In questa guerra tra poveri, è come se molti degli italiani, spesso i più deboli, ritenessero che le prestazioni a cui i migranti possono accedere fossero tolte a loro.
Eppure può accadere che siano proprio i rifugiati accolti nel nostro paese a renderci un servizio e a indurre le istituzioni a fare chiarezza su alcuni diritti, di tutti.
Ecco quanto ci segnala il Centro Astalli di Catania.
Una donna irachena rifugiata in Italia ha chiesto alla ASL l’esenzione dal ticket con il codice E02, vale a dire quella prevista in favore di soggetti privi di occupazione e di reddito.
L’Azienda sanitaria ha respinto la richiesta perchè la donna risultava inoccupata e non disoccupata. Questa è infatti l’interpretazione corrente della normativa su tutto il territorio nazionale
Una sentenza del Tribunale civile di Roma, sezione lavoro, a cui la signora ha fatto ricorso, ha considerato illegittimo il motivo del diniego.
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Come scrive il giudice, l’art. 19, comma 7, del d.lgs. n. 150/2015 stabilisce che “… le norme nazionali o regionali ed i regolamenti comunali che condizionano prestazioni di carattere sociale allo stato di disoccupazione si intendono riferite alla condizione di non occupazione”.
La legge fa quindi riferimento allo stato di non occupazione, senza specificare la circostanza che l’interessato abbia in precedenza svolto attività lavorativa.
“Ai fini del godimento di prestazioni di carattere sociale – leggiamo ancora sulla sentenza – non sussiste più pertanto la precedente distinzione tra disoccupato (soggetto che in precedenza svolgeva attività lavorativa) e inoccupato (soggetto che non ha mai volto attività lavorativa), rilevando invece la sola condizione della non occupazione.
“D’altra parte, ciò è quanto si ricava dalla lettura della circolare Ministero del lavoro n. 5090 del 4.4.2016, la quale ribadisce che per la fruizione di prestazioni di carattere sociale rileva esclusivamente la condizione di non occupazione.”
Conclusioni significative, che valgono per tutti. Ad esempio i giovani che non hanno mai lavorato perchè non sono riusciti ad inserirsi nel mercato del lavoro e ai quali dovrebbe essere ricosciuto il diritto di essere esantati “dalla quota di partecipazione alla spesa sanitaria”, il cosiddetto ticket.
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