Tre milioni di euro, stanziati dall’Europa come contributo “sino al 100% dei costi ammissibili”.
In altre parole, accedendo a questo finanziamento il Comune di Catania non avrebbe dovuto sborsare neanche un euro.
Se l’Amministrazione non ha fatto nulla, questa volta non ci sono scuse ammissibili.
Parliamo dell’Avviso della Regione Siciliana del 23.11.2020, un avviso pubblico per la “presentazione di progetti per il potenziamento dei servizi per il pronto intervento sociale per i senza dimora (sportelli per la presa in carico, alloggio sociale temporaneo per adulti in difficoltà, docce e mense, alberghi diffusi per lavoratori stagionali nelle zone rurali)”.
Beneficiarie di queste somme sono alcune città superiori ai 50 mila abitanti, tra cui Catania, ed altre città meno popolose (tra i 30.000 e 50.000) che abbiano elaborato un Piano Integrato di Sviluppo Urbano. Ma per accedere ai fondi bisogna che sia stato presentato un progetto. La nostra Amministrazione lo ha fatto?
I soldi sono fondi strutturali europei del Programma Operativo FESR Sicilia 2014/2020 (Azione 9.5.8.), destinati a ridurre le disparità economiche tra le regioni dell’Unione Europea e di cui dovrebbero usufruire le aree meno sviluppate, come la Sicilia.
Paradossalmente, però, sono proprio le regioni che più avrebbero bisogno di questi fondi a non utilizzarli, determinando uno spreco di risorse di cui avremmo estremo bisogno.
Perché accade?
Per assenza di un vero interesse da parte degli amministratori rispetto al miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini? Per incompetenza dei dipendenti comunali nel predisporre i progetti? Perché i rigidi controlli europei rendono difficile speculare sui progetti e scoraggiano chi considera le risorse pubbliche unicamente come strumento clientelare e di potere?
In altri Comuni, purtroppo spesso non al Sud, le politiche sociali funzionano anche perché c’è personale esperto in progetti europei impegnato nell’elaborazione di proposte valide, capace di intercettare questi fondi e rispondere alle esigenze del territorio.
Come dire, i soldi ci sono ma ci vuole la competenza (che si può sempre acquisire…) e la volontà politica degli amministratori, che evidentemente da noi mancano.
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A volte i fondi non spesi vengono, come nel nostro caso, riprogrammati, ma non è detto che ciò basti a sollecitare le amministrazioni più indolenti o quelle attive solo su interventi che fruttano consensi elettorali o vantaggi di altra natura.
Chiediamo allora all’Amminsitrazione Pogliese, che ama appuntarsi al petto medaglie per il suo grande impegno a favore della città e dei cittadini più fragili, se ha provveduto a presentare qualche progetto per potenziare i servizi per i senza dimora utilizzando i fondi Fers di cui stiamo parlando.
Non c’è bisogno di ricordare che quello dei senza dimora è un problema molto presente sul nostro territorio, aver lasciato cadere questa occasione sarebbe colpevole, soprattutto per un Comune in dissesto finanziario come il nostro.
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