Secondo il TAR, infatti, il Comune può emanare ordinanze solo con il fine di proteggere i cittadini, ma il senzatetto non costituisce, in sé, evidentemente, una minaccia.
E’ probabile che il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, autore della più che discussa “ordinanza antibivacco” conoscesse il suddetto pronunciamento, come molte altre sentenze simili, ma sia prevalsa in lui l’opportunità di presentarsi come difensore dell’ordine e del cosiddetto decoro pubblico.
Come scrive Francesco-Chiodell su Huffingtonpost.it “simili ordinanze hanno letteralmente proliferato negli ultimi anni, utilizzate tanto da sindaci di destra e centro-destra, quanto da sindaci di centro-sinistra.
Ciò è avvenuto anche grazie alle possibilità offerte da provvedimenti di carattere nazionale (per esempio, il cosiddetto “Pacchetto Sicurezza” proposto dall’allora ministro dell’interno Roberto Maroni, o il più recente “Decreto Sicurezza” del ministro Marco Minniti), che hanno ampliato le possibilità di utilizzo di uno strumento, l’ordinanza del sindaco, precedentemente limitato a un uso molto specifico (ossia per prendere decisioni rapide in situazioni di particolare gravità e urgenza, come nel caso di calamità naturali)”.
Anche di questo si è discusso nel “bivacco-assemblea” del 9 luglio in via Crociferi-angolo Scalinata Alessi.
Una riunione, presenti soprattutto numerosi giovani, promossa da un ampio schieramento che ha ribadito la convinzione che decoro significa innanzitutto garantire dignità e soddisfacimento dei bisogni essenziali a tutti i cittadini.
Soprattutto, è stato affermato, che nessun problema sociale può essere trasformato in problema di ordine pubblico.
E ha lanciato una sfida al sindaco, la mobilitazione continuerà, anche dinanzi al palazzo degli Elefanti, fin quando l’ordinanza non verrà revocata.
Se siamo d’accordo sul fatto che, vista l’oggettiva difficoltà di far pagare multe salate ai senzatetto e/o l’azione quantomeno ridicola di bloccare chi per strada sta consumando una bevanda (per i danni al patrimonio pubblico esistono già i codici), il provvedimento nasce dall’esigenza di difendere “il decoro”, che cioè ha un valore simbolico più che concreto, è giusto riflettere anche su questo versante del problema.
Non c’è dubbio che per i “cittadini normali” tutto ciò rappresenta un problema, ma se lo si vuole affrontare effettivamente, non si può mettere (scusate il paragone) la polvere sotto il tappeto.
Come si fa a “liberare la strada” (che, peraltro, di inverno rappresenta, comunque, una drammatica e pericolosa realtà per chi ci vive) se non offrendo una reale alternativa a chi la “abita”.
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Ma per far questo bisognerebbe avere il coraggio di restituire alla collettività almeno una parte del patrimonio edilizio, a partire dalle strutture di proprietà del Comune e/o dello Stato, sottoutilizzate o lasciate in uno stato di abbandono.
Così come non è pensabile evitare che la cosiddetta “movida” non si trasformi in un problema di ordine pubblico, in assenza di una regolamentazione efficace che renda compatibile il diritto “alla socializzazione e allo svago” con l’altrettanto importante diritto dei cittadini che abitano in quelle zone di poter decidere come vivere, quantomeno quando poter dormire.
E ancora, sempre a proposito di “movida”, che si regge in piedi, nella maggioranza dei casi, solo grazie allo sfruttamento di centinaia di giovani, spesso costretti a turni di lavoro massacranti in cambio di miseri salari, perché il Comune non interviene?
Potrebbe, per esempio, legare la concessione dell’uso del suolo pubblico alla verifica della congruità dei contratti di lavoro dei dipendenti.
In conclusione invitiamo innanzitutto il Sindaco, anche in autotutela, a revocare l’ordinanza.
Provi poi, anche confrontandosi con le tante associazioni che a Catania cercano di rendere meno grave il disagio sociale, ad affrontare i problemi reali, a individuare soluzioni.
Leggi il testo dell’ordinanza
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Succede a Catania: “ Rifiuti” Umani e rifiuti veri
Alle persone amanti della dignità umana e dei diritti civili e democratici
Dunque, il danno e la beffa. A Catania le strutture comunali sono state sempre alquanto “frugali” ( per non dire inesistenti) nel dare assistenza e tetto alle tante persone che a seguito delle “sfortune” della vita sono state costrette a “sistemarsi” costantemente nelle vie cittadine, sotto le intemperie, rigorosamente all’aperto, con tutte le attrezzature necessarie: cartoni, misere coperte lerce, “bagagli” a seguito. Abbandonate, di fatto. La drammatica questione ha assunto caratteristiche sempre più tragiche, per quantità e condizioni, nel procedere del recente calendario degli anni. Eppure sono Esseri Umani. Gli Ultimi degli Ultimi. Fantasmi, di fatto. Vilipesi, perseguiti dall’occhio e dalla voce degli “altri”. In molti, ormai prostrati fisicamente e psicologicamente, non chiedono più un misero obolo.
Nell’area cittadina sono parecchie centinaia, indigenti e profughi-migranti. Non c’è mai stato un “censimento” istituzionale. In diversi trovano alloggiamento in schifosi tuguri ed “anfratti”. Alcune decine hanno ritrovato un tetto a seguito degli interventi di importanti strutture assistenziali volontarie che, tra l’altro, garantiscono distribuzione quotidiana di alimenti. Mantengono, sopperendo alla pubblica strutturale ignavia sulle elementari regole civili e democratiche, il minimo della secolare cultura che riguarda la pratica della solidarietà umana.
Ebbene, adesso oltre al danno della misera condizione subentra la beffa. L’ordinanza del Signor Sindaco invece di affrontare preventivamente la sistemazione dei reietti, con tutte le urgentissime risoluzioni operative necessarie, con l’ordinanza del 4 luglio vengono previste multe consistenti ( da 50 a 300) euro a tutte le persone che “….anche per l’intera notte, all’aperto, con sedute o ricoveri di fortuna, bivaccano sulla pubblica via, utilizzando oggetti di varia natura, come cartoni, coperte, scatoloni, materassi, al fine di costituire un giaciglio per lo stazionamento ovvero per il consumo di cibo e bevande alcoliche, espletando in luogo pubblico le funzioni fisiologiche”, in un’area territoriale cittadina, cosiddetta centrale, di grande dimensione. E’ ben noto che gli emarginati stazionanti sono privi di qualsiasi, pur piccolissima, risorsa economica. Quindi, la multa prevista è del tutto virtuale. Un atto inutile, privo di concreto significato. Non potranno mai essere pagate, e quindi riscosse. Sono gli ultra poveri! Tra l’altro pare che in nessuna città italiana sino previste multe nei riguardi dei senza tetto che dimorano nei luoghi cittadini.
Tra le tante emergenze che caratterizzano la città è bene evidenziarne una che attiene la “ Tutela della Sicurezza Urbana e Decoro del territorio comunale”: i RIFIUTI. Molte zone della città, troppe, sono invase da grandi e variegate aggregazioni di rifiuti che rimangono giacenti per diversi giorni, poiché non prelevati, e da discariche, grandi e micro, sparse in tutto il territorio comunale. Una situazione di grande emergenza sul piano dei rischi oggettivi, per il decoro urbano e sulla prevenzione sanitaria dei cittadini. Siamo in piena estate, i fetori sono tanti, nugoli di zanzare e altri micro volatili scorrazzano, altri non umani stazionano e banchettano. In particolare, l’evento infausto, da alcuni mesi ormai, riguarda grandi parti delle aree che nominalmente sono interessate alla raccolta differenziata porta-porta. Tra l’altro, quando viene svolto il servizio, il tutto delle differenziate viene indiscriminatamente caricato. Inoltre, in molte via cittadine nei fatti non esiste più il sevizio dello spazzamento viario quotidiano, con tutti i lerciumi conseguenti che stratificano le pubbliche vie.
Una situazione di permanente degrado e pericolo inaccettabile per un consesso civile!
E’ questa la PRIORITA’ assoluta sulla quale bisogna immediatamente intervenire. I rifiuti veri, non sugli Esseri Viventi considerati “ rifiuti” umani.