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Rischio terremoto a Catania, e il Piano di coordinamento?

Molte parole sono state spese di recente a Catania sul tema scottante del rischio sismico, trattato in varie sedi e con la partecipazione di relatori importanti e qualificati.
Venerdì all’hotel Excelsior in un convegno organizzato da Italia Nostra, Rotary, Inner Wheel e una Società che produce ed installa ammortizzatori sismici. Tra i relatori l’assessore Bosco, in rappresentanza del Comune, e la Sovrintendente ai beni Culturali
Qualche giorno fa, presso il DICAR (Dipartimento Ingegneria Civile e Architettura), un seminario organizzato dall’Ordine degli Ingegneri di Catania insieme all’AGI (Associazione Geotecnica Italiana), in cui al rischio sismico erano associati dissesto idrogeologico e frane.
Di “Rischi da eventi naturali” si era parlato a dicembre ad Agraria su iniziativa del “Centro di documentazione, ricerca e studi sulla cultura dei rischi”, con particolare attenzione alle strategie economiche e finanziarie.
In questi Convegni solo qualcuno, en passant, ha parlato di Piani di Emergenza, senza tuttavia chiarire quale sia lo stato delle cose.
Eppure tutti sanno che preparare questi Piani sarebbe la prima cosa da fare, e pubblicarli – perchè tutti sappiano regolarsi – la seconda, altrettanto importante della prima.
Sul Piano di Emergenza del Comune di Catania Argo ha già scritto nel mese di Settembre, mettendo in evidenza come il Piano redatto dal Comune si presentasse scarno, lacunoso, non aggiornato e privo di alcune indicazioni essenziali per la gestione operativa delle emergenze.
Veniva evidenziata l’assenza, tra le strutture strategiche, dell’ospedale Garibaldi Nuovo, la mancata indicazione delle vie di fuga e di soccorso, la mancata costituzione di presidi territoriali della Protezione Civile.
Eppure Catania, si sa, è la città a più alto rischio d’Italia, anche perché è la più grande e popolosa tra quelle in pericolo. Catania ha un patrimonio artistico importante e un ruolo non secondario nell’economia siciliana. Ha anche una classe professionale in materia antisismica da fare invidia ai giapponesi, i quali pare che comprino da noi attrezzature specialistiche per lo smorzamento delle onde d’urto.
Catania è anche città metropolitana e ha un hinterland popoloso. Esiste un Piano di coordinamento funzionale alle emergenze di questo territorio?
Considerato, tra l’altro, che i principali Ospedali sono in territorio di Catania, e così il Porto, l’Aeroporto, la Stazione Ferroviaria, i principali nodi infrastrutturali strategici, ci è parso opportuno avviare una indagine conoscitiva sullo stato di consistenza dei Piani di Emergenza nei Comuni confinanti: Motta S. Anastasia, Misterbianco, Mascalucia, Gravina, S. Agata li Battiati, Tremestieri, S. Giovanni La Punta, S. Gregorio, Acicastello.

Dove cercarli? Innanzi tutto sui siti dei Comuni stessi, essendo scontato che le indicazioni relative ai presidi disponibili e alle condotte da adottare in casi di emergenza dovrebbero avere evidenza pubblica.
La ricerca ha dato risultati scoraggianti. L’unico Comune che ha pubblicato il Piano di Emergenza è Mascalucia. Qualche Comune ha pubblicato, sotto il logo della Protezione civile, le fotografie di alcune piazze indicate come aree di raccolta in caso di sisma. Altri, alcune carte topografiche con le vie di fuga in tratteggio.,
Con quelli che non hanno pubblicato nulla, abbiamo stabilito un contatto telefonico ottenendo varie giustificazioni. Qualcuno ha preteso una richiesta scritta “contenente una giustificazione della domanda”, quasi tutti gli altri sostengono che il Piano è corso di redazione. Quello che, d’altra parte, ci è stato detto anche per l’aggiornamento e il completamento del Piano di Catania.
Sul sito della Protezione Civile, tuttavia, troviamo l’elenco dei Comuni “dotati di piano di emergenza comunale trasmesso al Dipartimento dalla Regione Siciliana”, e ci sono tutti.
Come spiegare questa contraddizione? A quando risalgono questi Piani e dove sono rintracciabili?
Secondo legge 12 luglio 2012, n. 100, la Pianificazione di Emergenza Comunale (PEC) in materia di Protezione Civile è “diventata obbligatoria, deve essere approvata dal Consiglio Comunale, redatta secondo le indicazioni del Dipartimento di Protezione Civile e della Regione e inviata a quest’ultima. Entro novanta giorni “dalla data di entrata in vigore della presente disposizione”. E poi verificata e aggiornata periodicamente.
Per il Comune di San Gregorio, inserito nell’elenco dei Comuni che avrebbero presentato il Piano, troviamo sul web un “avviso esplorativo” per l’affidamento di un incarico professionale per “adeguamento e redazione del Piano di Emergenza Comunale di Protezione Civile” motivato con l’assenza all’interno dell’Ente di risorse sufficienti, in termine di personale. Sarà redatto o comunque aggiornato questo Piano? Quando?
Perchè i Piani segnalati come già redatti non sono messi a disposizione dei cittadini? Non dovremmo tutti essere informati sul comportamento da tenere in caso di emergenza?

Argo

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