Il mito con le sue figure emblematiche e i suoi racconti suggestivi è stato sempre utilizzato, dagli operatori de La Poltrona Rossa, come fonte di ispirazione per i laboratori artistici organizzati negli Istituti Penali Minorili di Bicocca e di Pontremoli.
I Ciclopi con il loro unico occhio in mezzo alla fronte, i Titani che costruiscono i fulmini per Zeus, liberamente contaminati e ripensati al femminile, hanno dato luogo, durante quest’anno, alle figure delle Polifemmes. Su queste donne, di cui la mitologia classica non parla, ma che vengono immaginate come sottomesse e private dei loro diritti, le giovani detenute di Pontremoli hanno ragionato, cercando in loro lo specchio delle proprie difficoltà, dell’emarginazione di cui si sentono vittime.
E come Polifemmes hanno rappresentato se stesse, realizzando – tra l’altro – anche un bel dipinto collettivo, una sorta di foto di gruppo, in cui ognuna ha dato forma al proprio volto.
Questo quadro, per un verso inquietante, ma molto espressivo e ricco di colori, è stato esposto di recente a San Gregorio, nell’auditorium Carlo Alberto dalla Chiesa, durante la manifestazione “Non chiamatelo amore”, organizzata dall’assessora Giusi Lo Bianco per riaprire gli incontri in presenza con una riflessione sulla violenza di genere.
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Alla condizone delle donne sono ispirati anche i laboratori realizzati all’IPM di Bicocca, che è un istituto maschile e che accoglie anche giovani provenienti da situazioni sociali e familiari difficili, con i quali è particolarmente importante una riflessione che aiuti a superare il pregiudizio maschilista.
Ecco che, tra i dipinti realizzati dai ragazzi di Catania, ne troviamo uno che rappresenta due Polifemmes, con il volto che sembra solcato da lacrime che sgorgano dal loro grande, unico occhio, accanto ad una compagna che tiene il suo occhio serrato, quasi a non voler vedere la triste sorte che l’attende.
Troviamo anche un quadro che rappresenta la donna come incarnazione della bellezza, una Venere di Botticelli con i fluenti capelli ramati al vento, che non nasconde, tuttavia, la malinconia dello sguardo.
Avranno davvero, questi ragazzi, raggiunto una maggiore consapevolezza della situazione femminile e compreso meglio quale debba essere il proprio ruolo?
Nessuno può garantirlo ma la proposta di creazione artistica e di riflessione, offerta dagli operatori de La Poltrona Rossa e dai volontari che li affiancano, è stata per questi giovani, a Bicocca come a Pontremoli, un’opportunità che forse non avrebbero avuto fuori dall’Istituto.
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