Parole di Angela Maraventano, pronunciate, esattamente come le leggete, a Catania durante la kermesse promossa dalla Lega (affiancata dall’intero centrodestra) per sostenere Salvini, imputato di sequestro di persona, per i noti fatti della nave Gregoretti.
Ex senatrice della Lega, vicesindaca di Lampedusa, nel 2010 aveva proposto di annettere l’isola alla provincia di Bergamo, sulla base di un comune spirito autonomista.
Indossata la maglietta di ordinanza con la scritta “processate pure me”, non sappiamo se tra la distrazione o l’approvazione dei presenti, nessuno dei quali, comunque, ne ha pubblicamente contestato il contenuto, ha pronunciato questo elogio della “vecchia mafia” siciliana.
Successivamente, qualcuna/o le avrà fatto notare l’estrema gravità di quanto affermato. Per citare un solo ma autorevole esempio, secondo il Procuratore della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi: “Sono dichiarazioni che destano sconcerto e denotano, quanto meno, ignoranza del fenomeno mafioso. Non vale la pena commentarle perché si commentano da sole”.
A questo punto l’ex senatrice ha provato ad aggiustare il tiro affermando che: “E’ stata una frase infelice dettata dalla rabbia e dal momento terribile che sta vivendo il nostro paese ma io mi sono sempre battuta contro tutte le mafie, a cominciare da quella nigeriana”.
In sostanza la nostra eroina si è battuta contro tutte le mafie, tranne, evidentemente, contro quella siciliana, colpevole soltanto di essere oggi meno sensibile e coraggiosa rispetto al passato.
Purtroppo non siamo né su Scherzi a parte, né ospiti di Crozza. Non ci interessa né tocca a noi ragionare sull’eventuale apologia di reato contenuta in queste affermazioni, ma non permetteremo a nessuno, come ha scritto Maria Falcone, di riscrivere la storia e negare che: “la mafia non è mai stata buona, non ha mai portato sviluppo e ricchezza. E’ un cancro che continua a essere presente nella nostra terra e va combattuta quotidianamente”.
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