Zefiro Holding, avvocati e presunte smentite

“Il progetto in questione è stato realizzato nel pieno rispetto delle vigenti norme in materia urbanistica e previa acquisizione delle relative autorizzazioni amministrative”, questo in soldoni il contenuto ‘tecnico’ della missiva che gli avvocati Francesca Cramis e Rosario Marchese ci hanno inviato “per conto e nell’interesse della Zefiro Holding srl, destinataria del permesso di costruire relativo all’edificio di via Acireale 37, denominato Torre Zefiro A.

La mail è arrivata non solo a noi di Argo, ma anche ad altre testate che hanno dato la notizia della denuncia presentata dall’avvocata Lina Arena ai carabinieri, tenuti, sulla base del Testo Unico per l’edilizia, a darne immediata comunicazione all’autorità giudiziaria e al competente organo regionale

Almeno a noi, non sappiamo agli altri, è arrivata – dopo qualche giorno – una mail ulteriore con un sollecito alla richiesta di pubblicazione della nota inviata.

Non abbiamo nessun problema a pubblicare quanto ricevuto, anche perché si tratta di un testo molto generico che si limita a dichiarare che il progetto rispetta le norme urbanistiche ed ha acquisito le autorizzazioni amministrative. Qualcosa di simile aveva fatto l’assessore Trantino quando, nella risposta alla interpellanza dei consiglieri del M5S, aveva dichiarato che “in merito alle osservazioni poste non si rilevano elementi di illegittimità”.

In entrambi i casi viene ribadita la legittimità del permesso di costruire senza, però, entrare nel merito delle contestazioni ricevute.

Eppure si tratta di contestazioni non da poco, considerato che parte dell’area su cui dovrebbe sorgere la Torre è destinata dal Piano Regolatore a verde pubblico e sede stradale. Anche la legge regionale n.6 del 2010, che consente in alcuni casi di demolire e riscostruire, esclude che lo si faccia su “aree per attrezzature o aree gravate da vincoli di inedificabilità” (art.3 comma 2), vale a dire in casi come il nostro, essendo il verde pubblico un servizio per la collettività, quindi una “attrezzatura”, ed essendo le sedi stradali sottoposte ad un vincolo di inedificabilità assoluta.

Delle due generiche ‘difese’ del progetto Zefiro A, quella degli avvocati potrebbe quasi configurarsi come un tentativo di far desistere i destinatari, ma ci sembra più grave quella che proviene dall’assessore, un amministratore che dovrebbe rispondere in modo appropriato e circostanziato della scelta compiuta dalla propria Direzione Urbanistica.

E’ stato di recente, in un articolo pubblicato dal giornale QdS, il direttore di quest’ultima, Biagio Bisignani, a cercare di motivare la legittimità del permesso da lui accordato. Egli cita, a questo scopo, l’esistenza di una variante Rotolo-Ognina che avrebbe modificato viabilità e destinazioni del Piano Regolatore, e fa riferimento sia alla legge 16 del 2016 “che prevede che negli strumenti urbanistici siano consentiti anche interventi di ristrutturazione urbanistica” sia al Piano Casa che consente deroghe allo “strumento urbanistico”, cioè al Piano regolatore.

Tutto lecito allora? Non proprio, come spiega – in risposta a Bisignani – l’avvocata Lina Arena: “la viabilità di scorrimento da Piazza Europa a Ognina, denominata Viale Alcide De Gasperi, è già prevista nel Piano Regolatore vigente”, afferma, motivo per cui “non abbisogna di alcuna variante allo strumento urbanistico”.

Quanto alle leggi regionali, Arena rileva che solo la legge 23 del 6 agosto 2021 consente interventi di ristrutturazione urbanistica in aree con vincoli di esproprio decaduti, ma si tratta di una legge successiva al Permesso di costruire rilasciato alla Zefiro Holding nel dicembre del 2020, che era quindi – alla data del rilascio – illegittimo.

Neanche il Piano Casa, a cui il direttore Bisignani fa riferimento per giustificare la deroga al Piano regolatore, prevede deroghe su aree “interessate da vincolo di inedificabilità o destinate a verde pubblico, come quelle sulle quali l’edificio sta per essere costruito”, conclude Arena.

E che le aree su cui sorgerà l’edificio siano in parte destinate a “sede stradale” e “verde pubblico” è incontrovertibile, essendo stato segnalato dallo stesso Bisignani nel Permesso di costruire da lui concesso.

Considerato che Argo ha dato conto di iniziative intraprese da altri (prima i consiglieri 5S e, successivamente, l’associazione Borgo Marinaro di Ognina) ed ha espresso legittimamente la propria opinione a riguardo, sottolineando le criticità del Permesso di costruire rilasciato dalla Direzione Urbanistica, ci chiediamo in che senso il nostro blog abbia potuto ledere il buon nome della società Zefiro Holding a tal punto da indurla a dare mandato ai “sottoscritti procuratori di valutare le fonti delle notizie con contenuto diffamatorio al fine di intraprendere le eventuali azioni legali a tutela dei propri interessi”.

Essendo stata, d’altra parte, presentata una denuncia ai carabinieri che è stata di certo trasmessa all’autorità giudiziaria, sarà la magistratura a pronunciarsi sulla regolarità dell’intera operazione edilizia.

E non dimentichiamo che la Torre, per quanto avveniristica possa apparire nelle forme ed innovativa sul piano delle soluzioni tecniche e dei materiali adoperati, rimane comunque incongrua rispetto al contesto, caratterizzato da case basse e per lo più terrane.

Argo

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  • Buongiorno.
    Nell'ambito della vostra azione di pubblicità delle posizioni espresse dagli attori coinvolti in questa vicenda, ci stupisce che non abbiate sentito la necessità, o l'obbligo morale e deontologico, di riferire anche della nostra nota, in cui, tra l'altro, espressamente Vi citiamo:
    https://www.facebook.com/326164650920769/posts/1884952015042017/
    Vi saremmo quindi grati se voleste dare seguito anche al nostro pensiero sull'argomento, restando sempre a disposizione per un confronto serio e diretto.
    Cordialmente,

  • Si applichi il piano regolatore e si vedrà se si può costruire un ecomostro

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