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Ed ora il 'Fab Lab' parla in siciliano

Si chiamano Fab Lab, nacquero nel 2003 negli Usa e sono approdati anche a Catania.
Si tratta, in parole povere, di  piccole officine aperte a tutti, in grado di offrire servizi personalizzati per la fabbricazione digitale, di laboratori di creatività, posti dove è possibile costruire “quasi tutto”.
Oltre che la “Digital Fabrication” vogliono portare la cultura “Open Source” in un luogo fisico, dove macchine, idee, persone e approcci nuovi possono mescolarsi liberamente.
L’utilità di questi laboratori ne ha facilitato lo sviluppo e la diffusione. Se ne possono trovare in ogni continente, da San Paolo in Brasile a Lima in Perú, da Helsinki a Siviglia, dal Ghana al Sud Africa, dall’Afghanistan all’India e all’Indonesia.
In Italia sono approdati nel marzo del 2011, a Torino, ad una delle mostre celebrative dei 150 anni dell’unità d’Italia. ‘Stazione Futuro’ era una installazione provvisoria, con una piccola stampante 3D e una tagliatrice laser, ma divenne meta di un pellegrinaggio quotidiano di curiosi.
Nel febbraio del 2012, sempre a Torino, aprì il primo vero FabLab. Si chiamava ‘Officine Arduino‘, un omaggio, non al re dell’Anno Mille, ma ad Arduino, il mini computer da venti euro inventato a Ivrea e diventato uno strumento indispensabile dei FabLab di tutto il mondo perché consente facilmente di sperimentare a basso costo.
Oggi, complice la crisi, in Italia stanno letteralmente spuntando come funghi.
A Catania esistono dei “makerspace”, ognuno dei quali ha caratteristiche e forme giuridiche diverse, quali l’Hackspace Catania, il 3d Store Catania, il Catania Fablab e il SalMaker FabLab.
L’Hackspace Catania, di via grotte Bianche, si fonda sul concetto di Hacking. Si tratta di un’associazione no profit, un laboratorio comunitario aperto, gestito interamente dai suoi membri che possono utilizzare attrezzature, strumenti e servizi secondo un codice interno.
Il 3d Store Catania, al C.so Indipendenzaè un service di stampa 3d che nasce per promuovere la conoscenza e l’uso di questa tecnologia innovativa. Offre infatti le attrezzature e le competenze necessarie a chiunque voglia realizzare un progetto, stamparlo o apprendere il funzionamento dei sistemi di prototipazione rapida a basso costo.

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Le altre due realtà sono quelle più vicine al concetto di FabLab in quanto rispondenti alle caratteristiche che nel corso degli anni, prima il “Center for Bits and Atoms”, poi la “Fab Foundation”, hanno definito. Sono 4 le condizioni da rispettare affinché un laboratorio possa essere considerato FabLab a tutti gli effetti:

  1. L’accesso al laboratorio deve essere pubblico, almeno in una parte della settimana. Ci possono essere differenti modelli di business, ma l’accesso deve essere pubblico, meglio se gratuito almeno in alcuni momenti.
  2. Il laboratorio deve sottoscrivere e mostrare la Fab Charter, il manifesto dei FabLab, all’interno del proprio spazio e sito web (qui la versione in italiano).
  3. Il laboratorio deve avere un insieme di strumenti e processi condivisi con tutta la rete dei FabLab. L’idea è che un progetto realizzato a Roma possa essere riprodotto facilmente in tutti gli altri laboratori, in qualunque paese e continente. C’è una lista che definisce le tipologie di macchinari, strumenti e componenti.
  4. Il laboratorio deve essere attivo e partecipe della rete globale dei FabLab, non può isolarsi né entrare in competizione, deve collaborare con gli altri laboratori.

MAKEinSAL/cataniafablab, ideato e realizzato dall’ Associazione non-profit SALMAKERS – FabLab, sito all’interno del Borgo creativo del SAL (Spazio di Avanzamento Lavori), in zona ‘Le Ciminiere’.
Si presenta come un piccolo laboratorio di fabbricazione digitale in fase di sviluppo, dotato di macchinari il cui utilizzo è aperto a tutti i soci e simpatizzanti, ma anche di strumentazioni analogiche per la fabbricazione e la lavorazione di oggetti con metodi tradizionali.

Il concept del MAKEinSAL verte sull’idea del ‘fare’ con la propria intelligenza e le proprie mani, per crescere insieme agli altri. La struttura vuole essere anche una palestra di democrazia e di partecipazione che può contribuire a migliorare il territorio, fornendo stimoli nuovi alla comunità locale.
Tra gli obiettivi anche quello di valorizzare e promuovere metodi di fabbricazione locale, con conseguente riduzione dei costi ambientali di produzione e di trasporto delle merci.
Da circa un anno c’è anche un appuntamento fisso, settimanale, “per chi ha la voglia e la pazienza di sedersi attorno a un tavolo a riparare qualcosa di rotto assieme a chi ha anche solo un po’ di esperienza in più”.
Caratteristiche differenti ha il Catania Fab Lab, ospitato da Alfab srls di via Cifali, che mira a investire nelle idee, supportare le piccole e medie imprese a far crescere il proprio business attraverso, per esempio, servizi di progettazione personalizzata e spazi di coworking utili per dividere le spese, moltiplicare l’esperienza e aumentare la rete di contatti.
I luoghi per lo sviluppo creativo esistono. I creativi li conoscono?

Argo

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