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Grotta dei tre livelli, le promesse da mantenere

Cresce il numero dei curiosi che, sull’Etna, vogliono fare la suggestiva esperienza di visitare una grotta. Non sempre sono accompagnati da guide esperte o sono consapevoli dei rischi che corrono.
La responsabilità è anche delle autorità competenti, dal Parco dell’Etna ai Comuni, a cui compete la tutela non solo del bene ma anche della incolumità dei visitatori.
Pubblichiamo oggi la testimonianza di Mimmo Guzzetta, catanese, che si definisce un “diversamente speleo”, è un conoscitore delle grotte dell’Etna oltre che un amante della natura, che ritiene vada non solo rispettata ma anche ‘vissuta’ con amore, senza approssimazioni o superficialità.
Con Nonna Sirya siamo andati a mantenere una promessa fatta a Bernard Lieber, il cicloturista austriaco caduto dentro il pozzo della Grotta dei tre livelli. Come avevamo promesso, gli abbiamo portato un mazzo di fiori e una preghiera.
L‘incidente è avvenuto il 6 agosto dello scorso anno e non sappiamo se l’uomo sia scivolato, abbia inciampato o non abbia visto il cavo d’acciaio installato a quasi un metro di altezza. Un cavo che dovrebbe interdire il passaggio e che sostiene un cartello con l’avvertenza del pericolo, un pozzo di circa nove metri.
Sita nel Comune di Zafferana Etnea, la grotta, detta anche dei Pipistrelli, è un canale di scorrimento lavico risalente all’eruzione del 1792-93 e venne scoperta per caso nel 1964 durante i lavori di realizzazione della strada provinciale 92, tra Zafferana e il Rifugio Sapienza.
E’ la seconda cavità più lunga dell’Etna (1150 m) e la prima per profondità (304 m), e Lieber non aveva l’attrezzatura adatta per inoltrarsi in una struttura di questo tipo.
Fu il giorno dell’incidente che promisi che sarei andato a trovarlo, solo per pregare per lui. E le promesse si mantengono. Sempre.
Ricordo le notizie che scorrevano su giornali e tv, gli esperti che dicevano la loro, i carabinieri giunti sul posto con il soccorso alpino della Guardia di Finanza e dell’Etna, l’arrivo di due ambulanze e dell’elisoccorso con i medici che non potevano calarsi nella grotta senza il nullaosta della procura.
I responsabili del territorio e gli amministratori del comune – come accade in queste circostanze – si fecero presenti con belle (forse) parole e promesse che tutto questo non sarebbe più dovuto accadere.
Quanto a me, ho mantenuto la promessa e sono andato. Nel porgere i fiori ho avuto modo di pregare, riflettere e dialogare silenziosamente con Bernard.
Non è cambiato nulla dal giorno della tua morte, cosa si aspetta per fare qualcosa, forse il ripetersi di un caso simile al tuo?
Il cavo d’acciaio andava bene cinquanta anni fa quando c’erano meno turisti e un minor numero di guide turistiche che, per amor del dio denaro, portano nelle grotte chiunque, senza cognizione del pericolo che si corre. E tralasciamo le conseguenze per l’ecosistema.
A volte i bambini sfuggono ai genitori, distratti dalla magia della grotta. E’ troppo facile passare sotto il cavo. Qualche tempo prima del tuo incidente, mentre smontavo le corde, mi è capitato di bloccare una bambina.
Successivamente, mi è accaduto di rimproverare una guida turistica che faceva entrare un intero nucleo familiare di sette persone, compreso un bambino nel marsupio e una piccola di cinque anni.
Mi sembra di sentire le vibrazioni delle tue sofferenze in attesa dei soccorsi (dicono che sei morto sul colpo, dicono.. ma prima che scatti un allarme in grotta passano ore e ore, se sei fortunato).
Quanto rumore, allarmismo, sirene! E’ servito a qualche cosa? Sembra proprio di no! Non è cambiato nulla! Nulla è stato fatto! Tutto è rimasto tale e quale, tutto è stato inutile.
Se le istituzioni non si decidono ad affrontare il problema, le tragedie continueranno a verificarsi.
Eppure basterebbe un cancelletto a grate larghe prima del pozzo, una struttura alta anche un metro con un semplice cartello all’ingresso, in più lingue, per avvertire escursionisti e guide sui rischi.
Forse, caro Bernard, saresti ancora vivo e io non dovrei ricordare questa tragedia”.
Foto di Mimmo Guzzetta

Argo

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  • Mi accodo al dolore per Lieber e aggiungo una piccola riflessione... Oltre la Grotta dei Tre Livelli, molte altre grotte restano in attesa di risposte e di interventi strutturali per la messa in sicurezza di questi fragili ambienti. In particolar modo mi riferisco ad una grotta tra le più visitate dai turisti etnei, la Grotta Cassone. Uno splendido esempio di grotta di scorrimento lavico, quotidianamente deturpata dalla inciviltà di coloro che lasciano monetine incastonate nei blister e di chi dopo il selfie di rito, sputa la gomma da masticare a terra... Una grotta oggetto di crolli e di cedimenti del tetto soprattutto nel tratto del suo unico ingresso. Bisogna che chi di dovere intervenga prima che sia troppo tardi. Come sia andata per il povero Lieber non lo sapremo mai... come vorremmo che non andasse invece si!

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