A cambiare subito qualcosa a partire da noi, dalle nostre abitudini quotidiane, ci invita Danilo Pulvirenti, assessore all’Ambiente del Comune di Augusta.
Un ‘personaggio’ noto Danilo, un giovane che si è impegnato per diffondere conoscenze e buone pratiche di rispetto dell’ambiente, dalla raccolta differenziata al compostaggio domestico, svolgendo anche la funzione di presidente dell’associazione Rifiuti Zero.
Oggi, proprio perchè ricopre il ruolo di assessore, può “osservare la realtà da un punto di vista diverso” da quello di un comune cittadino e ha deciso di prendere la penna in mano e di inviare una lettera aperta in cui richiama “ciascuno di noi” a “fare la propria parte”.
Non basta infatti che le amministrazioni si muovano verso una gestione corretta dei rifiuti, come sta avvenendo in vari Comuni, non solo piccoli come Ferla, ma anche medio-grandi come Belpasso o Acireale. E, naturalmente, come Augusta.
Devono cambiare anche i comportamenti dei cittadini, le abitudini inveterate che inducono a sporcare con noncuranza e talvolta anche con arroganza.
Non teme di usare parole forti, Pulvirenti.
“Purtroppo vedo che i cittadini siciliani non hanno ancora compreso l’importanza ed il ruolo che ciascuno di noi ricopre in questa rivoluzione.
Il produttore dei rifiuti domestici siamo noi, ed è nostra responsabilità quotidiana separare i materiali che ci passano sotto mano per non essere complici di un sistema che gode della nostra disattenzione e strafottenza.
Vedo cittadini di ogni estrazione sociale (avvocati, ingegneri professionisti in generale, parlo di questi perché mi stupisco di loro) che se ne fregano”.
Avere le strade pulite è – a suo parere – una pretesa a cui non corrisponde nessun impegno, “come se in Sicilia il diritto di sporcare fosse sancito nello statuto siciliano”.
Un’accusa esplicita quella dell’assessore che dichiara di non fare riferimento solo a “zone periferiche o marginali”, ma a “persone insospettabili con case e giardini mozza fiato che trattano le strade come terra di nessuno”.
Ha senso allora che “migliaia di persone di ogni estrazione sociale che sporcano ovunque” invochino l’intervento della Polizia Municipale o l’uso delle telecamere?
Non bisognerebbe cominciare a rispettare le regole, senza bisogno che “ci sia l’esercito a controllarci?”
Trattandosi di migliaia di cittadini che sporcano in modo incurante, l‘autore si fa alcune domande di tipo radicale. Che società siamo diventati? Non comprendiamo che la raccolta differenziata va fatta perchè “è normale”, perchè contribuisce a migliorare l’ambiente e la nostra stessa vita, non perché temiamo una multa? Siamo nel ventunesimo secolo o no?
Ai suoi occhi la situazione è “molto più grave di quanto noi stessi percepiamo”, ma la conclusione a cui giunge non è negativa. Bisogna rimboccarsi le maniche, ciascuno deve e può fare la propria parte, perchè “il mare è fatto di tante piccole gocce”.
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Conosciamo l’ecologista Danilo Pulvirenti che siamo certi da Assessore, risolleverà Augusta dalle attuali condizioni dovute al relativo impegno industriale. Su Catania però a nostro avviso, Pulvirenti è troppo fiducioso che i cittadini la smettano di sporcare le strade e che credano nelle promesse comunali. Dovrebbe il Comune, per primo e per come avviene in tutte le città del mondo civile, sorvegliare le strade, rimuovere prontamente le immondizie e punire anche solo alcuni di coloro che sporcano ed offendono, perfino volontariamente, l’ attuale amministrazione comunale.