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Stop al glifosato, giornata di studio a Palermo

Il mondo della scienza e quello dei produttori si sono confrontati lo scorso due aprile a Palermo, presso l’Università degli Studi, per fare il punto su una questione importante per tutti noi, l’utilizzo del glifosato in agricoltura.

Gravissimi sono infatti i danni, all’ambiente e alla salute dell’uomo, creati dall’utilizzo improprio di questo diserbante in agricoltura

Ritroviamo questa sostanza non solo su frutta e verdura, ma in molti altri cibi, pasta, farine e farinacei, carne, latte e derivati. E nei mangimi per l’allevamento.

Ed è proprio il suo accumulo a creare un sovraccarico pericoloso per la salute, come molti studi scientifici dimostrano.

Tra gli organizzatori del convegno di Palermo, “Modelli di gestione agroecologica dell’ambiente e prodotti chimici di sintesi: il caso del glifosato”, c’è l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (AIAB), da sempre impegnata per la promozione del cibo “sano” e biologico, possibilmente a corto raggio.

L’obiettivo della manifestazione non era solo quello di bandire l’utilizzo del glifosato in agricoltura, ma anche quello di redigere una legge regionale ad hoc.

“Noi, come AIAB – afferma Alfio Furnari, Presidente Regionale AIAB Sicilia, – vogliamo trasformare la coalizione siciliana “Stopglifosato” in una aggregazione che colleghi le tematiche locali dell’agricoltura biologica, dell’alimentazione naturale, dello sviluppo eco-sostenibile ai grandi temi dei cambiamenti climatici, della desertificazione e della biodiversità.”

Da qui la necessità di istituire un coordinamento che abbia il compito di curare i rapporti con le istituzioni.

C’è già un disegno di legge, attualmente in commissione terza, il cui decorso va monitorato e bisogna elaborare in tempi brevi, con l’aiuto del tavolo tecnico regionale del Bio, una legge sull’agricoltura biologica.

Altro impegno individuato è stato quello di promuovere l’emanazione di ordinanze e regolamenti dei comuni sulla gestione del verde pubblico e privato nelle aree pubbliche.

C’è poi da monitorare l’applicazione della legge (n.20 del 22/12/2005) sulla ristorazione pubblica.

Nell’articolo 18, a proposito della qualità degli alimenti nella ristorazione collettiva, si afferma che “a decorrere dal 1° luglio 2006, è vietata la somministrazione di prodotti ottenuti da organismi geneticamente modificati (OGM) nelle attività di ristorazione collettiva scolastica e prescolastica, delle strutture ospedaliere e dei luoghi di cura pubblici e di quelli convenzionati con la Regione, degli uffici pubblici appartenenti alla Regione, agli enti locali e ai soggetti privati convenzionati.”

E ancora “per garantire la sicurezza alimentare dei consumatori, i soggetti che gestiscono o svolgono le attività di cui al comma 1 prevedono nelle diete giornaliere l’utilizzazione di prodotti biologici e tradizionali, dando priorità a quelli a denominazione protetta e a indicazione geografica tipica.”

Furnari ricorda come ai fini della tutela del territorio, abbia un ruolo importante il Consulente Fitosanitario, previsto nel Piano d’Azione Nazionale (PAN).

A livello regionale, il PAN è recepito dal DRS n.352 (16/02/2017), le cui linee guida prevedono l’adozione di “soluzioni migliorative per ridurre l’impatto dei prodotti fitosanitari anche in aree extra-agricole frequentate dalla popolazione, quali le aree urbane, le strade, le ferrovie, i giardini, le scuole, gli spazi ludici di pubblica frequentazione e tutte le loro aree a servizi”.

Oltre che in agricoltura questo diserbante è, infatti, utilizzato anche per la pulizia del verde pubblico, dei binari ferroviari, delle strade.

Secondo la proposta Aiab già consegnata all’ANCI e adottata da alcuni comuni come Acireale e in via di adozione a Regalbuto e Valguarnera, è proprio la pratica del diserbo chimico, in special modo con glifosato, che deve essere tolta dalle linee guida regionali.

L’AIAB Sicilia chiede inoltre, una maggiore valorizzazione del tavolo tecnico regionale del Bio ed una sua più costante ed efficace azione nel campo dell’agricoltura biologica.

Argo

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