“Far sviluppare progressivamente nelle nuove generazioni un pensiero critico, in grado di saper distinguere e di elaborare opinioni fondate su un documentato approfondimento”, questo il ruolo dell’insegnamento universitario e scolastico, secondo Antonio Pioletti.
Professore emerito e fondatore dei Laboratori “Territorio, ambiente e mafie” dedicati alla memoria di Giambattista Scidà, Pioletti si è così espresso nella Premessa al volume “Mafie, antimafia e cittadinanza attiva. I Seminari dell’Università di Catania” (a cura di R. Barcellona, A. Fisichella, S. Laudani. Mimesis, Milano-Udine 2021), presentato lo scorso venerdì, 22 ottobre, presso l’Aula Magna del Rettorato dell’Università di Catania.
Nel volume sono raccolte le relazioni, tenute negli ultimi anni, dei laboratori, detti Seminari, coordinati, nel tempo, dallo stesso Pioletti, da Simona Laudani e da Rossana Barcellona.
I seminari interdipartimentali, aperti a studentesse e studenti iscritti a tutti i Corsi di laurea, sono stati inseriti, ove possibile, nei piani di studio o fra i crediti formativi, ma sono stati aperti anche alla città, agli insegnanti di Scuola, alle Associazioni della società civile.
Intervenuto alla presentazione, coordinata da Rossana Barcellona, il Rettore Francesco Priolo ha sottolineato l’importanza di questi laboratori, non solo per la formazione dei giovani ma anche per la
crescita civile della città tutta. Priolo ha., inoltre, ricordato come l’Ateneo, stimolato da questa esperienza, abbia sottoscritto protocolli d’intesa con la “Direzione Nazionale Antimafia ed Antiterrorismo” e con l’ “Agenzia nazionale dei beni sequestrati e Confiscati alla mafia”.
Nel suo intervento, Sebastiano Ardita, componente del Consiglio Superiore della Magistratura, ha ricordato l’opera svolta da Giambattista Scidà nel denunciare le vere cause della criminalità giovanile, da far risalire all’incuria delle Amministrazioni locali e alle collusioni di un’ampia zona grigia con gli interessi delle mafie. Questioni ancora attuali che ci chiedono oggi un impegno di analisi e di contrasto del fenomeno mafioso.
I filoni principali che legano i temi trattati nei seminari sono stati messi in evidenza da Salvatore Adorno, docente di Storia contemporanea: dall’organizzazione delle Feste religiose, in primis quella di S. Agata, all’informazione dominante; dal crocevia storico rappresentato dal maxi-processo e dal ruolo in esso ricoperto dalle donne fino al sistema degli appalti; dal traffico di esseri umani alla legislazione antimafia; dalle esperienze di impegno sui paesaggi delle mafie alle ecomafie; da elementi di storia della mafia all’analisi dei fenomeni mafiosi dell’oggi.
I Seminari hanno preso avvio nel 2014-2015 con presenze che hanno toccato i duecentocinquanta-settanta partecipanti.
Quest’anno è prevista l’ottava edizione che avrà come temi: Il progetto ‘Liberi di scegliere’ portato avanti dal Tribunale dei Minori di Catania, oggi presieduto da Roberto Di Bella; Mafie oggi e legislazione antimafia;
Mafie al Centro-Nord; La legge sui beni confiscati alle mafie; L’antimafia e il valore della memoria; Il racconto su mafie e antimafia.
In sintesi si può parlare di questa esperienza come di un impegno dell’Università, e in particolare del Dipartimento di Scienze Umanistiche, oggi diretto da Marina Paino, volto a formare “cittadini coscienti, attori del grande scenario del vivere comune, del bene comune, il che, come la realtà dell’oggi dimostra, si rende ancor più necessario in tempi di gravi crisi pandemiche ed economiche”, per usare ancora una volta le parole di Pioletti.
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