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Villa Fazio a Librino, come 'privatizzare' un bene pubblico

Le associazioni che operano a Librino, e da anni chiedono all’Amministrazione comunale una sede in cui svolgere le proprie attività, dovranno rassegnarsi ad attendere ancora a lungo.

L’obiettivo, anche quando sembra avvicinarsi, finisce ogni volta per allontanarsi fino a sfumare.

In occasione dello sgombero e della ristrutturazione del palazzo di cemento, per esempio, era nata l’idea di destinare piano terra e primo piano ad uffici comunali e sede di associazioni per mantenere la struttura aperta ai bisogni collettivi e meno esposta all’appropriazione di gruppi dediti ad attività illecite.

La prospettiva è stata poi accantonata, almeno per il momento, a causa della inadeguatezza dei fondi, che sono stati concentrati nei lavori agli appartamenti da consegnare alle famiglie.

Anche Villa Fazio è stata, a più riprese, richiesta dalle associazioni come sede per le proprie attività.

Di questa masseria rurale di fine ottocento, abbandonata fino agli anni novanta del secolo scorso, poi acquistata dal Comune e resa fruibile con alterne fasi di abbandono e di utilizzo per attività di aggregazione, Argo si è più volte occupato.

Dal 2013, dopo la vittoria di un bando europeo che prevedeva anche fondi per la ristrutturazione, è diventata sede del progetto “Polo Educativo di Librino”, assegnato con concessione biennale ad una Rete temporanea di imprese (RTI) formata da Consorzio Sol.co, capofila, Centro Studi Opera Don Calabria e Net service.

Formalmente chiusi, nel maggio 2016, il progetto e la relativa concessione, la struttura è rimasta fino ad oggi, quindi per altri quattro anni, nelle mani del Consorzio SolCo, che vi ha realizzato sporadici eventi, ben pubblicizzati anche se non sempre attinenti alle finalità educative e sociali del progetto, come nel caso del trofeo Dog Club.

Nella gestione delle attività di questi anni, all’interno di Villa Fazio, sono apparse aggregazioni come la cooperativa Mosaico e la cooperativa Team, con caratteristiche di impresa e senza collegamenti diretti con il territorio di Librino, o come l’associazione ‘C’era domani Librino’, i cui soci sono in parte gli stessi destinatari dei servizi, come accade per il grest. Tutte in qualche modo, non sempre evidente, collegate a Sol.Co.

Si tratta comunque di gruppi che non hanno reso più stretto il rapporto con il quartiere né più chiaro a che titolo questa sede venga tuttora utilizzata senza alcun affidamento.

Eppure, ancor prima che partisse il progetto europeo, Villa Fazio era stata richiesta come sede da molte associazioni di Librino, alcune delle quali organizzate in rete come la Piattaforma Librino Attivo o la Rete Sociale Librino, ed ha continuato ad essere reclamata a più riprese.

A questa attesa l’Amministrazione risponde oggi con il provvedimento emesso in data 16 luglio da Francesco Gullotta, direttore delle Politiche Sociali, con cui si crea un partenariato tra il Comune, in particolare l’Assessorato Famiglia e Politiche Sociali, e il Consorzio Solco per partecipare al bando pubblico “Bando Sport. L’importante è partecipare” della Fondazione con il Sud.

Il Bando è certamente appetibile. La Fondazione mette, infatti, a disposizione 2,3 milioni di euro per sostenere interventi (da attivare nel 2021) “capaci di mettere al centro l’attività sportiva come strumento di inclusione, partecipazione e integrazione tra persone che vivono in uno stesso, circoscritto, territorio (quartiere, rione, borgo, paese) del Sud Italia”.

Per ogni progetto, che deve avere una durata di almeno 24 mesi ma non superiore a 48, si può richiedere un contributo massimo di 300.000 euro, con un cofinanziamento pari almeno al 20% del costo complessivo del progetto.

La scadenza per la presentazione dei progetti era prevista per il 17 luglio e la determina dirigenziale sul partenariato è stata emessa appena in tempo, vale a dire nel giorno precedente.

Si tratta, comunque, di un provvedimento che pone diversi interrogativi.

Stupisce, innanzi tutto che si parli di “continuità dell’intervento presso la sede di Villa Fazio” nonostante il progetto ‘Polo Educativo’ risulti formalmente concluso in modo definitivo e non sia chiaro a che titolo l’immobile sia stato utilizzato in questi quattro anni, con che tipo di contratto, con quali costi (se non altro quelli delle utenze).

Parlare di continuità diventa improbabile anche perchè il progetto ‘Polo Educativo’ era stato assegnato ad una Rete di Imprese di cui facevano parte non solo il Solco ma anche Opera don Calabria e Net Service che sono completamente uscite di scena.

Nessuna di queste avrebbe avuto comunque le “competenze specifiche e diversificate” in ambito sportivo richieste dal bando di Fondazione con il Sud, che considera “auspicabile” il coinvolgimento di una organizzazione sportiva, che, comunque, nel partenariato non risulta presente, nonostante il bando preveda che “le partnership di progetto siano composte da un minimo di tre organizzazioni”.

Non sappiamo se la proposta del Sol.Co sia poi stata davvero presentata e sia adesso tra le 330 al vaglio della Fondazione.

Osserviamo solo che, con la sua determina, Gullotta ha promosso il Consorzio Sol.Co per la sua opera di “rigenerazione” sociale e per il “coinvolgimento di giovani e associazioni” (tutto da dimostrare) che gravitano nel quartiere, ha di fatto autorizzato la sua permanenza nella struttura di Villa Fazio senza procedere ad una vera assegnazione a seguito di un avviso pubblico, ha posto le premesse – accettando la creazione della partnership – perchè Sol.Co potesse concorrere al bando.

La conclusione della vicenda è ancora incerta. L’unica cosa certa è che le associazioni di Librino resteranno ancora prive di una sede.

Argo

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