La visita all’Istituto Penale Minorile, fatta dal nuovo vescovo nel giorno del suo insediamento nella nostra diocesi, sembra che non debba restare isolata. Oggi Elvira Iovino, anima del Centro Astalli di Catania, ci racconta la visita che Luigi Renna ha fatto alla sede di via Tezzano, dove si è presentato martedì cinque aprile.
Sembra proprio che voglia rispondere all’invito di papa Francesco ad essere “chiesa in uscita”, che non si chiude nel proprio mondo, non costruisce muri o steccati ma esce, va incontro agli altri, in particolare ai più fragili.
Questa volta ha scelto l’associazione che si occupa dei migranti, dei rifugiati, a cui offre gratuitamente servizi essenziali, dall’ambulatorio medico a quello legale alla scuola di italiano.
Nel perfetto stile di don Tonino Bello, suo amato conterraneo, martedì scorso è venuto a visitare il Centro Astalli il nuovo arcivescovo di Catania don Luigi Renna.
È arrivato sorridente e interessato a tutto, accompagnato da padre Massimiliano Parisi, e subito si è informato di quali fossero i servizi del Centro.
Ha stretto la mano a tutti e ha dimostrato un’attenzione particolare per i bambini. Si è seduto con loro attorno a un tavolo, ha chiesto carta e colori e ha cominciato a disegnare recitando una filastrocca che è piaciuta moltissimo a tutti e che da allora i bambini ripetono sempre con gioia.
Dopo, attento ad ogni risposta, ha chiacchierato amabilmente con tutti, si è interessato al Ramadan dei musulmani, appena iniziato, chiedendo i nomi delle loro preghiere, ha fatto tante domande sulle nostre esigenze e difficoltà, notando come fossero sacrificati i nostri spazi.
Ha chiesto a questo punto a padre Massimiliano quali locali la Curia avesse disponibili e ha fatto scambiare i numeri di telefonino col nostro presidente Riccardo Campochiaro per andarli a vedere
Ha chiesto alla medica responsabile dell’ambulatorio Valentina Mazzeo se la cura dei migranti a Catania fosse sufficiente e se ci fosse una buona odontoiatria sociale.
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Ci ha lungamente raccontato come don Tonino Bello, che amava parlare di “chiesa del grembiule” ricordando che il grembiule è l’unico ‘paramento sacro’ citato nel Vangelo, avesse seminato pratiche virtuosissime a vantaggio degli ultimi
Infine ha riso di cuore quando gli abbiamo raccontato di avere molto apprezzato le sue catechesi quaresimali che avevamo ascoltato con cura per “spiarlo” e sentire cosa dicesse
Con questo vescovo speriamo di avere la ‘chiesa ospedale da campo’ in cui si curano le ferite ‘cominciando dal basso’, di cui parla papa Bergoglio, la chiesa col grembiule che tanto desideriamo.
Credo che per Catania sia un momento eccezionale, con tante realtà significative. Tutte queste energie dovrebbero convergere, lavorando sulle differenti sensibilità contro le mafie e gli indifferenti