E’ davvero in vista del bene collettivo che politici e sindacalisti propongono di abbandonare il progetto della cosiddetta Cittadella della Polizia, prevista a Librino, e di realizzarla piuttosto nell’area dell’ex ospedale Ferrarotto?
Di recente il tema è stato riproposto dai sindacati di polizia Siap e Siulp e dalla senatrice Drago di Fratelli d’Italia, che suggerisce anche di collocarvi la sede dell’Arma dei Carabinieri realizzando così “un sicuro presidio contro la criminalità”.
Una presa di posizione che ha del paradossale: non si accetta che il presidio contro la criminalità venga collocato in quella ‘città satellite’ indicata – a torto – come il massimo covo della criminalità…
Possibile che la presenza dello Stato, richiesta più volte e a gran voce dai residenti e dalle associazioni di Librino, in massima parte abitato da persone per bene, venga messa in discussione proprio da chi dovrebbe rappresentare la difesa della legalità?
Il prestesto accampato per chiedere lo spostamento di sede è lo stato del terreno, di proprietà comunale, situato tra viale Nitta e viale Bonaventura, che viene definito “contaminato da ogni tipo di rifiuto, compreso l’amianto” e nel cui sottosuolo sono presenti “due infrastrutture (condotte di acque reflue)”.
Se lo stato dell’area è veramente disastroso come si dice, la bonifica va fatta comunque, a protezione della salute collettiva. Soprattutto la presenza di amianto non può essere ignorata, tanto più adesso che un comunicato ufficiale, diffuso a mezzo stampa, lo ha segnalato: c’è una legge regionale (lr 10/2014) che ne prescrive la rimozione.
E’ grave, piuttosto, che nulla sia stato ancora fatto, considerato che, due anni fa, questa situazione era stata denunciata ed era stata prospettata una eventuale modifica del progetto che lo rendesse compatibile con la presenza dei collettori fognari.
Ci sarebbe piuttosto da chiedersi perché venga riproposta oggi una questione su cui il sindacato Siap aveva anche presentato alla Procura un esposto di cui è stata chiesta da tempo l’archiviazione.
L’impatto della comunicazione è pesante per i residenti di Librino e per chiunque intenda affermare una idea di città che punti alla reale integrazione delle periferie.
E’ come se si ribadisse che a Librino nessuno vuole andare a lavorare, che tutte le istituzioni locali ed i professionisti e gli impiegati che lavorano nei loro uffici (Comune, Regione, Tribunale, Polizia) vogliono restare in centro città, anche a costo di peggiorarne la vivibilità e di ingolfarne il traffico.
E’ un problema che si è presentato, e si ripresenta, per gli assessorati comunali, di almeno uno dei quali da tempo viene chiesto lo spostamento a Librino, per il Centro direzionale della Regione (anch’esso previsto a Librino e di cui oggi si prospetta la realizzazione a Nesima), per i nuovi uffici del Tribunale (la cosiddetta Cittadella Giudiziaria) e adesso per la Cittadella della Polizia, vale a dire il suo Centro Polivalente.
A Librino ci sono gli spazi, in alcuni casi già individuati, e le arterie stradali di collegamento, non si pone il problema del parcheggio, dovrebbe arrivarci presto anche la metropolitana.
L’esperienza degli utenti che si recano oggi presso l’ospedale San Marco dimostra che l’area di Librino è più a portata di mano di quanto i catanesi pensassero.
Per quanto riguarda la Cittadella della Polizia, se l’opera è necessaria ed i Comune non ha i soldi per la bonifica del terreno individuato, intervenga lo Stato. Sempre che ci sia la volontà politica di procedere.
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