Il ruolo trainante lo ha svolto il Presidente del Tribunale per i minorenni, Roberto Di Bella, uomo pacato e determinato che aveva già espresso la sua volontà di intervenire attivamente sul fronte dell’abbandono scolastico, strettamente intrecciato a quello della devianza minorile.
I ragazzini che vediamo sfrecciare in tre su un motorino, senza casco, in orario scolatico, stanno infrangendo più di una norma, e, con tutta probabilità, stanno lavorando come vedette degli spacciatori.
Intenzionato a non rassegnarsi davanti a queste situazioni, anzi deciso a farsene carico, Di Bella intende costringere ad assumersi le proprie responsabilità anche quelle istituzioni che, fino ad ora, sono state piuttosto distratte.
A convocarle, venerdì scorso, nei locali dell’Isitituto Musco a Librino, è stata la Prefetta di Catania, Maria Carmela Librizzi. Su Librino, infatti, sono stati accesi, per questa volta, i riflettori dell’Osservatorio metropolitano per i minori a rischio, in attesa di organizzare altri incontri centrati sulla situazione di altre aree critiche della città.
C’erano il sindaco, gli assessori all’Istruzione e alle Politiche sociali, l’USSM (Ufficio di servizio sociale per i minorenni), rappresentanti della questura e di vari corpi delle forze dell’ordine, e uomini di Chiesa. Delle associazioni che operano sul territorio erano presenti la Piattaforma per Librino, il Talità Kum, Musica Insieme a Librino, la Misericordia, il Polo di Villa Fazio, Libera, che collabora strettamente con Di Bella dall’avvio del progetto ‘Liberi di scegliere‘ a Reggio Calabria. Per l’Università era presente Carlo Colloca del Dipartimento di scienze politiche e sociali.
Davanti alla percentuale cittadina di abbandono scolastico, che si attesta al 24% ma a Librinio è certamente più alta, Di Bella non si pone con il distacco di chi sta esaminando una statistica ma con la lucidità partecipe di chi vi riconosce il segno inconfondibile di una realtà drammatica, da affrontare con determinazione mettendo in campo tutte le possibili strategie.
A cominciare dalla pressione sulle scuole perché l’abbandono venga segnalato con solerzia e si possa mettere in moto il coinvolgimento di tutte le istituzioni interessate, dal servzio sociale fino alla Procura minorile, senza escludere nuove forme di intervento, come ad esempio la possibilità di sottrarre il redditto di cittadinanza, di cui a Librino moltissimi godono, a chi non garantisca ai figli l’adempimento dell’obbligo scolastico.
Davanti ai toni decisi del Presidente Di Bella, il Comune ha giocato in difesa. Il sindaco ha prospettato nuove assunzioni di assistenti sociali, un intervento necessario, considerato il loro numero assolutamente inadeguato, tanto che nella vastissima e popolosa area di Librino da tempo non c’è più nemmeno l’ufficio relativo.
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Nell’inchiodare le altre istituzioni alle loro responsabilità, non sono mancate, da parte del presidente, le richieste alle forze dell’ordine affinché ridisegnino le modalità di controllo del territorio, in modo tale da poterlo garantire più efficacemente.
Ma non sono solo interventi repressivi quelli a cui pensa Di Bella, anzi la sua idea centrale è quella di potenziare al massimo la scuola tenendola aperta nel pomeriggio con varie attività da organizzare anche con la collaborazione delle associazioni.
Non solo, quindi, il tempo prolungato, che a Catania, e più genericamente al Sud, ha subito in passato molti tagli per motivi di spesa pubblica ed è ormai considerato poco attrattivo dalle giovani mamme. Servono anche laboratori, pratiche sportive, iniziative varie che coinvolgano i ragazzi offrendo stimoli e motivi di arricchimento, che possano costituire un modello alternativo rispetto a quello dei facili guadagni ottenuti andando contro legge.
La collaborazione delle associazioni a questo progetto di formazione giovanile è essenziale. Esse, che già sono presenti e operano attivamente nel’area, possono essere un tramite importante per la conoscenza approfondita del contesto. Una sorta di lente di ingrandimento, ha detto Giuliana Gianino di Talità Kum, che permette di seguire da vicino molte delle problematiche del quartiere, con grande senso della realtà e senza troppe illusioni, consapevoli delle difficoltà che si incontrano soprattutto quando si vuole incidere nella formazione di ragazzi che ricevono messaggi di illegalità da parte della famiglie.
Dalle associazioni è stato ribadita anche l’esigenza che diventi visibile in quest’area la presenza dello Stato, attraverso la cura del territorio, la scelta di collocarvi uffici della pubblica amministrazione, sedi di dipartimenti universitari, etc, come da tempo chiede la Piattaforna per Librino.
Un incontro costruttivo, finalizzato all’individuazione di interventi concreti, a cui ne seguiranno altri, perché è facile prevedere che Di Bella non si fermerà prima di aver visto, quanto meno, un impegno più serio da parte delle altre istituzioni nell’affrontare il problema della devianza giovanile, che ha nella dispersione scolatica la sua premessa.
24%…
Altissima, spaventosa percentuale che segnala a tutti i distratti, ed anche a chi distratto non lo è stato e non lo è, quanto alto e quanto grave sia stato il “livello di distrazione” delle varie Istituzioni dello Stato, in questo sfortunato quartiere, sin dalla nascita: Librino, dico, offeso da tutte le “pestilenze” portate non dalle comete MA dalla perversa volontà umana o, anche dalla semplice -colpevole!- indifferenza
alla soluzione -ghetto!- che così si andava formando, e, sempre più aggravando, nel tempo, nonostante le denuncedi qualche solitario, eroico uomo di Stato…
Per tutto questo, immensa, infinita gratitudine al Presidente del Tribunale per i minorenni, Roberto Di Bella,u omo di Stato, per la sua opera civile, sociale, che dovremo seguire col nostro impegno personale, quanto più ampio possibile, a cominciare da me, ex (uomo di scuola) per quel che riguarda il servizio pubblico, uomo di scuola , che sono e sarò pel resto della mia vita, a servizio permanente della nostra Italia, anche dopo,da privato cittadino, per tutta la mia vita, consapevole che Scuola non è la burocrazia né la semplice amministrazione, ma QUEL RAPPORTO INSCINDIBILE che lega docente e discente nelle varie aule dell’edificio scolastico, messo a disposizione dallo Stato, la cui azione, svincolata da tutti i condizionamenti “ideologici” o pseudotali che l’hanno quasi dissolta negli anni trascorsi, deve RIPRENDERE vigorosamente nuova linfa vitale, per la salvezza di tantissimi ragazzi, riconquistati alla CIVILTA’ ed alla possibilità -per ognuno- di progettare il proprio presente!
Per aver consentito, con la sua iniziativa, che tutto questo -speriamolo di cuore!- avvenga, e quanto prima possibile, infiniti ringraziamenti al Presidente Di Bella.
Mario Strano. Gravina di Catania!