L’area del cantiere è recintata, i lavori sono iniziati. Parliamo del parcheggio Sanzio, uno dei tre parcheggi scambiatori finanziati dalla Regione nel 2019, che dovrebbero rendere più scorrevole il traffico cittadino inducendo gli automobilisti a lasciare il proprio mezzo e proseguire con il mezzo pubblico.
Nel caso del parcheggio Sanzio, si dovrebbe intercettare il traffico proveniente dalla zona collinare a nord della città, il più alto numero di automobili che arrivano giornalmente in città, si parla addirittura di centomila..
Per poter svolgere il ruolo di parcheggio scambiatore Sanzio ha, tuttavia, due criticità che avevamo già segnalato quando sono stati resi noti i progetti.
Il numero di stalli previsti dal progetto, 315, appare del tutto insufficiente rispetto al numero di autoveicoli che arrivano in città dai paesi etnei, ed è inadeguato, almeno attualmente, anche il numero e la frequenza dei mezzi pubblici con cui effettuare lo scambio.
Vero è che nei pressi di piazzale Sanzio, a distanza di poche centinaia di metri ci sono le fermate di altre linee AMT (anch’esse con scarsa frequenza, anche di un’ora) e una stazione della metroplitana. Quest’ultima funziona in modo regolare ma non è vicinissima e conclude il servizio alle ore 21 (a parte il fatto che la presenza delle scale e la mancanza di un ascensore funzionante ne rende impossibile l’utilizzo ai portatori di handicap).
Nessuna di queste alternative, quindi, è tale da convincere a lasciare l’auto nel parcheggio Sanzio per recarsi in centro. Lo stesso parcheggio, d’altra parte, è molto vicino al centro, un centro non interdetto alle automobili e dove gli automobilisti sanno di avere delle buone chance di posteggiare vicino alla loro destinazione. Ecco perchè Sanzio sembra – nonostante la denominazione di parcheggio scambiatore – destinato a diventare solo un parcheggio di servizio per l’area limitrofa.
In assenza di offerte plurime e frequenti di scambio e soprattutto in assenza dell’interdizione all’ingresso delle auto in centro città, il parcheggio Sanzio non sarebbe diventato scambiatore neanche se fosse stato multipiano interrato.
Un parcheggio multipiano interrato in piazza Sanzio era stato proposto otto anni addietro, un progetto contro cui Argo si è battuto con decisione perchè prevedeva, nel piano interrato, un supermercato e un cinema e avrebbe di fatto consentito l’accaparramento privato di uno spazio pubblico, creando posti auto soltanto per le attività previste e non per la città.
Bloccato quel progetto, anche per intervento dell’Autorità anticorruzione sollecitata dai cittadini, la nuova versione, a raso e con pochi stalli, non appare uno strumento che possa contribuire a risolvere il problema della mobilità urbana.
Esaminiamo nel dettaglio il progetto.
Per quanto riguarda il verde, il progetto prevede un’ampia fascia di parco lungo la via Rafafello Sanzio, che si configura come altra sponda del parco esistente a valle della strada. A questo verde si dovrebbe aggiungere la presenza di alberi per ombreggiare gli stalli, intenzione lodevole sempre che vengano impiantate essenze adeguate.
Nel rispetto delle prescrizioni del regolamento edilizio comunale, che impone che almeno l’80% dell’area sia “tassativamente” permeabile, il progetto prevede che, per la pavimentazione, venga utilizzato cemento industriale drenante. Anche se questo materiale pare dia buoni risultati, non è detto che sia sufficiente a contrastare le conseguenze dei rovesci d’acqua concentrati e molto consistenti che si verificano sempre più spesso, provocando disastrosi allagamenti. Ecco perché sarebbe opportuno integrare l’uso del calcestruzzo drenante con aree del tutto drenanti.
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Del regolamento edilizio non sono osservate le norme riguardanti il numero di stalli per le biciclette, che sono solo 20 mentre il regolamento prescrive che debbano occupare almeno il 5% dell’area. Non è rispondente alle prescrizioni neanche la dimensione degli stalli per le auto, per i quali è indicata in progetto la misura di m 2.30×5 contro i m. 2.40×5 della normativa.
Alla luce della crescente diffusione di auto ibride ed elettriche, sarebbe auspicabile, inoltre, un numero molto maggiore di stalli dotati di connessione per la ricarica elettrica (nel progetto sono solo 6 su un totale di 315) .
Nessun parcheggio realizzato ad arte e nel rispetto delle prescrizioni può liberare la città dal traffico e ridurre l’inquinamento, migliorando la qualità della vita, se non sarà interdetto l’accesso delle auto private al centro cittadino, potenziando nel contempo il trasporto pubblico e aumentando la frequenza delle corse soprattutto nelle ore di punta.
Un’altra cosa che manca e che favorirebbe il turismo sono degli stalli per camper con camper service (colonnine per l’elettricità e carico e scarico acqua) a pagamento, visto la vicinanza della metropolitana sarebbe perfetto. In tutte le città europee esistono simili attrezzature spesso vicinissime al centro storico.
Da evidenziare, inoltre, che tutta l’area in oggetto, recintata per i lavori conseguenti, rappresenta ufficialmente l’area di attesa n. 4 – di emergenza di protezione civile. ( da sempre, fin dalla determinazione).
………Ci sono ancora gli appositi cartelli. Così, tanto per fare sapere a tutti, non solo ai residenti, che in quel luogo era ubicata una grande area di attesa, post terremoto.
Infatti, ubicata nella terza Municipalità, tra viale R. Sanzio e via Imperia. E’ tra le più grandi della città: al terzo posto con 28.410 mq., tra le aree di attesa ( a seguito di eventi sismici-terremoti) previste nel comune di Catania.
La terza Municipalità ha circa 43.000 abitanti. Nella sua area di competenza territoriale sono state programmate 13 aree di attesa, per un complessivo di 72.334 mq.
L’area di attesa n. 4 rappresenta il 40% delle aree di attesa ubicate nella terza municipalità. Nel sito del comune di Catania, nella sezione interessata: https://www.comune.catania.it/il-comune/uffici/protezione-civile/aree-emergenza/ alla voce “ aree di ammassamento ( aree di accoglienza per i soccorritori) si legge – in una nota descrittiva pubblicata nell’ottobre 2007, con ultima revisione del 3 settembre 2019 – , tra l’altro:…… “ Si devono individuare aree non soggette a rischio (dissesti idrogeologici, inondazioni, etc..), ubicate nelle vicinanze di risorse idriche elettriche e ricettive per lo smaltimento di acque reflue. Tali aree dovranno essere poste in prossimità di un nodo viario o comunque dovranno essere facilmente raggiungibili anche da mezzi di grandi dimensioni.”
Quindi, di fatto,conseguentemente all’inizio dei lavori è stata chiusa l’area di attesa n.4.
Sarebbe molto interessante e utile sapere se l’ Amministrazione comunale:
* intende rimuovere i cartelli segnalanti un pubblica funzione non più esistente, ormai da alcuni mesi.
* Se intende reperire – dando immediata pubblica conoscenza – nell’area della 3° Municipalità una superficie equivalente che svolga le funzioni di “ Area di attesa n.4 – di emergenza di protezione civile.
Come è ben noto nell’area del catanese, compresa quindi l’area della città di Catania, il terremoto è sempre in “agguato”. Costantemente, 24/ su 24 h. L’evento terrificante più rilevante risale al dicembre 1990 “ terremoto di S. Lucia” – Le aree più colpite furono quelle di Siracusa, Catania e Ragusa: magnitudo 5.6 con profondità di 12 km. -, poi, in tempi più vicini, l’evento sismico del 26 dicembre 2018 che colpì Catania e parte della sua provincia.
LA QUESTIONE E’ MOLTO URGENTE! Dato il rilevante ritardo temporale accumulato.