Addio scuole, verde pubblico, centri di quartiere. La città di Catania deve rassegnarsi a perderli, perché la Direzione Urbanistica da tempo concede a privati di realizzare edifici, per lo più a carattere commerciale, in aree che il Piano Regolatore destina a servizi pubblici.
Scelte illegittime, quelle dell’Urbanistica, già condannate da una sentenza del CGA del 2018.
E anche visibilmente contrarie agli interessi comuni, considerato che Catania non brilla né per abbondanza di parchi, né per spazi pubblici dedicati a servizi. E oggi – in tempo di pandemia – è più chiaro che anche le scuole hanno bisogno di spazi maggiori.
Continuando di questo passo, gli spazi liberi che possono essere destinati alle esigenze comuni verranno saturati e la città se ne troverà definitivamente deprivata.
Per reagire a questo stato di cose, Argo ha inviato – nel mese di maggio – all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente della Regione Siciliana e, per conoscenza, alla Procura della Repubblica un dettagliato esposto.
Ha scritto anche una lettera al Sindaco, inviata – per conoscenza – anche al presidente e ai capigruppo del Consiglio Comunale, firmata da un consitente numero di associazioni e cittadini.
Come risposta, il silenzio. Nessuna delle istituzioni coinvolte ha reagito.
Non avendo intenzione di arrenderci, abbiamo chiesto una audizione alla Commissione Urbanistica del Consiglio Comunale, utilizzando uno degli strumenti previsti dal Regolamento dello Statuto Comunale.
Aspettavamo una convocazione entro trenta giorni dalla data di invio (9 settembre), o un rifiuto motivato, come prevede la normativa. Niente. Ancora una volta silenzio.
Ormai di mesi ne trascorsi due e oggi reiteriamo la richiesta di audizione alla Commissione,
E coinvolgiamo anche la Responsabile della Trasparenza e il vicesindaco Bonaccorsi, nella qualità non solo di facente funzione del sindaco ma anche di assessore alla Legalità e alla Trasparenza.
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Ci sembra davvero incredibile che i nostri amministratori si rifiutino di discutere con i cittadini dell’operato di uffici e funzionari che operano (per iniziativa propria o per disposizioni altrui?) a danno dell’interesse comune e in spregio delle leggi.
Siamo in un periodo difficile per tutti, ma la presenza della pandemia non impedisce che si individuino forme di interlocuzione tra i cittadini, i loro rappresentanti e gli amministratori della città, così come non impedisce ai privati di portare avanti i loro interessi a danno dei beni comuni e dei servizi collettivi.
Attendiamo quindi una risposta, ci è dovuta. Vorremmo dire, banalizzando, quanto meno per buona educazione.
Mi chiedo come potete avere il coraggio di pretendere o chiedere una risposta o un commento dalle autorità comunali. Ma come vi possono rispondere? Perchè vi debbono rispondere?Contano gli atti. Hanno commesso degli illeciti? Sono quelle le risposte. Sono barbari. Non comprendono il valore degli atti civili. Per loro l’ambiente è quello segnato dalla logica del loro investimento. Fanno tutto in funzione di quella logica. Accontentatevi.