Il tema, “Migranti e rifugiati, uomini e donne in cerca di pace”, è quello scelto da Papa Francesco, sempre attento alla drammatica situazione di “tutti coloro che fuggono dalla guerra e dalla fame o che sono costretti a lasciare le loro terre a causa di discriminazioni, persecuzioni, povertà e degrado ambientale”.
L’iniziativa nasce da gruppi ecclesiali cattolici, ma la partecipazione è aperta a tutti e sono previsti interventi e testimonianze anche di alcuni migranti e della Comunità islamica di Sicilia.
Nel variegato mondo cattolico, ogni gruppo parlerà della pace a partire dalla propria sensibilità, più o meno attenta alle cause economiche e politiche che alimentano i tanti conflitti che oggi sconvolgono il mondo.
Di fronte a questi conflitti non è lecito per noi Italiani sentirci ‘neutrali’, considerate le scelte recenti dei nostri governi, spesso in contraddizione con lo stesso dettato costituzionale.
Nell’articolo 11 della Costituzione troviamo, infatti, il ripudio della guerra non solo “come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli” ma anche “come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Come spiegare la crescita continua ed ingiustificata delle spese militari o l’annunciato invio dei nostri soldati in Niger per una improbabile missione ‘no combat’?
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