Permettere ad una ditta privata di costruire un supermercato in uno spazio destinato a servizi pubblici, in particolare ad una scuola, è lecito ed ammissibile.
Pare che lo abbiano affermato due ispettori inviati dalla Regione per verificare la correttezza del permesso di costruire relativo all’Eurospin di via Martelli Castaldi, dopo le denunce presentate dai consiglieri del Movimento Cinque Stelle e da Argo Catania e dopo alcune manifestazioni di protesta organizzate sia dai 5S insieme ad altre associazioni sia dal Partito Democratico.
Diciamo PARE perché la notizia è stata data alla città da un sommario comunicato stampa del Comune, senza che sia stata resa disponibile la relazione scritta e firmata dagli ispettori dell’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente.
Allo stato attuale, quindi, i cittadini non conoscono le motivazioni della ‘sentenza’ degli ispettori, un parere che fa carta straccia del Piano Regolatore Generale di Piccinato, che sarà pure vecchio, che avrà pure i vincoli scaduti ma resta l’unico che abbiamo e che avremo chissà per quanto tempo.
Come abbiamo scritto più volte, e come è chiaro a buon parte dei catanesi, sono molti gli interessi che si oppongono alla redazione di un nuovo Piano Regolatore che stabilirebbe regole e limiti precisi laddove oggi chiunque voglia speculare sulle aree cittadine ha buon gioco e ha sperimentato di non avere nemmeno bisogno delle varianti al vecchio Piano, che comunque dovevano passare dal Consiglio Comunale ed essere quindi oggetto di dibattito.
La nuova ‘procedura’ è più semplice, basta ignorare le prescrizioni del vecchio Piano e contare sulle concessioni date da una Direzione Urbanistica che sembra troppo distratta o compiacente.
Ecco perché, nonostante tutte le Amministrazioni abbiano sempre annunciato di voler redigere il nuovo Piano, nessuna lo porta a buon fine, compresa l’Amministrazione attualmente in carica.
Dalla Regione è ora venuto un beneplacito, una convalida, e la città può essere abbandonata ad un nuovo sacco, che è di fatto già cominciato.
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I supermercati nelle aree destinate a servizi pubblici, il progetto di distruzione del verde in viale Lainò, gli interventi che stravolgono gli edifici del centro storico o minacciano i suoi reperti archeologici, dalla ristrutturazione del Monte Pietà agli adeguamenti sismici o alle ricostruzioni in piazza Duca di Genova o in via Vecchio Bastione, fino alle demolizioni e ricostruzioni che si prospettano a San Berillo e in varie parti del centro storico.
E si potrebbero aggiungere l’edificio in verde pubblico in via Scuto Costarelli, quello in sede stradale in via Acireale, e altro ancora, fino a che tutte le aree libere saranno occupate e la possibilità di realizzare nuovi servizi definitivamente preclusa.
Una consegna degli spazi comuni e dell’intera città a chi ha i capitali per farne l’uso più adatto ai propri interessi ignorando quello che servirebbe alla collettività, quello che potrebbe rendere la città più bella, più verde, più attraente e vivibile restando fedele alla propria storia.
E non è tutto. Dove è finita la trasparenza, garantita da appositi legg? Che ne è della possibilità dei cittadini di conoscere, capire, intervenire nell’operato della pubblica amminstrazione?
Noi oggi non sappiamo sulla base di quali motivazioni gli ispettori siano arrivati alla conclusione che fosse legittimo concedere ad un privato uno spazio destinato ad un servizio pubblico, e lo vorremmo sapere.
Vorremmo capire come sia stato possibile ignorare prese di posizione come quella della sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa (la corte di appello del Tar in Sicilia), che ha bocciato il ricorso della ditta che voleva realizzare un supermercato in via Palazzotto.
Un caso analogo, quasi sovrapponibile a quello di via Sabato Martelli Castaldi. Solo che, allora, nel 2018, un diverso direttore dell’urbanistica, Gabriella Sardella, ha respinto la richiesta di costruire un supermercato là dove avrebbe dovuto sorgere una scuola. E ben due Tribunali Amministrativi, in due fasi di giudizio, le hanno dato ragione.
Adesso, ignorando questa sentenza, il nuovo direttore dell’Urbanista, Biagio Bisignani, ha dato un ok che, stando al comunicato stampa del Comune, viene confermato dall’Assesorato Regionale. E noi non sappiamo perché.
Argo, inoltre, ha presentato, proprio all’ARTA, un esposto molto dettagliato in cui si facevano presenti le irregolarità commesse dal Comune, si citavano le norme e gli articoli di legge violati e si chiedeva all’Assessorato di intervenire con “attività ispettive di sua competenza” o di annullare i “provvedimenti comunali illegittimi”.
Non solo il nostro esposto non ha ottenuto risposta, ma oggi abbiamo la notizia indiretta dello svolgimento di quelle attività ispettive che noi stessi avevamo chiesto, senza tuttavia conoscere, nel merito, cosa gli ispettori abbiano rilevato e cosa oppongano alle segnalazioni di irregolarità che avevamo fatto.
Altro che trasparenza!
Ecco perché abbiamo deciso di chiedere l’intervento della Responsabile della Trasparenza del Comune di Catania affinché il testo della relazione degli ispettori venga reso disponibile sul sito del Comune e ne sia fornito anche il link, in modo che sia facilmente rintracciabile da tutti i cittadini, cosa non semplice in un sito che manca di un efficace sistema di ricerca.
Leggi la lettera inviata alla Responsabile della Trasparenza