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Sea Watch a Catania, riflessioni a margine

Il ministro Salvini potrà gongolare di gioia per l’accordo raggiunto con altri paesi europei sulla ripartizione dei migranti.

Ma si poteva evitare lo strazio di questi 13 giorni? Per esempio, perché non condurre la trattativa con gli altri paesi europei immediatamente dopo lo sbarco, evitando di trattare i migranti come ostaggi politici e mettendoli in sicurezza, rispettando così il principio dello sbarco in un porto sicuro, diritto fondamentale e assoluto?

Perfino i nostri detenuti, nonché gli imputati per reati gravissimi, godono di una serie di diritti – sia pure all’interno del regime carcerario o di quello processuale penale – che questi migranti neanche si sognerebbero…

Eppure il grido ‘prima gli italiani‘ rimbomba sempre più forte in tutta la sua assurdità.

A parte i rilievi penali del sequestro di persona, già visti a proposito della nave Diciotti, di cui Argo del 26 gennaio scorso, vogliamo davvero rassegnarci a credere che non vi siano alternative a questo modo di procedere?

Da una parte c’è l’assurdo Regolamento di Dublino che obbliga la maggior parte dei migranti a chiedere asilo nel paese di primo ingresso impedendogli di fatto la libera circolazione sul territorio europeo; dall’altra la responsabilità dei singoli Paesi membri della Unione Europea, in particolare quelli di Visegrad, cui si deve proprio il rifiuto di modificare questo Regolamento…

E poi c’è il ministro Salvini, che per oscure ragioni decide di allearsi proprio con questi paesi, acerrimi nemici del principio di ripartizione dei migranti tra i vari paesi UE!

Alcune riflessioni a questo punto si impongono. Attualmente gli sbarchi di immigrati sul suolo italiano ed europeo costituiscono appena una goccia sull’ammontare (non più del 15% annuo) dell’intera immigrazione extra comunitaria, che entra in Italia e in Europa con regolare permesso turistico o di studio e dopo si trattiene nel territorio europeo o italiano.

Non potendo impedire quest’ultima, che costituisce quindi l’85% dell’immigrazione complessiva, si preferisce gridare all’invasione dello straniero allorquando una carretta di disperati giunge in prossimità delle nostre acque territoriali.

Così la disperazione di un pugno di immigrati, fra cui donne e bambini, che non chiedono altro che di poter sbarcare e poi magari dirigersi in altri Paesi d’Europa, diventa spettacolo, teatro, in realtà strumento di distrazione di massa, per un Governo (o meglio, un partito, la Lega) che comincia ad avere difficoltà su altri piani, leggi economia, Esteri, infrastrutture e quant’altro.

Si dice che il Ministro Salvini abbia il consenso di milioni di cittadini italiani. Non sappiamo se ciò corrisponda al vero, ma se così fosse ci sarebbe davvero da preoccuparsi. Quel che si sente in giro dall’uomo della strada – “buttateli in mare, anche a cannonate” – fa davvero rabbrividire.

E’ come se qualcosa si sia rotto al livello di senso comune. Un principio etico fondamentale, al di là di religioni, ideologie, concezioni del mondo, su cui, bene o male, si è costituita nel corso dei secoli, la nostra convivenza civile, “Non fare agli altri quel che non vuoi venga fatto a te” risulta ormai totalmente obsoleto.

Chiesa, Scuola, tutte le Agenzie educative, dovrebbero partire dalla riaffermazione degli elementari principi di convivenza, in mancanza dei quali riappaiono l’odio e la guerra di ognuno contro tutti (Homo homini lupus).

Argo

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