Di un confine invisibile, un muro virtuale di pregiudizi e di cattiva gestione della politica di ogni colore, parla Giovanni Caruso del Gapa, in una lettera scritta al Coordinamento Verde e Salute.
E’ il muro che separa la Catania ‘bene’ dalle periferie e dai quartieri popolari del centro storico, tra cui San Cristoforo in cui il Gapa (Giovani Assolutamente Per Agire) opera da 29 anni.
Nella sua lettera, inviata anche ad Argo, Caruso esprime la preoccupazione che il Coordinamento possa trascurare, nel suo impegno di contrasto alla cementificazione e di promozione di nuovi spazi verdi, proprio i quartieri più disagiati.
La richiesta non è generica ma scende nel concreto richiamando la situazione di degrado in cui versano tre aree di San Cristoforo.
Innanzi tutto la Piazza Don Puglisi, “ex discarica, che – scrive Caruso – fu scoperta da noi nel lontano 1988 e che, dopo lunghe lotte, riuscimmo a far diventare una piazza con un accettabile verde pubblico”.
Oggi questa piazza – denuncia il rappresentante del Gapa – “è nuovamente abbandonata e vandalizzata”, e soprattutto resa inaccessibile agli abitanti del quartiere dalla “occupazione mafiosa” per lo spaccio di stupefacenti, tanto da essere soprannominata “il supermarket delle droghe”.
In una condizione simile si trova piazza don Bonomo, utilizzata, oltre che perlo spaccio, anche come parcheggio. Ribattezzata “piazza cocaina”, ha solo qualche aiuola non curata e molto cemento.
Il caso più eclatante, prosegue Caruso, è quello dell’area verde attrezzata di via De Lorenzo, situata “nell’ultimo residuo di campagna a San Cristoforo sud”. Quando fu ultimata era “un piccolo gioiello di parco” per il popolo del quartiere, ora viene usata per far pascolare i cavalli utilizzati per le corse clandestine.
La lettera si chiude con l’invito a visitare le piazze in questione insieme a coloro che da tempo, nel quartiere, si battono per “ottenere spazi liberi dalle mafie e piene di verde, pulizia e libertà”.
Non manca l’esortazione a dialogare con chi amministra la città senza cadere nei compromessi e senza credere alle false promesse, perchè alla società civile spetta il compito di “esercitare un controllo dal basso”.
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L’interesse per tutti i quartieri della città, nessuno escluso, rientra tra gli obiettivi del Coordinamento che, a firma del suo portavoce, Giuseppe Rannisi, ha risposto a Caruso accogliendo il suo invito ad occuparsi anche del degrado delle ‘aree verdi’ di san Cristoforo.
L’intento del Coordinamento Verde e Salute è proprio quello di organizzare una serie di incontri con le associazioni e i gruppi spontanei di cittadini che, nelle varie zone della città, operano sul territorio e sono interessati a miglioralo.
Dialogando con chi vive sul posto e ne conosce problemi ed esigenze, sarà possibile individuare meglio gli obiettivi specifici e le strategie di intervento più adatte a migliorare la situazione del verde di ogni singola area e a provare ad incrementarne l’ampiezza.
E’ anche una questione di metodo, oltre che di efficacia. Ascoltare la voce dei cittadini permette di coinvolgerli meglio, di farli sentire protagonisti del cambiamento, di fare crescere quella ‘cultura del verde’ che purtroppo è spesso assente nella nostra società.
In preparazione un primo appuntamento nella zona di Barriera/Canalicchio nella prima decade di aprile e un altro proprio a san Cristoforo.