Un organo consultivo dell’Amministrazione e un regolamento che stabilisce chi può farne parte: “di diritto i membri interni (il Sindaco o l’Assessore delegato; l’Avvocato Capo e il Segretario Generale) ed i membri esterni nominati dal capo dell’Amministrazione in numero di sei”.
Il sindaco li sceglie su base fiduciaria e può in ogni momento revocare la nomina che comunque scade quando finisce il suo mandato.
Salvo Pogliese, dopo averci già provato dall’inizio dell’anno, ieri ha nominato cinque consulenti legali, scelti – come da regolamento – tra i docenti universitari di materie giuridiche o tra avvocati liberi professionisti di chiara fama.
Il ruolo, tuttavia, non è svolto a titolo gratuito ma prevede un impegno di spesa di 60.902,40 euro annui, da parte di un’Amministrazione in dissesto e alle prese con una situazione cittadina di crisi economico-sociale aggravata dalla pandemia.
Si pone quanto meno un problema di opportunità e una domanda sulla reale necessità ed urgenza di queste nomine, tenuto conto che sono già in servizio, a difesa degli interessi del Comune, i legali dell’Avvocatura Comunale.
Dobbiamo ipotizzare che queste nomine nascano dalla difficoltà dell’Amministrazione a fronteggiare la mole di denunce o ricorsi, o si tratta soltanto delle vecchie logiche di spartizione, riproposte in barba alle difficoltà dei cittadini e ai problemi davvero urgenti della città?
Matteo Iannitti di Catania Bene Comune non ha remore a definirle una “beffa inaccettabile” in una situazione in cui mancano i soldi per i servizi essenziali.
E prosegue “pertanto chiediamo al Sindaco di revocare immediatamente l’atto di nomina e di rinunciare alla formazione del collegio di difesa, di cui la città fa tranquillamente a meno da più di due anni. Nessuno si è accorto della sua assenza. Facciamo appello a tutti i consiglieri comunali affinché, per iniziativa consiliare, si proceda all’abolizione del collegio di difesa, attraverso la cancellazione del regolamento che lo norma”.