Mentre in tutto il mondo cresce l’allarme per i pericoli di guerra (Siria, innanzitutto), in troppi scenari (questione palestinese e questione curda, in primo luogo) gli organismi internazionali dimostrano la loro tragica incapacità nel garantire alle popolazioni diritti ‘umani’ che dovrebbero essere riconosciuti, senza se e senza ma.
Agli educatori e alle scuole tocca, in un contesto così fatto, il compito di contribuire a diffondere la cultura della pace sulla base dei valori affermati nella nostra Costituzione. Un compito a cui non dovrebbe sottrarsi la scuola come istituzione ma davanti al quale, comunque, ogni singolo educatore deve prendersi le proprie responsabilità.
E’ quello che ha fatto Antonio Mazzeo, docente presso l’Istituto Comprensivo “Cannizzaro – Galatti” di Messina.
Impegnato da anni, anche attraverso la pubblicazione di libri e articoli, nella diffusione della ‘peace research’ in Italia, il docente ha preso fermamente posizione contro un progetto di cui non condivide l’impronta militarista e che non è stato mai discusso e approvato dal collegio docenti.
La lettera scritta alla Dirigente della scuola, che qui di seguito pubblichiamo e che è stata diffusa da altre testate, sottolinea anche quanto l’inizativa debba considerarsi inopportuna e diseducativa in un momento di grave crisi internazionale e di ‘facile’ ricorso alla violenza come strumento di soluzione delle tensioni mondiali.
Alla cortese attenzione della Dirigente dell’Istituto Comprensivo “Cannizzaro-Galatti” di Messina
Apprendo oggi dalla stampa che martedì prossimo 17 aprile 2018, alle ore 10, nel cortile del nostro Istituto si terrà un evento legato al progetto denominato “Esercito e Studenti Uniti nel Tricolore” per “promuovere tra i giovani il valore dell’identità nazionale” e in cui si prevede che “militari e studenti insieme condivideranno l’atto solenne della cerimonia dell’alzabandiera intonando il “Canto degli Italiani” alla presenza della banda della Brigata “Aosta”.
Ritengo questa iniziativa gravissima e in palese contrasto con i valori didattici-educativi della nostra istituzione scolastica e soprattutto non mi risulta che mai negli organi collegiali o nel Piano dell’Offerta Formativa si sia fatto alcun accenno al progetto “Esercito-Studenti” e che ci sia alcuna delibera di adesione al medesimo.
L’Istituto poi ben conosce il mio impegno di vita contro ogni forma di militarismo e ogni processo di militarizzazione dell’educazione e del sapere.
Soprattutto negli ultimi anni ho pubblicato inchieste e saggi proprio su quanto sta avvenendo nelle scuole e nelle università italiane, dove le forze armate, la NATO, i militari USA e il complesso militare industriale stanno occupando spazi che non gli competono per legittimare e
propagandare disvalori (la guerra, la violazione dei diritti umani, la “bellezza” delle armi di distruzione ecc.) e che sono fortemente in contrasto con i valori e le norme costituzionali (difesa della pace, libertà di espressione e d’insegnamento, ecc.).
La stessa nostra istituzione scolastica è altresì a conoscenza dei miei impegni in qualità di formatore in corsi di aggiornamento per docenti e studenti riconosciuti dal MIUR di educazione alla pace, al disarmo e all’opposizione alla militarizzazione della scuola pubblica italiana.
Esprimo pertanto il mio totale dissenso per questo pseudo-progetto “Militari-studenti”, illegittimo perchè mai discusso e approvato dal collegio dei docenti e paradossalmente realizzato proprio nei giorni in cui si consuma l’ennesima tragedia di guerra internazionale utilizzando ancora una volta come piattaforma di morte la Siciilia e le sue basi militari; con
la presente comunico che non accetterò di parteciparvi personalmente nè di accompagnare le mie classi durante le mie ore di servizio.
Milazzo, 14 aprile 2018
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