La recente approvazione del Regolamento del Verde Pubblico e Privato dlla Giunta Comunale è un atto di grande civiltà, soprattutto per una città come Catania, che ha una secolare carenza di Verde.
A breve il Regolamento dovrà essere approvato dal Consiglio Comunale, che rappresenta tutti i cittadini.
Ecco perchè è opportuno che la cittadinanza conosca bene non solo il testo del Regolamento, che qui
alleghiamo, ma anche le perplessità delle associazioni maggiormente interessate alla tutela del Verde cittadino.
Queste associazioni, insieme alle organizzazione di categoria, agli ordini professionali, agli uffici comunali competenti, stanno attualmente lavorando alla elaborazione dalle Linee Guida che dovrebbero entrare concretamente nel merito indicando il ‘come’ realizzare le finalità esposte nel Regolamento.
La proposta dell’Amministrazione è quella di fare approvare dal Consiglio Comunale solo il Regolamento e lasciare che le Linee Guida restino di competenza della Giunta, in modo che sia possibile in futuro
modificarle in modo rapido per eventuali adeguamenti, senza dover passare dal Consiglio.
Una prospettiva sensata, considerato che “le tecniche e le modalità di esecuzione delle cure colturali e degli eventuali trattamenti fitosanitari sono sempre in evoluzione”.
C’è però un rischio potenziale, quello che le modifiche vengano effettuate dall’alto senza il necessario coinvolgimento dell’opinione pubblica.
La partecipazione dei cittadini al processo decisionale è, infatti, un altro degli aspetti problematici del Regolamento.
Viene prevista l’istituzione di una Consulta, di cui fanno parte tutti gli uffici comunali che si occupano a vario titolo di verde, l’Università con diversi Dipartimenti, gli Ordini ed i Collegi professionali, le
Associazioni ambientaliste. La sua funzione è consultiva, i compiti sono di verifica, proposta e divulgazione della cultura del Verde (art. 7) .
Nessun potere decisionale dunque, e saranno le future scelte dell’Amministrazione in materia di Verde a dire se la voce di cittadini, associazioni ed esperti verrà presa in seria considerazione.
La Consulta potrà esprimersi anche sulla programmazione degli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, su potature e abbattimenti, “ad eccezione di quelli dovuti a ragione di urgenza a garanzia della pubblica sicurezza” (art 15).
Il tema della sicurezza non è secondario. Opportuni e necessari in casi circoscritti ed eccezionali, gli interventi per motivi di sicurezza devono restare straordinari, mentre, anche nel recente passato,
l’allarme sicurezza è stato utilizzato in modo spesso ingiustificato.
Si rischia che il Regolamento resti inattuato, o addirittura ridotto ad operazione di facciata, se può essere aggirato in nome di interventi dettati da motivi di sicurezza.
Il caso più eclatante è quello delle capitozzature, effettuate spesso per procedere in modo sbrigativo nei momenti in cui c’era la disponibilità di personale e mezzi, ma contrabbandate come interventi effettuati per evitare condizioni di pericolo.
E’ avvenuto di recente (e Argo ne ha parlato) quando sono state capitozzati centinaia di alberi, proprio nel momento del risveglio vegetativo delle piante, che è anche il periodo in cui nidificano gli uccelli.
Possibile che per tutti questi alberi ci fosse un problema disicurezza?
Il Regolamento vieta la capitozzatura (art.18) degli alberi ma prevede deroghe “ascrivibili a gravi motivi che possano causare oggettivo pericolo per la pubblica incolumità”.
Cosa accadrà? Avremo una programmazione delle potature che rispetti il ciclo vegetativo delle piante evitando interventi invasivi e dannosi? O le deroghe diventeranno la norma? Da notare che pericoli e
possibili danni saranno valutati a ‘insindacabile giudizio‘ del Servizio Tutela e Gestione del Verde Pubblico.
E la fauna? Nel Regolamento manca un riferimento esplicito alla sua tutela. Eppure in Città nidificano ben 40 specie selvatiche di uccelli, ci dice Giuseppe Rannisi, portavoce del Coordinamento Verde e Salute, che riunisce una decina di associazioni, tra cui la Lipu.
Sebbene il numero di specie avicole presenti sia inferiore a quello di altre città d’Italia, essendo Catania una città storicamente povera di verde, gli interventi sulle piante dovrebbero tenerne conto.
In un Comunicato diffuso dallo stesso Coordinamento si chiede all’Amministrazione di migliorare il dialogo con le associazioni che promuovono la tutela dell’ambiente e si sottolinea la necessità di “superare la logica anacronistica e ristretta che relega il Verde a mero abbellimento per attribuirgli il ruolo fondamentale di infrastruttura urbana affinché svolga la funzione di purificatore dell’aria e quindi dell’abbattimento dell’inquinamento ambientale e della mitigazione della temperatura”.