Il viaggio è stato organizzato nei minimi dettagli: si parte in serata da Bologna per raggiungere il profondo sud la mattina seguente. Coincidenza prevista a Roma: il tempo di un panino al bar della stazione e poi in cuccetta a dormire. Tutto è pronto dunque, si parte.
Beh, partire effettivamente sono partita, ma… ad accogliermi alla stazione di Bologna solo volti rassegnati e stanchi con gli sguardi persi su monitor bloccati dalla mattina. Pare che una nevicata di qualche ora su Roma abbia causato ritardi inauditi coinvolgendo tutti i treni, da nord a sud dello stivale. Anche il mio treno, effettivamente, ha già un paio d’ore di ritardo, ma sono speranzosa di poter ancora vincere questa corsa in treno contro il maltempo.
Mi affido dunque al personale di terra Trenitalia che mi fa fiondare sul primo treno in partenza per Roma, prospettandomi in ogni caso soluzioni accettabili:
1) riuscire a prendere la coincidenza; 2) se malauguratamente il ritardo accumulato fosse aumentato, il capotreno avrebbe fatto una chiamata risolutrice a Roma chiedendo di aspettare il mio arrivo per garantirmi la tratta acquistata; 3) se malauguratissimamente si fosse verificata una catastrofe, Trenitalia mi avrebbe certamente fornito una camera d’albergo per riprendere lo sfortunato viaggio il giorno seguente.
Fidandomi ciecamente di questa puntuale consulenza, salto sulla prima Freccia di passaggio…. che ovviamente continua ad accumulare ritardo, riuscendo a varcare la soglia della Capitale solo alle 2 di notte. E’ evidente che non c’è nessun treno diretto a sud ad aspettarmi.
Mi sarei dunque rifugiata volentieri in hotel, se non fosse che in biglietteria mi confessano di aver esaurito tutte le stanze negli alberghi convenzionati. “Se lo trovi lei un albergo” mi dicono sbrigativamente “domani, prima della partenza, faccia un salto in biglietteria che le rimborsiamo la spesa”…
Non so voi, ma io non sono mai riuscita a “fare un salto” alla biglietteria di Roma Termini!! immaginando quindi di avere giusto il tempo di pagare la camera di albergo, varcare la soglia della bramata stanza e dover ritornare in stazione per mettermi in fila in attesa del mio glorioso momento di riscossione crediti, desisto.
L’alternativa? Trascorrere la notte nella lussuosa sala d’aspetto “Freccia Club” che per l’occasione ha magnanimamente concesso libero bivacco ai passeggeri dalle mancate coincidenze (tra i quali figurano anche bambini e qualche anziano); con la logica conseguenza che una manciata di giovanissimi dipendenti Trenitalia si è dovuta accollare una notte di straordinari per vigilare sui campeggiatori improvvisati.
Ma, add’a passà a nuttata… e anche questa, difatti, passò!
Si riparte di buon mattino a bordo di una scintillante Frecciargento che tuttavia, dopo neanche un’ora di viaggio, si ferma a Salerno per un guasto all’impianto elettrico.
Noi viaggiatori rimaniamo a bordo, ma oltre il danno di stare al freddo per un’estenuante attesa prolungata, anche la beffa di veder scorrere sul binario di fianco un treno diretto a sud solo pochi minuti prima che annunciassero la cancellazione del nostro gigante dai piedi d’argilla.
A quel punto i tanti passeggeri si compattano, diventando una folla inferocita. L’intimorito personale della stazione salernitana, in un ineguagliabile lampo di genio, propone a chi volesse di……ritornare indietro, a Roma!! Altrimenti, aspettare un Intercity diretto a Palermo che non sarebbe arrivato prima di 3 ore.
Le reazioni sono molteplici: chi decide di darsi al turismo passeggiando alla volta del lungo mare salernitano, chi annega lo sconforto nel buon cibo campano; i più fatalisti accettano con rassegnazione lo stato delle cose bivaccando sulle scale della stazione….
Beh, loro sono anche i più fortunati perchè a un certo punto un passaparola si diffonde tra gli astanti: il gigante dai piedi d’argilla pare sia stato riparato; la frecciargento sta per ripartire… corra, chi può, al binario n.4!
Quella salernitana è stata l’ultima tappa forzata e, seppur lentamente, sono giunta a destinazione con 7 ore di ritardo, una notte passata insonne e al freddo e un giorno di ferie in meno nella mia busta paga.
E’ d’obbligo un pensiero alla poderosa macchina della rete ferroviaria italiana che non si capisce come possa essere sempre messa in ginocchio da una spruzzata di neve, fatto sicuramente eccezionale per il centro italia e per la capitale, ma in questo caso largamente previsto e preannunciato.
Era davvero impossibile correre ai ripari per tempo, evitando questi enormi disagi ai propri utenti? Sono state opportune e lungimiranti le scelte compiute, nel recente passato, da Trenitalia?
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