Si fa o non si fa questo ‘indispensabile’ supermercato Eurospin di via Sabato Martelli Castaldi?
Tra interrogazioni in Consiglio comunale, esposti in Procura, ordinanze di sospensione dei lavori e un cantiere che entra a tratti in frenetica attività, resta aperta la domanda essenziale: è lecita la concessione rilasciata dal Comune?
Sin dall’inizio la stessa Amministrazione ha faticato a trovare le motivazioni per giustificare la propria scelta, nonostante la sicurezza ostentata dalla ditta proponente.
Risulta con evidenza dai documenti pubblicati sul sito del Comune, come sempre rintracciati a fatica su una piattaforma che certo non agevola chi vuole attingere alle informazioni.
DOCUMENTI
I primi dubbi sulla fattibilità dell’Eurospin di via Martelli Castaldi risalgono al 2017, quando si sono svolte alcune Conferenze dei servizi sulla ricerca di “un parere di fattibilità preliminare”. Non a caso alle Conferenze ha partecipato anche l’Avvocatura Comunale, nella persona dell’avvocato Rosario Russo.
La questione che si pone è se questo “intervento di edilizia commerciale” sia compatibile con un’area che il Piano Regolatore destina ad opere di pubblico interesse, in particolare ad una scuola.
A favore della compatibilità viene chiamato in causa il “notorio calo della popolazione scolatisca” (così leggiamo nel verbale della Conferenza del 2 ottobre 2017), che rende anacronistica la costruzione della scuola. Ma questo autorizza a costruire al suo posto un supermercato? Non servirebbe quanto meno una variante urbanistica?
Molto più semplice che a favore della fattibilità si pronunzi l’Avvocatura Comunale, con un proprio parere.
L’avvocato Russo non vorrebbe prendersi questa responsabilità, ma finisce con l’impegnarsi a produrre una “nota” che motivi la compatibilità del progetto.
Chiede però alle Attività Produttive un elenco delle altre concessioni già rilasciate dal Comune in casi analoghi, con le “medesime caratteristiche funzionali e normative”.
Una richiesta che lascia perplessi, quasi che la presenza di altri casi analoghi, approvati in precedenza, possa giustificare la valutazione positiva su un progetto di dubbia legittimità. Tanto più che viene trascurato un precedente molto simile ma di segno opposto, quello della struttura commerciale di via Palazzotto, bocciata nel 2015 dall’Urbanistica con l’avallo di Tar e CGA.
L’elenco richiesto dall’avvocato Russo viene comunque preparato e gli viene fornito, così come testimonia il verbale della successiva Conferenza dei servizi, svoltasi il 31 ottobre 2017.
Non troviamo invece citata la “nota” che Russo si era impegnato a produrre per motivare il proprio parere positivo. Quest’ultimo viene sì espresso (verbale del Conferenza del 31 ottobre), ma senza alcun riferimento ad un apposito documento scritto.
A noi di Argo, come a tutti i cittadini che vogliono capire se il via libera al supermecato sia legittimo, le motivazioni di questo parere positivo piacerebbe conoscerle nel dettaglio, ma non possiamo chiedere l’accesso ad una “nota” che pare non sia mai stata scritta nè consegnata.
Decidiamo allora di formulare una richiesta di accesso agli atti per conoscere almeno l’elenco di concessioni rilasciate dal Comune in “casi analoghi”, quello che le Attività Produttive hanno preparato per l’Avvocatura.
Trattandosi di un documento che viene esplicitamente citato nel verbale di una Conferenza dei servizi e ne costituisce, quindi, parte integrante, non c’è alcun motivo perchè non debba essere reso pubblico.
Avanziamo la richiesta e, nel giro di pochi giorni, ci arrivano ben due risposte.
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La prima è chiaramente frutto di un errore. Si fa riferimento ad una nostra ipotetica e inesistente richiesta di concessione edilizia che – non essendo stata in effetti mai presentata – non viene individuata in archivio. La nostra domanda di accesso non è quindi stata compresa ed è forse finita nelle mani sbagliate.
Non facciamo in tempo a riprenderci dallo stupore che ci arriva la seconda risposta, pertinente ma inquietante.
Il documento da noi richiesto viene correttamente individuato, ce ne vengono forniti anche data di emissione e numero di protocollo. Per averne copia, però, dovremmo versare dei diritti di segreteria molto alti, superiori ai 100 euro.
La nostra istanza viene infatti catalogata come “richiesta di ricerca e verifica documentale in assenza di dati definiti”, per la quale è previsto questo pagamento elevato. Come mai questa catalogazione?
Visto che avevamo indicato con chiarezza il verbale della Conferenza dei servizi in cui il documento viene citato, e di cui costituisce parte integrante, la nostra richiesta potrebbe essere classificata come semplice “istanza di accesso civico generalizzato”, per la quale i diritti di segreteria sono più abbordabili (circa 30.00 euro, somma non irrisoria ma certo meno esosa).
E comunque: diritti di segreteria così esorbitanti non scoraggiano le richieste di accesso, mettendo in discussione il concetto stesso di trasparenza?
Non è anche questo un modo per limitare il diritto del cittadino ad accedere agli atti della pubblica amministrazione?
Trattandosi di una questione a nostro parere importante, non solo per noi ma per tutti, abbiamo inviato una segnalazione circostanziata al Responsabile della Trasparenza, nominato in ogni amministrazione per “vigilare sull’adempimento degli obblighi di pubblicazione e controllare la regolare attuazione dell’istituto dell’accesso”. E adesso attendiamo risposta.
Nel frattempo, non avendo rinunciato a conoscere l’elenco delle concessioni analoghe al caso Eurospin di via Martelli Castaldi, abbiamo inoltrato una nuova richiesta di accesso,
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Catania è allo fascio politico ed amministrativo. Spetta a noi tutti il diritto-dovere di chiedere alla Giustizia di intervenire e di salvarci dall'attuale disastro.
Invocare l'intervento della Giustizia è diventata una formula di rito.Nessun risultato si ottiene. Tuttavia bisogna dire che la colpa risiede in noi cittadini e residenti e votanti nei luoghi disastrati.Chi votiamo? Chi deleghiamo a compiere attività di amministrazione e gestione degli spazi comuni? Gente solitamente incompetente ed icapace di gestire gli interessi della collettività. Ditemi come può un avvocato penalista gestire un assessorato della Sanità alla Regione siciliana? e come può un avvocato penalista che non conosce nulla di urbanistica gestire gli interessi, i beni e le utilità comuni che sono propri dell'assessorato all'urbanistica ?