“Prendi in mano la tua vita e fanne un capolavoro” è la frase incisa sui braccialetti di vario colore che il nuovo vescovo Luigi Renna ha portato in dono ai ragazzi ristretti dell’Istituto Penale Minorile di Bicocca che ha visitato lo scorso 19 febbraio, dopo essere stato alla sezione adulti.
Una frase nota, che potrebbe apparire scontata, se non fosse destinata a giovani che la propria vita hanno rischiato e rischiano di bruciarla.
‘Siete in tempo a non farlo’ ha volutio dire Renna che, durante la Messa, è tornato sul tema invitando i giovani reclusi a cancellare dal proprio vocabolario la parola ‘ormai’, e quindi la rassegnazione all’inevitabile, perché il cambiamento è possibile, è a portata di mano.
Nulla di paludato e distaccato in questa prima uscita del vescovo, che si è presentato all’IPM in abiti civili, ha voluto conoscere la struttura, si è intrattenuto a lungo con i ragazzi, gli operatori e le guardie penitenziarie, ed ha assicurato che sarebbe tornato presto.
Approfittando della bella giornale di sole, la Messa è stata celebrata all’aperto, nel campetto di calcio, e l’omelia è stata semplice, arricchita da qualche aneddoto, perché i fatti parlassero più di molte parole.
Della vita dei giovani reclusi parlano i doni offerti al Vescovo, a comiciare dalla bella croce lignea, da loro stessi realizzata con legno antico all’interno del laboratorio di restauro. Organizzato dall’associazione La Poltrona Rossa e guidato da un esperto restauratore, Giuseppe Parisi, questo laboratorio offre ai giovani anche la possibilità di imparare un mestiere e divenire un domani degli artigiani.
Al vescovo sono state donate anche delle cartoline ideate e dipinte dai giovani ristretti nel corso di un altro laboratorio, “Ti racconto un libro”, gestito dall’associazione Costruiamo Ponti e finanziato, come il precedente, dalla Tavola Valdese. Insieme alla responsabile Naomi Puglia e agli operatori che la collaborano, i ragazzi leggono e discutono un testo da cui verrà tratto un audiolibro e partecipano ad un laboratorio di pittura in cui realizzano cartoline come quelle offerte al vescovo.
Renna le ha molto apprezzate, al punto di chiedere ai ragazzi di creare una immagine ispirata alla Pasqua che egli stesso provvederà a fare stampare utilizzandola come biglietto di auguri.
Ultimo dono, una pianta di mirto proveniente dall’orto dell’Istituto, che il prelato si è impegnato a mantenere in vita trapiantandola.
Non è certo casuale, da parte di Renna, la scelta del carcere come meta della sua prima visita pastorale. Una visita effettuata proprio nel giorno dell’insediamento nella nuova diocesi, ad indicare l’intenzione di fare proprio lo stile e il monito di papa Francesco, la sua concezione di una chiesa non autoreferenziale e chiusa in se stessa , ma “in uscita” verso gli altri, soprattutto “verso le periferie, non solo quelle geografiche, ma anche quelle esistenziali”.
L’attenzione ai giovani reclusi era emersa anche nel primo messaggio di Renna alla città, inviato subito dopo la notizia della sua nomina. In quell’occasione, definendoli come coloro che “si sono visti rubare il tesoro della loro età”, aveva fatto un accenno indiretto alle cause complesse della devianza giovanile di cui tutta la società è responsabile.
Dei giovani, di tutti i giovani, Renna ha parlato anche in occasione del suo incontro con la stampa, quando ha sottolineato l’emergenza educativa che caratterizza la nostra società, invitando – nello stesso tempo – ad avere fiducia nella nuove generazioni.