazioni: quella di ridurre il danno ambientale, già notevole vista la presenza di materiali tossici e nocivi e che potrebbe crescere se si aggiungessero altri rifiuti comunque pericolosi; quella di evitare che una eventuale crescita di volume della discarica faccia aumentare i costi di bonifica, soprattutto a causa della presenza di lastre di cemento-amianto, il cui smaltimento è estremante costoso. Le risorse disponibili per il Parco verrebbero, di conseguenza, ridotte e la sua realizzazione messa in forse.
Chi infatti ha realizzato il pianoro con l’intento di facilitare lo scarico di materiale potrebbe essere collegato ad uno o più piccoli imprenditori edili che hanno necessità di smaltire il materiale di risulta prodotto e potrebbero decidere di continuare a farlo, illegalmente, nella parte alta della collina di Monte Po.
Ai destinatari della richiesta di intervento sono stati contestualmente segnalati due recenti casi di incendio verificatisi in prossimità della collina di Monte Po, nei pressi di un’area andata fuoco nello scorso anno, spenti dai Vigili del Fuoco dietro segnalazione di un altro componente del Comitato promotore del Parco, il botanico Rosario Turrisi.
La richesta, in questo caso è quella di “riportare su cartografia le aree percorse da incendi in modo che si possa dare seguito all’apposizione dei vincoli discendenti dalla normativa sugli incendi, relativi alle aree a pascolo o edificabili”.
Il documento del Comitato, spedito per posta certificata, risulta già ricevuto dalle amministrazioni interessate. Attendiamo di conoscere l’esito della sollecitazione e ci auguriamo un intervento tempestivo e risolutivo.
Il territorio va salvaguardato e le iniziative a sua difesa portate avanti dai cittadini e dalle associazioni devono essere incoraggiate anche da una pronta risposta delle istituzioni.
Leggi il testo della denuncia ai carabinieri
Leggi il testo della richiesta di intervento alle autorità competenti
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