Incredibile ma vero, verrebbe da dire. Ci riferiamo al dibattito sul futuro presidente della repubblica, una volta finito il mandato di Sergio Mattarella. Strategie e tattiche, accordi più o meno segreti, nomi che vengono “bruciati”, nuove maggioranze da definire ad hoc: tutto questo è avvenuto (quasi) sempre, e in fondo non ci sorprende.
Che dal centrodestra, ma dati i rapporti di forza andrebbe chiamata semplicemente destra, sarebbe stata unitariamente avanzata la candidatura di Silvio Berlusconi per il Quirinale, non ce lo saremmo, però, aspettato. Se dovessimo tradurlo in un titolo di una pellicola cinematografica, penseremmo a “un pregiudicato al colle”.
Come recita la Costituzione “Il Presidente della Repubblica è il capo dello Stato e rappresenta l’unità nazionale” (art. 87); “Il Presidente della Repubblica, prima di assumere le sue funzioni, presta giuramento di fedeltà alla Repubblica e di osservanza della Costituzione dinanzi al Parlamento in seduta comune” (art.91). Abbiamo difficoltà a pensare che Berlusconi, per la sua storia politica e giudiziaria, possa rappresentare l’unità nazionale o difendere la Costituzione.
Su questo tema, pubblichiamo un intervento di Enzo Guarnera, avvocato penalista impegnato nell’antimafia.
La ipotesi che Berlusconi possa essere eletto Presidente della Repubblica merita una duplice riflessione.
Sul piano etico la sua vicenda personale non è edificante. Fu la ex moglie Veronica Lario, anni fa, a comunicare che non poteva restare assieme ad un uomo che si accompagnava abitualmente con ragazze Minorenni. Poi abbiamo appreso dei festini ad Arcore e nelle sue varie residenze.
Pochi giorni fa la Corte di Cassazione ha confermato la condanna di Giampaolo Tarantini per favoreggiamento della prostituzione, in quanto procacciava alcune donne per i festini di Berlusconi. Si potrebbe obiettare che la vita privata non debba avere rilevanza pubblica, ma non è così e lo vedremo tra poco.
Pregnante, poi, è l’aspetto giudiziario che coinvolge il personaggio.
Pochi lo ricordano ma, prima che Berlusconi entrasse in politica, subì un processo a Venezia per falsa testimonianza, che si concluse con la prescrizione del reato. In seguito furono circa 10 i procedimenti penali, quasi tutti di natura fiscale, che Berlusconi ha subito e che si sono conclusi con la prescrizione.
È bene chiarire che sul piano giuridico la prescrizione non significa assoluzione. Vuol dire che, essendo decorso un certo tempo dalla data di commissione del reato, lo stesso non possa più essere perseguito. Ma il reato c’è.
Poi è intervenuta la condanna definitiva a 4 anni di reclusione per frode fiscale. Per 3 di essi ha usufruito del condono, mentre per quello residuo ha scontato la misura alternativa dell’affidamento in prova al Servizio Sociale.
Tale condanna, annotata sul certificato penale, consente di affermare che tecnicamente Berlusconi è un pregiudicato. Vero è che ha ottenuto la riabilitazione, ma questa non elimina la condanna bensì solo gli effetti penali della stessa, tra i quali la incandidabilità alle cariche pubbliche.
Berlusconi, in atto, ha due procedimenti in corso: uno dinnanzi al Tribunale di Milano per corruzione di vari testimoni, e un altro in fase di indagini preliminari, presso la Procura di Firenze, per concorso nelle stragi del 1993. Di recente, invece, è stato assolto in un processo dove era imputato per la corruzione di un testimone.
Per completare il profilo del personaggio va ricordato che Marcello Dell’Utri, cofondatore di Forza Italia, ha scontato 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa; che risulta accertato giudiziariamente che la Fininvest ha sovvenzionato Cosa Nostra, versandole per anni centinaia di milioni; che il mafioso Vittorio Mangano era stato assunto da Berlusconi, negli anni ’80, quale presunto “stalliere”, in realtà per proteggere la sua famiglia e le sue attività imprenditoriali.
Sulla scorta di tutto ciò risulta difficile ritenere che Berlusconi abbia i requisiti previsti dall’art.54 della Costituzione per coloro che ricoprono incarichi istituzionali: “I cittadini hanno il dovere di essere fedeli alla Repubblica e di osservarne la Costituzione e le leggi. I cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di adempierle con disciplina ed onore, prestando giuramento nei casi stabiliti dalla legge”.
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Concordo pienamente con le ragioni ed i fatti documentati, per cui non poteva e non aveva requisiti minimi essenziali e qualità sufficienti ad essere candidato ed eventualmente eletto alla presidenza della Repubblica.