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I giovani dell'Istituto Penale Minorile in concerto

Sono le dieci del mattino di giovedì 16 novembre quando, sul palcoscenico delimitato da quinte laterali nere, in un piccolo teatro, le luci dei riflettori illuminano otto giovani musicisti di età fra i 18 e 22 anni, muniti dei loro strumenti, trombe e tamburi: 5 percussionisti e 3 trombettisti.
Inizia così il concerto che vede prima l’esibizione dei giovani con la tromba i quali fanno riecheggiare nell’aria le note della colonna musicale del film Titanic; a seguire i percussionisti che con il loro ritmo travolgente e vibrato coinvolgono il pubblico della platea, per finire in una esibizione corale di trombe e tamburi che si rincorrono e si alternano in un crescendo musicale quasi rossiniano, sotto la guida vigile e attenta dei loro maestri di musica.
Conclusa l’esecuzione il pubblico applaude vigorosamente e i ragazzi ringraziano contenti e finalmente rilassati dopo tanta tensione adrenalinica..
Non siamo al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania , ma all’I.P.M. di Bicocca e i giovani musicisti sono detenuti che hanno partecipato al Progetto “La musica e i mestieri della legalità” finanziato con fondi europei 2007/13. Ad illustrare il Progetto è l’educatrice Maria Covato che ripercorre le tappe cronologiche dell’iniziativa, ricorda i soggetti promotori e le finalità formative culturali dell’iniziativa.
Soggetti promotori sono l’Ente Autonomo Regionale Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania e l’Associazione siciliana “ Amici della musica” di Palermo i quali hanno presentato al Ministero dell’Interno il progetto intitolato “Sistema – promozione della pratica musicale come strumento di crescita ed integrazione socio-culturale nei giovani”.
Si tratta dell’innovativo metodo di insegnamento della musica ai giovani ideato nel 1975 dal venezuelano Josè Antonio Abreu per strappare i bambini dei barrios alle bande criminali, al crimine, alla violenza del Venezuela.
“Suonare è lottare”, questo il motto che circola nelle scuole venezuelane. “Qui si insegna la solidarietà, l’armonia,la bellezza, il rispetto e prima di tutto l’umiltà” dice Abreu. In Italia questo metodo è stato importato e diffuso grazie al maestro Claudio Abbado, dando vita alle formazioni delle orchestre giovanili.

Questo sistema è stato rivolto ai giovanissimi di quelle aree periferiche deprivate culturalmente sia di Catania sia di altre città italiane, ed è stato proposto nel 2016 anche all’IPM di Catania, che ha prontamente aderito attivando all’interno dell’Istituto due laboratori di educazione musicale: uno di percussioni etniche e uno di tromba, con l’obiettivo di promuovere la pratica collettiva della musica come mezzo di interazione culturale e come sviluppo della comunità.
A conclusione del primo anno è stata organizzata la “Festa delle orchestre giovanili” al teatro Massimo Vincenzo Bellini (30 ottobre 2016) e quattro ragazzi che avevano partecipato ai laboratori hanno potuto assistere come spettatori, grazie alla fruizione di un permesso orario, al concerto.
Anche quest’anno il progetto è stato rifinanziato e dei trenta e più giovani che nei due anni hanno partecipato alle attività laboratoriali, sono arrivati solo otto, tra scarcerazioni, trasferimenti e abbandoni.
La partecipazione ai laboratori musicali,  ci racconta l’educatrice, è stata per questi giovani una bella occasione per sperimentarsi nell’apprendimento di uno strumento musicale e incrementare così la loro autostima. Il percorso è stato gratificante ma anche gravoso , specie per l’apprendimento dello strumento della tromba più complesso rispetto ai tamburi.
Nonostante le poche ore a disposizione, solo due settimanali per imparare a suonare lo strumento, tuttavia i ragazzi sono stati molto contenti di aver fatto questa esperienza e sono desiderosi di continuare qualora ci fossero altre occasioni, riferisce l’educatrice.
E’ stato riproposto il concerto finale lirico-sinfonico alla fine di ottobre di quest’anno, al teatro Vincenzo Bellini, dalla TVB Junior Orchestra in cui hanno suonato circa 250 musicisti dei corsi del progetto Sistema di Catania e Palermo, fugando così i dubbi di chi credeva poco in questo progetto.
All’esibizione sono stati invitati a partecipare anche i giovani minori dell’IPM non più come spettatori ma questa volta come protagonisti-musicisti. Solo 4 ragazzi avevano i requisiti giuridici per uscire. Hanno potuto provare solo una volta con l’orchestra, ma grazie alla bravura dei maestri hanno fatto una bella figura.
I ragazzi erano emozionatissimi all’idea di dover suonare davanti ad un pubblico così vasto ed erano estasiati della bellezza del teatro Bellini, conclude l’educatrice.
La musica – dice Maria Randazzo direttora dell’IPM –  veicola armonia, serenità, bellezza e nonostante le difficoltà oggettive per portare a compimento questa esperienza, soprattutto per la carenza di personale, auspica che queste iniziative escano dall’eccezionalità per diventare ordinarie e continuative.

Argo

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