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Storia e cittadinanza, nuova sinergia tra scuola e università

A che serve la storia? In una società come la nostra in cui la velocità, sul modello delle macchine, diviene sempre più il parametro fondamentale per misurare le prestazioni umane, prima ancora di chiedersi, quale storia insegnare bisogna forse avere il coraggio di porsi questa domanda radicale.
Se la sono posta i partecipanti al convegno del 14 novembre su “Storia e cittadinanza. Contenuti e metodi tra ricerca e didattica“.
Promosso dal Liceo Boggio Lera di Catania e dai dipartimenti di Scienze politiche e sociali (Dsps) e di Scienze umanistiche (Disum) dell’Università di Catania, in collaborazione con l’Associazione etnea di studi storico- filosofici, la Società di Storia Patria per la Sicilia Orientale, con il contributo della Casa editrice Palumbo, ha visto la presenza di docenti universitari e di scuola media superiore.
Introducendo la discussione Marina Mangiameli, storica e docente del Liceo Boggio Lera, ha ripercorso i principali momenti del dibattito epistemologico sulla storia e motivato il suo valore civile citando anche Piero Calamandrei che, in un celebre discorso del 1950, affermava : “La scuola, come la vedo io, è un organo “costituzionale” e aggiungeva esemplificando “corrisponde a quegli organi che nell’organismo umano hanno la funzione di creare il sangue”.
Il Direttore del Dipartimento di Scienze politiche e sociali, Giuseppe Barone, nel suo intervento, ha sottolineato che con questa prima iniziativa si è voluto aprire una nuova pagina nelle relazioni scuola-università in cui molto più regolare e proficuo sia il contributo che la ricerca dà alla didattica e viceversa.
E che non fosse solo un auspicio lo si è visto fin da subito, non solo per la partecipazione di numerosissimi docenti da tutta la Sicilia Orientale, ma anche per il loro prezioso contributo alla discussione, sempre ricca, aperta e impegnata. Con lo stesso entusiasmo hanno contribuito i ricercatori universitari.
Va inoltre sottolineato che l’incontro è stato costruito con il contributo, anche economico, sia dell’Università sia della scuola e con l’impegno personale di docenti e ricercatori che anche così hanno inteso reagire alla preoccupante marginalizzazione della disciplina nel sistema formativo.
Tutto ciò è stato ribadito anche dalla Preside del Boggio Lera, Giuseppa Lo Bianco, che, oltre a evidenziare il ruolo e l’importanza dell’occasione e a confermare la volontà dell’Istituto da lei diretto a continuare su questa strada, ha ricordato il ruolo della storia nella formazione dei giovani, mai come oggi importante per educare alla cittadinanza.
Rosario Mangiameli ha coordinato un dibattito sempre teso e ricco di spunti diversi e originali, cui non ha mancato di contribuire.
Come se non bastasse in questa occasione è stata annunciata la riapertura della Società di Storia patria che, dopo una lungo silenzio, con il contributo del Liceo Boggio Lera per un verso e dell’Università per l’altro, si propone come centro focale di riflessione, coordinamento e costruzione dell’impegno formativo e didattico delle scuole sia per dare ai giovani nuove strategie di apprendimento, sia per dare ai docenti spazi nuovi per esprimere compiutamente la loro professionalità.
Particolarmente importante in questo contesto è stata la presenza ed il contributo di Antonio Brusa, stimatissimo ricercatore che in tutta Europa si segnala per le sue proposte innovative sulla didattica della storia, ma anche autore di manuali di storia di grande successo. I suoi interventi sono stati apprezzati e discussi dai docenti con grande ampiezza problematica ed originalità.
Affollatissimo anche il seminario del giorno seguente al Boggio Lera dove, diversamente da quello che, spesso, succede, nessuno è andato via prima della fine ed anzi nuove presenze si sono aggiunte nel corso del pomeriggio.
Questo felice esordio conferma non solo la ricchezza delle energie di cui la scuola dispone, la grande disponibilità e generosità dei docenti che smentisce nel modo migliore, nella pratica, tante menzogne strumentali che affliggono la scuola pubblica ma anche la volontà, presente nella scuola, di reagire ai tanti maltrattamenti che ha subito negli ultimi decenni in modo forte e creativo.
Ben presto dunque nella Città ci sarà un altro strumento di associazione fra i docenti, un tavolo permanente di discussione e confronto che si propone fra l’altro di analizzare in modo comparato storia generale e storia locale in modo che l’una renda comprensibili e vicini fenomeni globali,  E in modo che la ricerca locale non possa più chiudersi nel localismo sterile.
Ci sembra un bel risultato che incoraggia quanti nella scuola non si rassegnano.

Argo

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  • Nessuna di noi ha perduto la speranza che uno degli impegni di una didattica nuova sia quello di reagire alla cancellazione della storia delle donne e delle vicende dei femminismi operata dagli attuali manuali scolastici ... in tutta Italia ci sono docenti che stanno lavorando per questo. Mettiamole in rete, trasformiamole in forza di pressione sulle case editrici e sul Miur.

  • Un grazie a Marina Mangiameli per aver creato questa occasione di confronto che spero sia solo l'inizio di un percorso di relazioni tra università e licei!
    Mi piacerebbe che anche tra noi colleghi dei licei iniziasse un confronto costante

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