Così vorremmo Catania, non con le auto parcheggiate in seconda o in terza fila, gli spazi attorno ai cassonetti trasformati in discariche, bottiglie e cartacce buttate in ogni angolo, pacchetti di sigarette vuoti o tovaglioli sporchi che volano fuori dai finestrini ed escrementi di cani sparsi sui marciapiedi.
La vorremmo come altre città in cui prevale il decoro, le persone hanno maggior senso civico e le multe non vengono risparmiate a chi trasgredisce le regole. Ma si sa, altrove è tutta un’altra cosa…
Alla sporcizia della nostra città siamo così rassegnati che finiamo per contribuire anche noi a crearla con infrazioni più o meno piccole.
Di tutte queste storture, dell’incuria e inciviltà dei nostri concittadini, sembra che le autorità locali non si accorgano, come se anche loro si fossero rassegnate ai comportamenti dominanti, grossolani e ineducati.
Per fortuna ogni tanto il nostro sindaco si risveglia, ricorda di avere compiti di “tutela e di valorizzazione”, riscopre che i nostri monumenti barocchi sono patrimonio dell’Unesco, e che il nostro territorio ha una rilevante “valenza culturale, ambientale, naturalistica e paesaggistica”.
Ecco allora la pubblicazione di qualche ordinanza severa e coerente con cui vengono vietati tutti i comportamenti scorretti a cui abbiamo accennato e si annuncia che, da ora in poi, verranno perseguiti e multati.
Non è forse avvenuto con l’ordinanza dello scorso 17 giugno? Forse no.
Ha visto solo una piccola porzione di spazio cittadino occupata abusivamente da “una decina di persone presumibilmente extracomunitarie” che vi hanno collocato “materassi e tende da campeggio”, nonché “due baracche costruite con materiale di scarto”, con preoccupanti ripercussioni sulle “condizioni igienico sanitarie del luogo in questione”.
Nell’ordinanza, oltre ad ordinare lo sgombero dell’area, indicata addirittura con il numero di foglio catastale e con il nome del proprietario, si impone di ripristinare lo stato dei luoghi e di interdire le vie di accesso al terreno, pena sanzioni e denuncia all’autorità giudiziaria.
Giusto. Siamo d’accordo con il sindaco. Quell’area va sgombrata e restituita al decoro che le spetta (ammesso che lo abbia mai avuto). Le persone che vi si erano accampate vanno quindi sistemate in abitazioni dignitose o in una di quelle strutture di cui le città civili si dotano per accogliere i senza dimora, extracomunitari o locali che siano.
Non si può lasciarli in strada, bisogna “ripristinare le condizioni di sicurezza sociale, igiene e salute pubblica”, tanto più che – come recita ancora l’ordinanza – “il medesimo luogo non è dotato di alcun servizio né, tantomeno, sono rispettate al suo interno le norme di igiene vigenti”.
Esatto. E’ proprio così, in quell’area non ci sono servizi igienici pubblici.
In verità non ci sono neanche in altre parti della città, un’altra delle vergogne del nostro Comune che vanta – a dire del sindaco – una “vocazione turistica e culturale”.
D’altra parte gli unici bagni agibili, collocati nei parchi (villa Bellini, villa Pacini, parco Gioeni) sono utilizzati solo da pochi temerari che si azzardano ad entrare chiudendo occhi e naso per non vedere e sentire. Pulizia e manutenzione, infatti, lasciano molto a desiderare.
E il numero di questi bagni è comunque inadeguato. Ci dobbiamo meravigliare che stranieri e locali usino muri e monumenti come se fossero latrine, offendendo il decoro urbano? Perchè sono rimaste inascoltate le sollecitazioni a risolvere questa annosa questione?
Alcuni articoli correlati su argocatania.org
In risposta all’ordinanza del sindaco, è intervenuto prontamente, con un comunicato, il sindacato degli inquilini chiedendo che ai senza tetto vengano destinati “alcuni degli edifici pubblici dismessi”.
La segretaria del Sunia, Giusi Milazzo, chiede che “attraverso l’agenzia sociale Habito per la locazione, il Comune debba assistere le donne e gli uomini in difficoltà nella ricerca di una sistemazione abitativa dignitosa e idonea al loro bisogni”.
In un momento particolarmente grave, in cui le disuguaglianze sociali continuano a crescere e la pandemia non è ancora cessata l’amministrazione – invece che trovare soluzioni efficaci – torna “a quella brutta normalità che più di una volta ha visto il sindaco di Catania trattare i senza tetto come dei ‘rifiuti umani’ da nascondere alla vista”, scrive ancora Milazzo.
“Ci chiediamo se sono davvero le dimore informali di chi è senza casa e senza diritti a minare il decoro della città” e non la mancanza di interesse e di empatia verso gli emarginati dimostrata dall’amministrazione, conclude. Ed auspica un intervento della Prefettura sulla vicenda.
La battaglia contro la privatizzazione del porticciolo di Ognina sembrava vinta. A maggio dello scorso…
In Sicilia si chiamano Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), in Italia hanno altre denominazioni,…
Felice Rappazzo, docente dell'Università di Catania, ci propone la sintesi di un dibattito avvenuto presso…
Un ‘bellissimo novembre” per il Ponte sullo Stretto, sul quale – in questi ultimi giorni…
Offrire agli studenti l’opportunità di ragionare su fenomeni di rilevanza economica che non siano riducibili…
Tornano su Argo i catanesinpalestina per parlarci della edizione 2024 del Nazra Palestine Short Film…
View Comments
I poveri disgraziati urtano il decoro di Catania mentre due mercati come la fiera e la pescheria dove la siruazione igienica è a dir poco deprecabile non distrurbano nessuno. Come non urtano nessuno i vari posteggiatori abusivi e i vari rivenditori abusivi, la sporcizia delle strade ed il fetore che emana da tanti cassonetti ecc ecc ecc.!
Mi chiedo dopo lo sgombero dove hanno intenzione di metterle queste persone, oppure sgomberano per disperderli e farli tornare dopo qualche settimana o migrare 10 metri più avanti... E la spacciano anche per umanità.
fino al periodo antecedente il caso COVID 19 mi recavo , per compiere qualche operazione bancaria, nell'agenzia UNICREDIT di piazza Verga. Orbene, ogni mattina, trovavo ai piedi della piccola scalinata di accesso , due corpi avvolti in coperte di Pile di sgargianti colori che ci guardavano straniti entrare nella luccicante agenzia per prelevare o depositare quattrini. Ho notato che la maggior parte dei signori che entravano in Banca sfioravano con lo sguardo i due disgraziati che li ammiccavano di soppiatto ed entravano con un sorriso ispirato a pietà , quasi a dover sopportare l'ingiuria della miseria esposta al pubblico.
Di fronte a tanto orrore ho detto e credo anche scritto al direttore dell'agenzia bancaria UNICREDIT di interessarsi per far cessare quello scempio. Ma il mio oscuro interlocutore non ha mai risposto nè alcuno dei suoi dipendenti ha mai mostrato di aver interesse a far cessare quello spettacolo di umano degrado.
Tuttavia vorrei segnalare che è pur vero che il direttore della Banca di Piazza verga non ha mai mosso un dito per risolvere il problema ma è anche vero che tutti gli umani, ben messi e agghindati, che accedevano alla sede della Banca non mostravano turbamento bensì erano solo indignati per il coraggio e l'ardire di quei poveri che osavano stazionare in posti loro vietati. "pussa via" pensavano. Non è questo il tuo posto. Vai alla Caritas oppure vai nella tua tenda o nel tuo giaciglio.Non disturbare il mio ambiente e non rovinare l'accesso al tempio della moneta di mia spettanza.
Ha ragione il ricco signore che può comodamente entrare nell'ambiente riservato del suo peculio.Ma forse ne ha per poco. Se i poveri prendono il coraggio a due mani e si ribellano, di questi signori possono fare polpette. In questo caso non ci basterebbero neanche le cucine cinesi a smaltire il lardo dei ricchi. Io sono vile. Ma aspetto questo spettacolo di questa feroce ed antica pandemia.