Carmelo Salanitro, docente del Liceo Cutelli di Catania, condannato dal “Tribunale speciale” nel 1941, con l’accusa di “propaganda antinazionale, offese al duce e a Hitler”, morì a Mauthausen il 24 aprile 1945.
Da tanti anni il movimento antifascista catanese ha chiesto di modificare il nome della scuola dove aveva insegnato in M. Cutelli-C. Salanitro. Oggi, 27 gennaio 2022, Giorno della Memoria, questo risultato sarà raggiunto.
Elvira Bonanno, attraverso i racconti della madre, studentessa del Cutelli, presente in classe al momento dell’arresto, ci propone un ricordo del docente antifascista e della fase conclusiva della seconda guerra mondiale.
Nei lontani ricordi di una giovane studentessa del liceo classico Cutelli di Catania del novembre 1940, ricorreva spesso la scena dell’arresto in classe del suo professore di latino e greco, Carmelo Salanitro.
Maltrattato, strattonato, buttato a terra, privato degli occhiali da vista, lui che era fortemente miope, arrestato e condotto in carcere perché lasciava sui banchi dei suoi alunni bigliettini che incitavano alla pace, alla libertà, e alla democrazia, ma anche prendevano di mira Mussolini, definito “tigre assetata di sangue”, “ladro e affamatore”.
Ricorrevano anche i ricordi della guerra, del matrimonio dei miei genitori celebrato a Catania nell’aprile 1943 sotto le bombe e del furto subito di tutti i regali, dello sfollamento nei terreni di Tavano e Caccemi a Regalbuto nel bel mezzo della battaglia sanguinosa di Troina, della malaria contratta in quei luoghi, della malattia di mio nonno affetto da glaucoma, del ritorno a casa di mio padre, con la divisa il cui cinturone pesava più di mio padre stesso, dall’ospedale di Castelvetrano dove come ufficiale medico aveva visto l’orrore della guerra e salvato, fuggendo con l’autoambulanza, alcuni soldati ricoverati, sottraendoli al rischio della deportazione.
Eppure tra tutte queste esperienze di dolore e sofferenza, la scena dell’arresto del docente ritornava spesso nella narrazione fatta a noi figlie da mia madre, e ogni volta nei suoi occhi riviveva l’atrocità e lo sgomento per quella assurda e ingiustificata violenza.
In tempi successivi ho saputo, leggendo le carte, che a denunciarlo a due poliziotti dell’Ovra , il commissario Pupella e l’ispettore Cucchiara, era stato proprio il preside della scuola Rosario Verde, che non esitò a vantarsi dell’operazione in una lettera inviata al Provveditorato agli studi di Catania “il commissario Pupella iniziò ed eseguì, con la mia personale assistenza e attiva collaborazione del mio ufficio, le indagini che condussero all’arresto dell’insegnante Carmelo Salanitro “.
Ma chi era Carmelo Salanitro? un tenace e solitario oppositore del fascismo e della guerra da poco scoppiata. Sinceramente cattolico aveva aderito al Partito Popolare Italiano da cui si allontanò dopo il Concordato tra la Chiesa e Mussolini. Rifiutò categoricamente di iscriversi al partito fascista e da subito, nella sua attività di docente, cominciò a subire le ostilità dei gerarchi fascisti e dei notabili locali che mascheravano l’avversione politica con l’accusa di troppo rigore e di eccessiva severità.
Per questo motivo fu costretto a cambiare spesso città da Adrano, sua città natale, a Nicosia, Bronte, Caltagirone, Acireale e infine nel 1937 al liceo classico Cutelli di Catania.
Tante sono invece le testimonianze di alunni che apprezzavano la sua cultura e il valore del suo insegnamento: “ci fece comprendere che la vita non vale nulla senza libertà, che lo studio senza un ideale non serve, che la scuola deve essere un luogo nel quale nobilmente e disinteressatamente si cerchi di istillare nei cuori, oltre la cultura, semi di bontà e schiettezza”.
Salanitro aveva intuito il ruolo che la scuola giocava nel processo di fascistizzazione della società seguito all’avvento al potere di Mussolini. Di qui il suo andare contro la “educazione guerriera” che vigeva nelle aule scolastiche. Ma di quali armi si serviva per contrastare ciò?
Utilizzava l’amatissima storia romana, i Gracchi, Cesare, Catilina, Tacito in chiave antifascista, “affascinando i giovani del liceo Cutelli, a colpi di Anabasi e Georgiche demoliva i miti dell’impero” come osserva Francesco Merlo.
Lo storico Giuseppe Giarrizzo ha assunto Salanitro a “partigiano” nella lotta contro il fascismo, lui che non imbracciò alcun’arma né vide il suo modo di fare giustizia manifestarsi in abito militare o di fisica violenza.
Arrestato il 15 novembre 1940 e processato, il 25 febbraio 1941 fu condannato dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato, con l’accusa di “propaganda antinazionale, offese al duce e a Hitler”, a 18 anni di reclusione che cominciò a scontare nelle carceri di Regina Coeli, Civitavecchia e Sulmona.
A seguito della caduta del regime fascista fu consegnato alle autorità naziste che lo deportarono prima a Dachau e poi a Mauthausen dove morì gasato il 24 aprile 1945, ironia della sorte, il giorno prima della liberazione e della fine della guerra.
Diversa è stata la sorte del preside Verde che era stato condannato nell’ottobre 1945 a tre anni di confino dalla Commissione provinciale per l’epurazione. Nel 1949 venne reintegrato dal Consiglio di Stato e venne assegnato ad un Istituto Magistrale con il consenso di Gonella ministro dell’istruzione e di Scelba ministro degli Interni.
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La memoria di Salanitro negli anni successivi alla sua morte venne alimentata dalla famiglia e dalle comunità civiche dei luoghi presso cui il docente aveva insegnato: ad Adrano, Acireale, con busti marmorei, iscrizioni commemorative, titolazioni di vie. Una bella lapide commemorativa è stata apposta il 24 aprile del 1968 nell’atrio del liceo classico Cutelli di Catania. Ma a far uscire la figura di Carmelo Salanitro dalla dimensione strettamente locale è stato il Convegno nazionale su “La vita, l’opera, l’impegno civile del prof. Carmelo Salanitro” nel centenario della sua nascita organizzato da Pietro Scalisi il 16 aprile 1994.
Dopo quel convegno, le iniziative si sono moltiplicate: dal 2003 il liceo classico Cutelli indice annualmente un Premio a suo nome che assegna borse di studio ad alunni delle scuole superiori italiane ed estere; nel 2005 l’Università di Catania e il Dipartimento di analisi dei processi politici e sociali e istituzionali promuovono e ospitano l’Istituto Siciliano per la Storia dell’Italia Contemporanea (ISSICO) ‘Carmelo Salanitro’. Il 27 gennaio 2018 dinanzi al cancello d’ingresso del Lliceo Cutelli è stata posta una pietra d’inciampo in memoria del professore vittima del regime fascista.
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Brava Elvira, un perfetto mix di riçordi, memorie familiari e puntuali ricostruzioni storiche.
Grazie