No, non stiamo discutendo dei futuri vaccini contro il Covid 19, parleremo di un insieme di associazioni (movimenti della società civile impegnati nella difesa dei beni comuni, sindacati di base, gruppi che praticano il mutualismo), un fronte variegato e composito che ricorda i Social Forum protagonisti del movimento No Global.
Riunite sotto la denominazione La Società della Cura, oggi, sabato 21 novembre, manifesteranno in tante città italiane.
Lo faranno seguendo le regole previste in questo periodo (ovvero in modo stanziale e rispettando le distanze di sicurezza), per indicare strade e priorità diverse nel contrasto alla pandemia.
Se, infatti, al tempo del primo lockdown non si poteva non essere impreparati, i ritardi e gli errori attuali non sono giustificabili.
Andrà tutto bene, indicando la volontà di affrontare con spirito solidale una situazione eccezionale, si diceva/gridava all’inizio: mentre oggi prevalgono la stanchezza, la paura, emergono le tante difficoltà e, purtroppo, inizia a venir fuori la volontà di scaricare su altri le contraddizioni.
Non stiamo parlando della follia di chi nega l’esistenza del virus, ma di preoccupazioni che stanno determinando, per esempio nei confronti dei medici e del personale sanitario (sino a ieri considerati i nuovi eroi) prese di distanza, fortunatamente ancora minoritarie, determinate dalla paura che vivere loro vicino (per esempio nello stesso palazzo) possa comportare rischi.
Non è andato tutto bene, ma siamo in tempo per modificare le nostre scelte, prima che il disagio sociale, a partire da quello economico, prenda il sopravvento. Consapevoli che non si tratta di rivendicare un semplice ritorno al passato (al pre-pandemia), perché quel passato è la causa fondamentale delle nostre difficoltà.
I tagli allo stato sociale, sanità, scuola, trasporti (a fronte di un Paese che non ha mai, neanche ora, ridotto le spese militari) sono infatti responsabili delle difficoltà odierne.
In sintesi, ecco gli obiettivi de “La Società della Cura”
Reddito per tutti e aiuti adeguati fino alla fine dell’emergenza sanitaria;
Vigilanza costante sul rispetto delle misure di prevenzione, salute e sicurezza in tutti i luoghi di lavoro;
Investimenti e assunzioni per garantire sanità e istruzione pubbliche, infrastrutture sociali, accoglienza, casa, trasporti;
Un piano di prevenzione primaria a tutela di salute, vita, beni comuni e territorio”.
Ed ecco i modi per raggiungerli:
Tassa straordinaria su tutti gli alti redditi, patrimoni e rendite;
Riduzione drastica delle spese militari;
Abrogazione dei sussidi ambientalmente dannosi, tassare emissioni di gas climalteranti e plastica monouso;
Blocco delle opere – grandi e piccole – dannose per l’ambiente, il clima e la salute;
Utilizzo fondi di Cassa Depositi e Prestiti per gli investimenti pubblici sui servizi.
In sostanza, “occorre avviare un piano di radicale conversione ecologica, sociale, economica e culturale della società le lotte, il mutualismo, la solidarietà e la Costituzione indicano la strada”.
A Catania l’appuntamento è alle 16,30 in piazza Stesicoro,
Promuovono la manifestazione: Sportello Sociale San Berillo, C.s.a. Officina Rebelde, Cobas, Sunia, Rete Antirazzista, PRC, PCI, La Città Felice, LILA, Comitato No Muos no Sigonella, I Siciliani Giovani, Le Orme (unità di strada), Sinistra Anticapitalista, Comitato Difesa della Costituzione, Pcl Catania, Circolo Città Futura.
Per informazioni su La Società della Cura, segui la pagina Facebook Per una società della cura
Per seguire le manifestazioni Mobilitazione Nazionale per una Società della cura
Se dovessi mettere in primo piano una fra le azioni virtuose per rastrellare somme per finanziare gli obbiettivi de La società della Cura, questa sarebbe la lotta determinata e senza quartiere all’EVASIONE FISCALE, accompagnata da accordi di collaborazione internazionale fra Stati ed Istituti di Credito al fine di scovare e recuperare i patrimoni depositati in OFF SHORE, che si tutelano pure mantenendosi esentasse.
A queste aggiungerei la confisca dei beni delle associazioni criminali,
il controllo sugli appalti pubblici per impedire sprechi e tangenti,
la riduzione di tutto il personale burocratico e amministrativo nelle sedi del Governo e del Parlamento e presso le Regioni a statuto speciale e a statuto ordinario, la riduzione degli stipendi ai parlamentari nazionale e regionali, la riduzione dei compensi ai cosiddetti DIRIGENTI nelle università ed in ogni ufficio delle istituzioni, almeno a partire dalle assunzioni da fare.
Aggiungerei anche una sorta di redditometro desunto dallo stile di vita lussuoso e dispendioso oltre livelli giustificati dal reddito dichiarato.