L’affidamento precedente risale al maggio 2014, quando prese avvio, con un anno di ritardo, il progetto PISU “Polo educativo Librino”. Per lo svolgimento del progetto, la sede di Villa Fazio fu assegnata con concessione biennale, scadenza naturale 31 maggio 2016.
Per motivi legati al collaudo e per ritardi nei lavori del cantiere di restauro, l’immobile venne consegnato – fisicamente – nell’ottobre 2014.
Anche i due anni dalla consegna effettiva – se si volesse prendere in considerazione questa data non ufficializzata – sono comunque scaduti. Siamo a fine novembre e non si muove foglia…
Non vorremmo che si ripetesse quanto avvenuto in passato, quando – ad un periodo di splendore in cui ad occuparsi della struttura erano la vicina parrocchia Resurrezione, allora guidata da don Giuseppe Coniglione, e le associazioni del territorio – seguirono vandalizzazione e degrado, con una quasi totale distruzione dell’impianto. A causa del mancato affidamento.
Oggi la struttura è in buono stato, ma nessuna garanzia si ha in merito all’utilizzo futuro.
Fino ad oggi l’immobile è presidiato dal Sol.co, forse nella speranza di un tacito rinnovo. Ma da maggio il vecchio gestore non ha più la concessione ed il comodato d’uso per l’utilizzo degli spazi.
C’è stato poi un paradosso che ha avuto del comico, quando – pochi mesi fa – il Comune ha annunciato, spiazzando tutti, la vendita dell’immobile.
Superato il pericolo della vendita, non si capisce il motivo per cui non sia stato ancora predisposto il bando tenendo presenti le associazioni di volontariato presenti nel territorio, così come indicato chiaramente nel progetto.
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Tra gli obiettivi del progetto troviamo, infatti, la promozione di reti sociali ed in particolare il “potenziamento/consolidamento e valorizzazione delle strutture ed iniziative preesistenti al Polo Educativo (centri d’incontro, assemblee pubbliche, educativa di strada, centri di aggregazione giovanile, associazionismo locale)”.
Nel progetto si insiste inoltre sulla massima fruibilità da assicurare alla struttura. Quanto alla gestione, si parla esplicitamente di “reti formali e informali tra istituzioni pubbliche, privato sociale, associazionismo e famiglie”, ribadendo che “l’aspetto innovativo del progetto risiede anche nella sinergia che si crea tra i diversi attori” e nella “possibilità che alcuni spazi possano essere autogestiti dal volontariato e dalle famiglie”.
E’ innegabile che ci sia, per molte delle associazioni che operano a Librino, il problema di avere una sede per le attività aperte al territorio.
C’è anche una rete di associazioni che sarebbe pronta a prendersi carico di Villa Fazio e del progetto cui è vincolata per qualche anno ancora. Andare incontro a queste esigenze sarebbe nello spirito del progetto.
Rimarrebbe comunque aperta la domanda su come si siano fatte presenti le istituzioni,
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