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Etna, da regionale a parco nazionale

A Muntagna” merita ed ha bisogno di diventare Parco Nazionale.

Lo merita perché è il vulcano attivo più alto d’Europa e uno tra i più attivi del globo, è anche uno dei vulcani più studiati e monitorati al mondo e riveste un’importanza scientifica e culturale globale, per la vulcanologia, la geofisica e altre discipline di scienze della terra, come leggiamo nel sito dell’Unesco che ha riconosciuto l’Etna come patrimonio dell’umanità.

Ne ha bisogno perché l’inefficiente burocrazia regionale e gli interessi particolari locali hanno determinato lo stato di abbandono e di grave degrado dell’attuale Parco, istituito nel 1987 con decreto del Presidente della Regione siciliana, dalla cui gestione è stata esclusa una componente essenziale con l’abolizione (nel 2012) dei Comitati Tecnico Scientifici.

Che l’Etna dovesse divenire un Parco Nazionale lo prevedeva già la legge quadro sulle aree protette del 6 dic 1991 n.394 (art.34, comma 6).

Oggi l’obiettivo viene riproposto da Legambiente Sicilia, che lo ha inserito nel “Decalogo per la natura e la biodiversità” tra le ‘sfide’ lanciate dall’associazione per tutelare la biodiversità e rinaturalizzare il territorio in occasione dei 40 anni dalla prima legge sulle aree naturali protette.

Tutti noi possiamo portare un contributo a questa auspicabile svolta, firmando la petizione promossa dal circolo etneo di Legambiente, che trovate a questo link

Ecco il testo della petizione

Se i Parchi Nazionali possono essere definiti “aree di eccezionale importanza e complessità naturalistica, di vasta estensione e di valore e interesse internazionali, rappresentative di ambienti unici o tipici di un certo territorio, famosi anche per la presenza di particolari entità o associazioni vegetali o animali”, l’Etna e il suo comprensorio hanno tutte le carte in regola per diventare il secondo Parco Nazionale in Sicilia: il vulcano più alto e attivo d’Europa, bellezze naturali e un enorme bacino di biodiversità caratterizzato da oltre mille specie e quasi un centinaio di endemismi, biotopi, complessi di habitat estesi a carattere eterogeneo, ampie formazioni boschive secolari, ma anche storia, arte e cultura.

Potrebbe sembrare una sconfitta dell’autonomia siciliana quella di propendere per l’istituzione del Parco Nazionale, invero è cosa ben diversa.

Un Parco Nazionale infatti può contare su un’ampia autonomia e disponibilità economica, su una maggiore considerazione da parte degli organi dell’Unione Europea e su rapporti diretti con il Ministero. Inoltre godrebbe di visibilità mediatica (brand di valore notevolmente più elevato), attenzione da parte delle istituzioni sui problemi e soprattutto una più efficace tutela ambientale, consentendo un margine di manovra più ampio all’Ente stesso, limitando interessi e particolarismi.

L’istituzione del Parco Nazionale dell’Etna può diventare il reale strumento per valorizzare l’inestimabile patrimonio naturalistico e per puntare a obiettivi di eccellenza in termini di qualità ecologica e socio-economica.

Inoltre può rappresentare la soluzione all’immobilismo burocratico dell’amministrazione regionale e l’espressione di un’idea nuova e dinamica di tutela delle risorse naturali e di promozione di uno sviluppo realmente sostenibile del territorio.

Nell’ambito della campagna “Preziose per Natura”, Legambiente Sicilia ha redatto il “Decalogo per la natura e la biodiversità” che prevede, tra gli altri, l’obiettivo di trasformare il Parco regionale dell’Etna in Parco Nazionale. In tale contesto il Circolo Etneo di Legambiente si fa promotore per il 2022 di una serie di iniziative mirate a raggiungere questo importante traguardo.

Puoi firmare la petizione a questo link

Argo

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