Un intervento atteso da tutti, visto che l’iniziativa, promossa dalla Rete Antirazzista Catanese e dalla Rete Restiamo Umani/Incontriamoci, ha provato a smontare preconcetti e falsità sul tema dei migranti e, al contempo, ha cercato di dimostrare che, se si realizzasse un approccio aperto e solidale, avremmo tutti da guadagnare.
Nonostante ancora oggi non possa rientrare a Riace, nella propria abitazione, Lucano ha ribadito di non sentirsi una vittima, ma semplicemente un uomo attento ai diritti degli altri esseri umani, che l’attuale deriva reazionaria nega quotidianamente, in Sicilia come in Calabria.
E, ricordando che vanno percorse vie e politiche alternative, ha invitato i presenti a Riace in aprile dove si svolgerà un grande concerto contro razzismo e fascismo, nel quale sarà probabilmente presente anche Carmen Consoli.
Si è chiusa così un’iniziativa ricca di attività e partecipazione.
Pomeriggi e sere caratterizzate da dibattiti, confronti e performance artistiche.
Le tante associazioni legate alle due reti hanno, infatti, gestito a rotazione gli spazi comuni, incrociando temi e report sulle diverse esperienze e attività che le caratterizzano.
Consapevoli che, in questo momento, tra la maggioranza della popolazione italiana prevale, spesso con motivazioni decisamente inconsistenti, l’idea che occorra difendersi dai migranti, “aiutarli a casa loro”.
Ma consapevoli, anche, del fatto che esiste una corposa minoranza che ha dimostrato (Diciotti, Lodi, Riace, 10 novembre, Macerata, Sea Watch…) di rappresentare quella civiltà dei diritti che non può non diventare punto di riferimento per tutti.
Articoli correlati su argocatania.org
Non a caso, alle centinaia di persone intervenute il giorno dell’inaugurazione sono andati i ringraziamenti dell’equipaggio della Sea Watch, bloccato per tantissimi giorni al porto di Catania, che ha ribadito la scelta di continuare, nonostante accuse e provocazioni, a salvare vite umane nel Mediterraneo.
I membri dell’equipaggio hanno sottolineato come la presenza di tanti Catanesi al porto, pronti a sostenerli, (così come era avvenuto a Siracusa nei giorni precedenti) abbia rappresentato un motivo in più per proseguire nel loro impegno.
Più in generale, il comune denominatore di tutte le iniziative è stato quello di affrontare a tutto tondo la tematica dell’emigrazione, ragionando sulle origini e sulle ragioni storiche del fenomeno, a partire dallo sfruttamento coloniale delle potenze europee.
Ed analizzando le politiche del presente: legge sulla sicurezza, respingimenti, smantellamento della buona accoglienza, stereotipi su malattie e salute.
Dati alla mano, emerge così che l’Italia non solo non sta subendo nessuna invasione, ma sono invece le attuali politiche che producono insicurezza e allarme sociale, allargando a dismisura (per esempio attraverso l’abolizione delle regolarizzazioni per motivi umanitari) il numero di persone irregolari nel nostro territorio.
Non solo discussioni su dati e normative, però. Uno dei momenti più significativi è stato, infatti, quello in cui uno dei comandanti dell’Aquarius ha simulato, con una parte dei presenti, come stanno i migranti all’interno di un gommone.
Una simulazione che andrebbe fatta sperimentare a tutti coloro che parlano di taxi del mare, di “viaggi”, di pacchia.
La battaglia contro la privatizzazione del porticciolo di Ognina sembrava vinta. A maggio dello scorso…
In Sicilia si chiamano Assistenti all’Autonomia e alla Comunicazione (ASACOM), in Italia hanno altre denominazioni,…
Felice Rappazzo, docente dell'Università di Catania, ci propone la sintesi di un dibattito avvenuto presso…
Un ‘bellissimo novembre” per il Ponte sullo Stretto, sul quale – in questi ultimi giorni…
Offrire agli studenti l’opportunità di ragionare su fenomeni di rilevanza economica che non siano riducibili…
Tornano su Argo i catanesinpalestina per parlarci della edizione 2024 del Nazra Palestine Short Film…