Sono sdegnate e impietose le parole di Alex Zanotelli, il missionario comboniano vissuto sempre insieme agli emarginati, in Sudan, in Kenia e oggi nel quartiere Sanità di Napoli, lottando per la giustizia, la pace e contro l’aumento delle spese militari.
Nell’appello che oggi pubblichiamo, rilanciato da Pax Christi Catania, prende posizione contro la “carneficina spaventosa” in Siria, l’attacco missilistico di Trump alla base militare di Shayrat, lo sgancio della Super-Bomba in Afghanistan e l’incombente minaccia nucleare.
Colpiscono soprattutto i dati citati da Zanotelli, quelli dell’Osservatorio sulle armi, che indica in 23 miliardi di euro i soldi che l’Italia ha deciso di spendere quest’anno in armamenti, 64 milioni di euro al giorno!
Troppo pochi, secondo Trump, che preme perché l’Italia aumenti queste spese fino a 100 milioni di euro al giorno. Ed ecco che la nostra ministra della Difesa, Roberta Pinotti, si è detta pronta “a rivedere le spese militari come ce lo chiede l’America .”
Come se non bastasse la ministra ha affermato che l’Italia “andrà in guerra ovunque i suoi interessi vitali saranno minacciati, con un autentico golpe democratico che cancella l’articolo 11 della Costituzione” (L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, …) , scrive Zanotelli.
Nel 2015 – prosegue – abbiamo “esportato armi pesanti per un valore di oltre sette miliardi di euro! Vendendo armi ai peggiori regimi come l’Arabia Saudita, in barba alla legge 185/90 che vieta la vendita di armi a paesi in guerra o dove i diritti umani sono violati”.
Eppure l’Arabia Saudita è in guerra contro lo Yemen, dove è in atto una delle più gravi crisi umanitarie del Pianeta e dove vengono “bombardati perfino i civili con orribili tecniche speciali”.
L’Italia ha venduto armi anche al Qatar e agli Emirati arabi che armano i gruppi jihadisti in Iraq, in Libia, in Siria dov’è in atto una delle guerre più spaventose del Medio Oriente, con 500.000 morti in sei anni e “dodici milioni di rifugiati o sfollati su una popolazione di 22 milioni!”
Le guerre sono anche in Sud Sudan, Somalia, Sudan, Centrafrica, Mali, “senza parlare di ciò che avviene nel cuore dell’Africa in Congo e Burundi”.
A tutto questo assistiamo con noncuranza, denuncia il missionario. E, per fermare il flusso dei migranti, “abbiamo avuto la spudoratezza di firmare un Memorandum con il governo libico di El Serraj che non riesce neanche a controllare Tripoli”.
Quanto all’Europa stiamo assistendo in silenzio al nuovo schieramento della NATO nei paesi baltici e nei paesi confinanti con la Russia. “Anche il nostro governo ha inviato 140 soldati italiani in Lettonia”.
Mosca ha risposto schierando ordigni atomici e Zanotelli non può che constatare un ritorno alla Guerra Fredda con il terrore nucleare incombente. “La lancetta dell’Orologio dell’Apocalisse a New York è stata spostata a due minuti dalla mezzanotte come ai tempi della Guerra Fredda”.
E’ incredibile – prosegue – che l’Italia non partecipi alla stesura del Trattato sul disarmo nucleare che, all’ONU, è stato promosso dalle nazioni che non possiedono il nucleare.
La motivazione? Visto che le 9 nazioni che lo possiedono non partecipano, il governo Gentiloni ha bollato questi lavori come fortemente ‘divisivi’…
Non è nel carattere e nello stile di Zanotelli limitarsi all’analisi, per quanto ricca e circostanziata. L’appello si chiude quindi con una proposta, quella di uscire dai mille rivoli in cui, noi, movimento per la pace, ci siamo frantumati.
Scendiamo “unitariamente in piazza per contestare un governo sempre più guerrafondaio”, rimettiamo le bandiere della pace sui nostri balconi. Organizziamo una marcia “straordinaria Perugia-Assisi, promossa dalle realtà ecclesiali insieme a tutte le altre realtà, per dare forza al tentativo della Nazioni Unite di mettere al bando le armi atomiche e dire basta alla ‘follia’ delle guerre e dell’industria delle armi”.
Lo scandalo maggiore, per il religioso, “quello che fa più male”, è proprio il silenzio della CEI e delle comunità cristiane, nonostante le forti prese di posizione sulla guerra di Papa Francesco.
Il testo integrale dell’appello a questo link
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