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I furbetti del premio incentivante

Indennità di risultato pagate a tutti i dirigenti della Città Metropolitana, indipendentemente dal fatto che gli obiettivi assegnati siano stati raggiunti.

Così i soldi dello Stato, destinati a premiare chi si impegna a raggiungere i migliori risultati ma spartiti tra tutti gli interessati, diventano un vero e proprio furto alla finanza pubblica, un danno erariale.

Quando gli obiettivi non vengono raggiunti, i soldi dovrebbero infatti tornare nelle disponibilità dell’Ente come “economie di bilancio”, con un risparmio per la pubblica amministrazione.

Ripartirli a prescindere dai risultati significa anche negare il merito e rinunciare ad incentivare le prestazioni lavorative di qualità.

Ancora una volta a denunciare questa situazione è l’Unione Sindacale di Base, delle cui segnalazioni ed esposti Argo ha già parlato.

Nell’ultima di queste denunce, che risale al mese scorso, viene chiamato in causa il nuovo sindaco ‘metropolitano’ Salvo Pogliese che ha adottato con decreto (n.252 del 31 ottobre 2018) il nuovo ‘Sistema di misurazione e valutazione delle performance’, che tanto nuovo non è…

Vengono poi indicate le responsabilità dell’Organismo Indipendente di valutazione (OIV), che dovrebbe “garantire la correttezza dei processi di misurazione e valutazione delle prestazioni” e “assicurare l’utilizzo dei premi incentivanti” secondo quanto previsto dal decreto legislativo 150/2009.

Oltre che i soldi pubblici, è in ballo anche la trasparenza della pubblica amministrazione.

Nel settembre dello scorso anno l’OIV, a cui l’Unione Sindacale di Base aveva chiesto un confronto, ha infatti risposto picche alla richiesta di modifiche avanzate perchè “non rientrava nei propri compiti entrare nel merito delle questioni sollevate”.

Secondo Sergio Giambertone, che firma l’esposto dell’USB, l’Organismo di Valutazione è venuto meno al proprio ruolo.

Toccherebbe ad esso, infatti, esprimere un parere vincolante e, qualora l’Ente non lo avesse recepito, comunicare le criticità alla Corte dei Conti e al Dipartimento della funzione pubblica.

Paradossalmente lo stesso Organismo di valutazione aveva osservato, nella relazione sull’anno 2017, che la maggior parte degli obiettivi non faceva parte di un quadro strategico di interventi, ma risultava riferibile “all’ordinaria amministrazione”.

Quanto al secondo obiettivo trasversale, “indagine sul grado di soddisfazione degli utenti sui servizi offerti”, non era neanche stato svolto.

Queste osservazioni non hanno impedito all’Organismo di convalidare la relazione appena criticata con la motivazione che il suo insediamento era avvenuto dopo il consolidamento di una situazione amministrativa di cui aveva dovuto prendere atto. Ha lasciato così che i 200 mila euro del fondo venissero redistribuiti tra tutti dirigenti.

Proprio la Corte dei Conti, nella http://www.aransicilia.it/newsletter/201805/06_201805.pdfsentenza n. 355 del 19 aprile 2018, chiarisce non solo il ruolo della indennità di risultato, remunerazione aggiuntiva che va erogata solo in funzione dei risultati raggiunti.

E ribadisce anche che spetta agli OIV valutare l’attività dei dirigenti in ordine al conseguimento degli obiettivi fissati, valutazione possibile solo se gli obiettivi sono stati precedentemente individuati.

Altrimenti si rischia di considerare la retribuzione di risultato come un generico premio ai dipendenti o come una forma atipica di aumento retributivo.

Il problema, come spesso nella pubblica amministrazione (e non solo), è quello dei controlli, che di fatto non vengono effettuati.

Rimane, inoltre, irrisolto il problema del numero di dirigenti previsti in pianta organica, non ancora adeguato al numero dei servizi, notevolmente ridotti.

L’esposto dell’Unione Sindacale di Base è diretto innanzi tutto alla ministra per la pubblica amministrazione, Giulia Bongiorno, che ha spesso dichiarato di voler rilanciare i sistemi di valutazione e valorizzare il merito.

Altri destinatari, il Dipartimento per la funzione pubblica, i Servizi ispettivi di finanza pubblica, la Guardia di finanza, e naturalmente il sindaco Pogliese e i componenti dell’OIV.

Almeno qualcuno di questi organi dovrebbe intervenire per mettere ordine in questa delicata materia ed evitare che l’indennità di risultato dei dirigenti continui ad essere distribuita interamente, a prescindere dalla validità degli obiettivi proposti e dal loro raggiungimento, come avviene dal 2010.

Argo

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