Pochi giorni fa in piazza della Repubblica a Catania diverse persone ‘senza fissa dimora’, che lì avevano trovato un precario riparo, sono state sgomberate e i loro beni (tende, coperte, effetti personali) gettati nel camion dei rifiuti.
Un’operazione svolta in assenza di esponenti dei servizi sociali del Comune e dell’assessore delegato, gestita, invece, dall’assessore con delega ai rifiuti e alla polizia urbana. In sostanza, persone che vivono un grave disagio abitativo, sociale e psicologico sono state trattate come “rifiuti da rimuovere”.
Capiamo il disagio degli abitanti della zona, ma anche per questo motivo riteniamo inammissibile affrontare un problema sociale come se si trattasse di ordine pubblico.
La domanda corretta da porsi è: perché le istituzioni hanno lasciato che la situazione si incancrenisse senza programmare nessun intervento in grado di garantire supporto sociale e psicologico per tutte le persone senza fissa dimora, con l’obiettivo di accompagnarle verso soluzioni abitative adeguate e dignitose?
Sicuramente non per mancanza di fondi, come sottolinea nella nota che segue Rifondazione Comunista.
Ennesimo sgombero dei senza fissa dimora dalle strade di CataniaIl Quotidiano la Sicilia scrive “…Il comune sentire non dovrebbe accettare che in pieno centro e in una città come Catania continuino a sussistere situazioni di degrado…”.
Le immediate dimissioni dell’assessore e un posto sicuro e igienico dove i senza tetto possano ricoverarsi sono le principali richieste del terzo settore e di varie associazioni.
Rifondazione Comunista invece vuole che la città sappia come l’amministrazione che governa questa città utilizza i fondi a sua disposizione, fondi che potrebbero risolvere definitivamente il problema dei senza tetto (non, quindi, offrendo soluzioni temporanee) e vuole che “il comune sentire” rivolga il suo disgusto non verso chi è costretto a vivere sulla strada ma verso chi ha le responsabilità del degrado della città.
Nel 2015 è stata istituita a Catania “Via dell’Accoglienza”, la residenza fittizia per i senza dimora, consentendo ai soggetti che hanno perso la residenza anagrafica di riacquisire i fondamentali diritti costituzionali, quale il diritto alla salute mediante l’assegnazione di un medico di base.
Nel contempo il Comune di Catania ha stilato un protocollo d’intesa con l’associazione “Avvocato di Strada ODV” con sede a Bologna, per il tramite dello sportello locale, che si occupa di fornire assistenza legale gratuita in favore di persone senza fissa dimora e svantaggiate, assistendole nelle domande di iscrizione anagrafica all’indirizzo convenzionale.
Ciascuna domanda viene valutata dall’Ufficio dei Servizi Demografici del Comune che accerta la sussistenza delle condizioni necessarie per l’iscrizione. Oggi l’associazione offre assistenza con il proprio sportello e ha stabilito una stretta relazione con altre realtà di volontariato operanti sul territorio della Città di Catania, nonché con i Servizi Sociali che permette di selezionare i veri bisognosi di aiuto.
Nel novembre del 2018 il Segretario Generale del Comune di Catania dichiara ammissibile a finanziamento il Progetto “Radici” – Servizi per l’inclusione sociale – del PON METRO 2014-2020 di 4.400.000,00 euro.
Il progetto indica, quali destinatari ultimi dell’intervento, individui senza fissa dimora, individui in temporanea situazione di emergenza abitativa, beneficiari di protezione internazionale, sussidiaria e umanitaria nonché richiedenti asilo o migranti che non possono beneficiare di alcuno status di protezione. Tra gli obiettivi: Sperimentare e diffondere il modello dell’’housing first (prima la casa) e recuperare al rapporto con i Servizi una fetta di popolazione che vive ai margini della realtà sociale e non accede ai servizi socio-sanitari.
Dopo pochi giorni, come primo intervento, viene bandita una gara per “Servizio gestione sportello di counseling e unità di strada” impegnando 650.000,00 euro. A ottobre del 2019 il Consorzio Solco si aggiudica il servizio. Il capitolato stabilisce che la durata del contratto è di 36 mesi.
Lo sportello deve fungere da coordinamento tra le unità di strada offerte dal privato sociale (parte del Presidio Leggero) ed anche da raccordo tra la persona senza fissa dimora e/o in condizioni di marginalità sociale ed i servizi territoriali e, nella sua funzione di prossimità, risulta in grado di avvicinare e, in alcuni casi, agganciare le persone in condizioni di particolare marginalità ed esclusione e/o senza fissa dimora che non si rivolgono affatto ai servizi, anzi rifuggono da essi.
Tra le varie prestazioni del Servizio Unità di Strada vi è anche l’accompagnamento per l’iscrizione nelle liste anagrafiche della popolazione residente, secondo quanto stabilito dalle Linee di Indirizzo per l’iscrizione anagrafica delle persone senza fissa dimora presenti abitualmente sul territorio comunale, approvate con Provvedimento Sindacale del 17/04/2015.
Non dobbiamo mai dimenticare che la residenza dà diritto al reddito di cittadinanza ovvero ad un importo mensile che può ridare dignità a chi è stato costretto a vivere per strada.
Ad oggi, 19 marzo 2022, il Consorzio Solco ha lavorato per 29 mesi (rimangono 7 mesi al termine del contratto) e quindi si presume che, nella nostra città, quasi più nessuno dovrebbe vivere sulle strade.
Invece abbiamo assistito ad una operazione indegna da parte di una amministrazione che incamera finanziamenti (soldi dei cittadini) per poi affidarli a chi non si sa come li utilizzi. Nessuno mai chiede come i soldi vengano realmente utilizzati. Il risultato finale è che l’amministrazione da una parte finge di avere cura degli svantaggiati e dall’altro scaccia, lontano dalla vista dei cittadini, chi mantiene in condizioni estreme.
L’utilizzo improprio di finanziamenti del PON Metro viene aggravato nel 2019 da ulteriori “misteriosi” utilizzi di finanziamenti per “Affidamento Servizio Accoglienza h24 Presa in Carico e Sostegno Psicologico ai Senza Dimora”, interventi previsti dal PON INCLUSIONE. Evidentemente i 4.400.000,00 euro del PON METRO non erano sufficienti per risolvere il problema dei senza tetto.
Di questo intervento sappiamo solo il fine da perseguire: Sostenere la riduzione della marginalità estrema attraverso il potenziamento dei servizi rivolti alle persone senza dimora.
Si presuppone che coloro che a luglio del 2021 hanno vinto la gara (R.T.I Fondazione Ebbene) faranno qualcosa di diverso e di aggiuntivo rispetto agli interventi previsti dal Progetto “Radici”.
Si presuppone perché non è dato saperlo. Malgrado la vigenza di una legge sulla trasparenza e sull’anti corruzione, la Direzione Servizi Sociali del Comune di Catania ha dimenticato di pubblicare il Capitolato e l’Avviso della Gara.
Il Circolo catanese di Rifondazione Comunista “Gabriele Centineo” ha inviato due richieste di accesso agli atti e presto renderà pubbliche le informazioni acquisite.
Cinzia Colaianni, esecutivo Circolo Centineo
Nicola Candido, segretario regionale PRC Sicilia
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Salve, Ho letto l'articolo di Argo come sempre attento ai bisogni della città di alla cura per l'informazione vera e libera. Parlo come operatrice di unità di strada che bene e da molti anni conosce i ragazzi che vivono in strada e le condizioni in cui vivono. Siamo noi che giriamo tra le tende(certe volte anche dentro per cercare qualcuno), siamo noi che accogliamo i loro disagi e i loro sfaccettatissimi caratteri e reazioni.
È stata una bruttissima cosa quella che è successa, anche perchè a quanto mi risulta, i ragazzi nè tantomeno noi delle unità di strada siamo stati avvisati in tempo. È triste che ci si occupi di persone con un camion di rifiuti senza dare alternative, ma proprio perchè ho sempre amato parlare in maniera onestà, mi preme dire che non tutto è come si è ascoltato in questi giorni.
Mi sono recata in piazza della Repubblica qualche ora dopo lo sgombero per capire come stessero i ragazzi e li ho trovati nelle strade limitrofe confusi e tristi. Avevano le loro coperte e le loro cose e molti di loro le tende piegate(ne hanno buttato due o tre).Il comune non ha spesso ascoltato la voce di chi vive in strada, spesso noi esseri umani pensiamo di poter sapere di cosa la gente ha bisogno, abbiamo la presunzione di mettersi nei loro panni. La strada non è così,la strada è misteriosa, cattiva e spesso mette anche noi volontari in condizioni di disagio perchè delusi da aspettative.
Un dormitorio? Certo! Ma non sarebbe la soluzione se non ci fossero progetti mirati per ognuno di loro e per far capire loro che si può uscire dalla strada. Senza questa consapevolezza scapperebbero subito come fanno di solito ogni volta che qualcuno di noi, comune compreso offre loro un alloggio.
La residenza virtuale è un'altra bella gatta da pelare ma fortunatamente negli ultimi tempi le cose stanno prendendo una piega migliore.Noi al centro Astalli da anni ormai forniamo la residenza virtuale ai migranti e come noi altre realtà sul territorio lo fanno con autoctoni e stranieri. Spesso non è semplice o alcune situazione è giusto che siano monitorate ma riusciamo comunque a portare avanti il tutto la maggior parte delle volte.
Piazza della Repubblica ultimamente era davvero pericolosa a livello sanitario e non solo, sia per i senzatetto che per i residenti. Noi per primi abbiamo sempre cercato di convincerli a pulire sia per il loro benessere che per rispetto alla gente che vive lì e che inevitabilmente ha un'idea assolutamente negativa degli abitanti sotto i portici.Da buonk amici abbiamo sempre cercato di convincerli a non perdere la dignità e quella parte anche dalla pulizia e dal rispetto verso l'ambiente che li ospita.
Lo sgombero è stato una vergogna anche perchè come sempre ha dato adito a lotte politiche utilizzando storie di persone che sono diventate in questi modo note a tutti (cosa che spesso non gradiscono). Insomma, il mio intervento condanna assolutamente l'accaduto, ma invita giornalisti, avventori, scrittori sui social e semplici passanti ad andare in fondo alle cose perchè certe volte le cose nascondo delle verità scomode. Parlo con estremo amore verso i ragazzi in strada e chi mi conosce lo sa e mi piacerebbe che questo grosso rumore mediatico si tramutasse oltre che in lotta, anche in fatti concreti .