Giovani, anzi giovanissimi, quasi tutti minorenni e studenti delle scuole secondarie.
Sono i ragazzi del Fridays For Future di Catania, che hanno raccolto il testimone del gruppo già operante in città e, dopo la pausa del lockdown, sono impegnati in questi giorni nella preparazione dello sciopero globale sul clima del prossimo 24 settembre.
Per lo sciopero di giorno 24, che si svolgerà a piazza Teatro Massimo a partire dalle ore 9, hanno preparato il documento che trovate a questo link
Per redigerlo hanno coinvolto le associazioni locali, non solo quelle che si occupano di ambiente ma più in generale quelle che si interessano ai problemi della città e si impegnano a renderla più vivibile.
E molte associazioni (dalla Lipu alla Città Felice, dalla CGIL a Officina Rebelde, dai Cobas Scuola a Generazioni Future al Movimento Universitario Organizzato, e tante altre) hanno risposto prontamente e attivamente all’invito, partecipando alle due assemblee pubbliche tenute presso il Bastione dell’Infetti e proponendo integrazioni per arricchire e approfondire i contenuti del documento.
La versione definitiva di questo documento è, quindi, frutto non solo di un lavoro collettivo dentro il gruppo FFF ma anche di uno scambio di punti di vista con gli altri gruppi che hanno scelto di collaborare alla sua formulazione.
Il risultato finale è un testo che, per accogliere molte delle proposte di integrazione, rischia di essere onnicomprensivo piuttosto che essenziale e incisvo.
Ma il lavoro di aggregazione tra varie componenti del mondo associativo cittadino, in genere tentate da chiusure e autorefernzialità, è senz’altro meritorio. E in questo ha avuto buon gioco il fatto che i proptagonsiti dell’iniziativa siano molto giovani e in essi i responsabili dei gruppi cittadini consolidati, spesso di età ben più avanzata e non sempre appagati dai risultati del proprio impegno, si siano proiettati con speranza.
Toccherà a questi ragazzi coraggiosi e intelligenti capire quale debba essere il proprio ruolo all’interno dell’associazismo cittadino, aperto a tutti ma anche diverso e originale.
Per adesso, ripetendo spesso la formula “chiediamo che”, hanno messo insieme quelle che sono non solo, e non tanto, precise richieste quanto degli intenti, delle prospettive in cui vogliono che si muovano, dal globale al locale, l’Europa, l’Italia, la Città Metropolitana.
C’è, intanto, una cosa che stanno già facendo e che possono fare meglio di chiunque altro, vale a dire dialogare con i loro coetanei affinchè sempre più prendano coscienza della necessità di scendere in campo perché il “codice rosso” determinato dalla situazione climatica riguarda soprattutto loro.
Quanto al piano locale, l’impegno che vorremmo suggerire “per il dopo” la manifestazione di venerdi 24 è quello di passare dalle richieste ampie, e quindi necessariamente generiche, a qualche battaglia concreta, ad es. sul verde urbano o sui rifiuti o sulla mobilità o altro, in cui investire le energie e le capacità organizzative che hanno dimostrato di avere, per cambiare la nostra città.