“Eccesso di potere per travisamento dei fatti e violazione delle norme di diritto internazionale del mare in materia di soccorso in mare”.
E’ quanto ha rilevato la sezione prima ter del Tar del Lazio nel decreto emesso ieri, 14 agosto, con cui si sospende il divieto di ingresso in acque territoriali italiane deciso dal nostro governo ai sensi del Decreto Sicurezza bis.
Via libera, dunque, alla nave Open Arms che questa mattina all’alba ha finalmente attraccato a Lampedusa dopo 14 giorni trascorsi in mare al largo delle nostre coste.
Il decreto, che pubblichiamo integralmente in link, riconosce che il soccorso è avvenuto in condizioni “di eccezionale gravità e urgenza”, come risulta dalla “documentazione prodotta (medical report, relazione psicologica, dichiarazione capo missione)”.
La stessa amministrazione (Ministero degli Interni) – scrivono i giudici – si contraddice quando, nelle premesse del provvedimento, “riconosce che il natante soccorso da Open Arms in area SAR libica – quanto meno per l’ingente numero di persone a bordo – era in “distress”, cioè in situazione di evidente
difficoltà”.
La decisione del Tar è solo una tappa di un percorso complicato. Non solo perchè si tratta di una sospensione in attesa della
trattazione collegiale fissata per il nove settembre.
Ma anche perchè nel frattempo è intervenuto un nuovo decreto di Salvini, non firmato però anche dalla ministra Trenta che, preoccupata
soprattutto della situazione dei 32 minori a bordo, ha inviato navi militari per ‘scortare’ l’Open Arms.
Il Viminale preannuncia inoltre un
ricorso al Consiglio di Stato, e altro potrà accadere. Attualmente la nave sta aspettando l’autorizzazione allo sbarco.
C’è comunque nel decreto del Tar una dimostrazione che sono possibili
dei ragionamenti articolati su materie affrontate in genere a colpi di slogan, in particolare da chi sulla chiusura dei porti ha costruito un consenso elettorale che vuole continuare ad alimentare, anche a costo di manipolare la realtà.