Inizia così il concerto che vede prima l’esibizione dei giovani con la tromba i quali fanno riecheggiare nell’aria le note della colonna musicale del film Titanic; a seguire i percussionisti che con il loro ritmo travolgente e vibrato coinvolgono il pubblico della platea, per finire in una esibizione corale di trombe e tamburi che si rincorrono e si alternano in un crescendo musicale quasi rossiniano, sotto la guida vigile e attenta dei loro maestri di musica.
Conclusa l’esecuzione il pubblico applaude vigorosamente e i ragazzi ringraziano contenti e finalmente rilassati dopo tanta tensione adrenalinica..
Non siamo al Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania , ma all’I.P.M. di Bicocca e i giovani musicisti sono detenuti che hanno partecipato al Progetto “La musica e i mestieri della legalità” finanziato con fondi europei 2007/13. Ad illustrare il Progetto è l’educatrice Maria Covato che ripercorre le tappe cronologiche dell’iniziativa, ricorda i soggetti promotori e le finalità formative culturali dell’iniziativa.
Soggetti promotori sono l’Ente Autonomo Regionale Teatro Massimo Vincenzo Bellini di Catania e l’Associazione siciliana “ Amici della musica” di Palermo i quali hanno presentato al Ministero dell’Interno il progetto intitolato “Sistema – promozione della pratica musicale come strumento di crescita ed integrazione socio-culturale nei giovani”.
Si tratta dell’innovativo metodo di insegnamento della musica ai giovani ideato nel 1975 dal venezuelano Josè Antonio Abreu per strappare i bambini dei barrios alle bande criminali, al crimine, alla violenza del Venezuela.
“Suonare è lottare”, questo il motto che circola nelle scuole venezuelane. “Qui si insegna la solidarietà, l’armonia,la bellezza, il rispetto e prima di tutto l’umiltà” dice Abreu. In Italia questo metodo è stato importato e diffuso grazie al maestro Claudio Abbado, dando vita alle formazioni delle orchestre giovanili.
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Questo sistema è stato rivolto ai giovanissimi di quelle aree periferiche deprivate culturalmente sia di Catania sia di altre città italiane, ed è stato proposto nel 2016 anche all’IPM di Catania, che ha prontamente aderito attivando all’interno dell’Istituto due laboratori di educazione musicale: uno di percussioni etniche e uno di tromba, con l’obiettivo di promuovere la pratica collettiva della musica come mezzo di interazione culturale e come sviluppo della comunità.
A conclusione del primo anno è stata organizzata la “Festa delle orchestre giovanili” al teatro Massimo Vincenzo Bellini (30 ottobre 2016) e quattro ragazzi che avevano partecipato ai laboratori hanno potuto assistere come spettatori, grazie alla fruizione di un permesso orario, al concerto.
Anche quest’anno il progetto è stato rifinanziato e dei trenta e più giovani che nei due anni hanno partecipato alle attività laboratoriali, sono arrivati solo otto, tra scarcerazioni, trasferimenti e abbandoni.
La partecipazione ai laboratori musicali, ci racconta l’educatrice, è stata per questi giovani una bella occasione per sperimentarsi nell’apprendimento di uno strumento musicale e incrementare così la loro autostima. Il percorso è stato gratificante ma anche gravoso , specie per l’apprendimento dello strumento della tromba più complesso rispetto ai tamburi.
Nonostante le poche ore a disposizione, solo due settimanali per imparare a suonare lo strumento, tuttavia i ragazzi sono stati molto contenti di aver fatto questa esperienza e sono desiderosi di continuare qualora ci fossero altre occasioni, riferisce l’educatrice.
All’esibizione sono stati invitati a partecipare anche i giovani minori dell’IPM non più come spettatori ma questa volta come protagonisti-musicisti. Solo 4 ragazzi avevano i requisiti giuridici per uscire. Hanno potuto provare solo una volta con l’orchestra, ma grazie alla bravura dei maestri hanno fatto una bella figura.
I ragazzi erano emozionatissimi all’idea di dover suonare davanti ad un pubblico così vasto ed erano estasiati della bellezza del teatro Bellini, conclude l’educatrice.
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