Un centinaio di persone, in un caldo pomeriggio di luglio, si ritrovano in viale Africa, a Catania, nel piazzale davanti a dove una volta sorgeva il palazzo delle Poste. Di cui, dopo la demolizione, rimane solo una piccola parte della facciata esterna.
Per i catanesi una nuova prospettiva: demolito il palazzo, si può vedere il mare. Quel mare da cui la Città, o meglio i suoi amministratori, sembrano aver scelto di fuggire. Sabbia o scogli, la privatizzazione della costa etnea, infatti, impedisce alla gran parte dei cittadini di poterne fruire liberamente.
Proprio la creazione di un Parco sul mare è la principale richiesta dei promotori della manifestazione (Catania Bene Comune, Movimento Cinque Stelle, Salvaiciclisti, Lipu, Iniziativa Femminista, Femministorie, Catania Ecologia). Tante bandiere dei grillini, qualcuna di Rifondazione Comunista per contestare quanto apparentemente già deciso: la costruzione di un nuovo palazzo di Giustizia al posto dell’edificio appena demolito.
Un palazzo la cui realizzazione comporterebbe un carico urbanistico insopportabile per l’intera zona, in primo luogo per l’esponenziale aumento del traffico.
Ovviamente, i manifestanti non contestano l’utilità di una nuova, come è stata chiamata forse pomposamente, cittadella giudiziaria, la cui realizzazione eviterebbe sprechi, ridurrebbe il costo degli affitti e renderebbe più razionale il funzionamento della giustizia. Solo che questa nuova struttura non ha senso che nasca in viale Africa. Altre zone della Città garantirebbero, infatti, condizioni complessivamente migliori.
Gli organizzatori hanno contestato anche il fatto che, di fronte a scelte così importanti, la Città sia stata privata del diritto di parola. Il Consiglio Comunale non si è infatti pronunciato rispetto a una nuova edificazione che richiederebbe, quanto meno, l’adozione di una variante al piano regolatore.
Una necessità politica, prima che procedurale, più volte sottolineata da Argo e altre Associazioni (CittàInsieme, SUNIA, Borgo marinaro di Ognina) che hanno contestato la scelta non solo per il carico urbanistico che ne deriverebbe, ma anche perché, tenendo conto dei numeri reali, verrebbe costruito un edificio con spazi non adeguati a rispondere alle necessità degli uffici giudiziari che vi sarebbero collocati.
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Queste ultime Associazioni non propongono, però, destinazioni alternative. Tocca, infatti, ai catanesi interrogarsi e decidere, nei luoghi deputati, come disegnare la Città.
Più semplicemente, sarebbe ora che si portasse a termine la stesura del nuovo piano regolatore, la cui approvazione darebbe alla città regole certe e adeguate all’oggi.
La sollecita riclassificazione delle aree cittadine sulla base di una “pianificazione al passo con i tempi nuovi” è stata espressamente richiesta al Comune anche dalla sentenza del CGA sul caso di via Palazzotto, dimenticata dai più e riportata all’attenzione proprio da Argo.
Già ci sono pochi spazi verdi. sarebbe meglio avere un parco ea cittadella giudiziaria potrebbe essere nel corso dei martiri
La demolizione, come ho scritto in altra sede, e’ opportuna.
La edificazione o la realizzazione comunque ritengo che possa comporsi di 2 fasi e della distinzione in 2 tranche del finanziamento.
1 Costo di un PROGETTO DI RINATURALIZZAZIONE DEL LOTTO- SEDIME del Palazzo delle poste e delle superfici inedificate di sua pertinenza e di quelle limitrofe disponibili. Sarebbe la cosiddetta “opera di Compensazione “.
2 Costo del progetto di riqualificazione, recupero, rifunzionalizzazione , rigenerazione, integrazione del COMPLESSO EDILIZIO dell’ex OSPEDALE – dismesso,- Tomaselli Ascoli.
Dov’e’ scritto che il sito, l’area debba essere quella dell’ex Palazzo delle Poste?
Quando si e’ bandito il concorso di Progettazione.
E’ stato in 2 tempi? Bando per progetto di idee e poi bando ad inviti per selezione?
Carico urbanistico non concentrato. In quel modo ben distribuito. Accessibilita’ facile, raggiungibilita’ in tempi brevi. Ma pare che ai Vertici della Magistratura catanese, motivazioni non esplicitate , sia piaciuta con fermezza questa localizzazione.
Bellissima l’idea di un polmone verde per la nostra città .
L’ospedale “Vittorio Emanuele”, appena dismesso, non potrebbe accogliere la Cittadella Giudiziaria?
Faccio presente che Catania ha una zona nuova che si chiama Librino che è dotata di ampi spazi, viali alberati, che è stata costruita per accogliere proprio tutto quello che non trova più spazio nella città vecchia, sarebbe bene costruire là anche per valorizzare la zona. Il Vittorio Emanuele destiniamolo agli universitari