Una camera seplocrale in blocchi di arenaria con affreschi alle pareti e un corredo composto da oggetti fittili e bronzei databili all’inizio del III sec. avanti Cristo. Questo il rinvenimento più importante emerso durante uno scavo archeologico che ha permesso di portare alla luce anche una ventina di sepolture, caratteristiche dei riti di inumazione e di incinerazione, risalenti al IV-III secolo a. C.
Siamo in contrada Carrubbazza-Bottigliere di Lentini e la necropoli tardo classica ed ellenistica dell’antica Leontinoi, già nota agli studiosi, si arricchisce di nuovi elementi che permettono di ridisegnare l’evoluzione della città.
Eppure questi ritrovamenti eccezionali potevano essere distrutti, ancor prima di essere portati alla luce, se non fosse stata applicata la norma della verifica preventiva dell’interesse archeologico, di cui spesso si sottovalutano le ricadute scientifiche e culturali.
Nell’area, infatti, doveva nascere una residenza sanitaria assistenziale convenzionata e la Soprintendenza di Siracusa ha chiesto che, come prescrive la legge, prima dell’inizio dei lavori, si procedesse a verificare la sussistenza di eventuali giacimenti archeologici che avrebbero rischiato di essere distrutti dalla realizzazione dell’opera.
Sotto la direzione dell’archeologa Alessandra Castorina, funzionaria della Soprintendenza, l’archeologo incaricato dal committente, Italo Giordano, ha eseguito lo scavo che ha portato ai risultati di cui dicevamo.
Lo racconta Silvio Breci in una intervista al nuovo soprintendente di Siracusa, Salvatore Martinez, pubblicata su La Sicilia dello scorso 25 giugno.
Questo è solo “un esempio dei numerosi proficui rinvenimenti ottenuti dall’applicazione della norma delle verifiche preventive” ha detto Martinez sottolineando come questa norma abbia il merito di contemperare le esigenze della tutela archeologica e della ricerca scientifica con le attività economiche sul territorio.
Adesso che l’indagine è stata ultimata, i materiali rinvenuti sono in corso di restauro e di studio, gli affreschi sono stati consolidati dalla restauratrice del Parco archeologico di Leontinoi, Raffaella d’Amico, si provvederà a rimodulare il progetto della RSA in modo da permettere la realizzazione dell’opera ma anche la valorizzazione del monumento rinvenuto, che sarà vincolato.